5 ottobre 1980 Nanni De Angelis e i ragazzi della via Paal
(G.p) Giacinto Reale, ex dirigente missino, prezioso collaboratore di Fascinazione ed autore di alcuni libri dedicati al fenomeno dello squadrismo, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook in occasione del 5 ottobre giorno in cui fu suicidato Nanni De Angelis dopo essere stato sottoposto ad un pestaggio da parte degli agenti autori dell'arresto, ci racconta un episodio in cui il giovane Nanni fu protagonista.
Nanni (“persona incredibilmente buona e gentile” come hanno testimoniato a Ugo Maria Tassinari i compagni di scuola di altro schieramento, tra i quali Margherita Buy, militante di Lotta Continua) “fu” suicidato, dopo essere stato sottoposto ad un bestiale pestaggio da parte degli agenti autori dell’arresto, che lo avevano scambiato per Luigi Ciavardini, colpevole dell’omicidio di un loro collega
Nella sua travagliata esperienza di militante di destra, Nanni era stato protagonista di un episodio che vale la pena di ricordare:sospettato dell’omicidio di Valerio Verbano, il giovane assassinato a febbraio del 1980 davanti ai suoi genitori, in uno degli avvenimenti rimasti “misteriosi” perché senza colpevole degli anni di piombo, Nanni si presentò, qualche giorno dopo il fatto, a casa del defunto, per contestare, con un confronto “diretto” la sua partecipazione all’omicidio.
I sospetti nascevano dal fatto che egli era a capo di un gruppo di neof (in gran parte giocatori di rugby come lui) molto temuti dagli avversari, e dalla circostanza che mesi prima, in una rissa di strada era stato accoltellato –in maniera grave- da un gruppo di giovani di estrema sinistra, tra i quali proprio Valerio Verbano, che, nell’occasione, aveva perso la sua borsa con i documenti
La prima versione della visita di Nanni a casa Verbano parlava di un Nanni che si era presentato da solo, aveva solcato due ali di “compagni” che ivi stazionavano, minacciosi ma intimoriti da quella solitaria presenza, ed era salito di sopra, per essere –come poi sarà- liberato da ogni sospetto dalla testimonianza di chi (i genitori di Valerio, appunto) all’omicidio aveva assistito.
Infatti, verificata la sua estraneità, lo stesso padre della vittima aveva voluto accompagnarlo giù, per attestare, con quella compagnia, la sua innocenza e “garantirgli” un ritorno incolume
Ma, poiché da questa versione la figura di Nanni ne usciva “ingigantita” , col tempo le carte sono state un po’ cambiate (si è parlato prima di un incontro “concordato”, poi la mamma di Valerio ha detto di non aver avuto il coraggio di fare il confronto, etc )
Nella sostanza, comunque, muta poco: il gesto ha il sapore della ingenua cavalleria di altri tempi e –sia pure in un contesto purtroppo molto più “tragico”- non può non ricordare certe pagine de “I ragazzi della via Paal” (lettura che certo sarà stata familiare a Nanni come a molti altri di quelle generazioni e di quella “formazione”, ma non –ne sono anche qui praticamente certo, alla luce dei comportamenti costanti- ai loro avversari)
Nella sua travagliata esperienza di militante di destra, Nanni era stato protagonista di un episodio che vale la pena di ricordare:sospettato dell’omicidio di Valerio Verbano, il giovane assassinato a febbraio del 1980 davanti ai suoi genitori, in uno degli avvenimenti rimasti “misteriosi” perché senza colpevole degli anni di piombo, Nanni si presentò, qualche giorno dopo il fatto, a casa del defunto, per contestare, con un confronto “diretto” la sua partecipazione all’omicidio.
I sospetti nascevano dal fatto che egli era a capo di un gruppo di neof (in gran parte giocatori di rugby come lui) molto temuti dagli avversari, e dalla circostanza che mesi prima, in una rissa di strada era stato accoltellato –in maniera grave- da un gruppo di giovani di estrema sinistra, tra i quali proprio Valerio Verbano, che, nell’occasione, aveva perso la sua borsa con i documenti
La prima versione della visita di Nanni a casa Verbano parlava di un Nanni che si era presentato da solo, aveva solcato due ali di “compagni” che ivi stazionavano, minacciosi ma intimoriti da quella solitaria presenza, ed era salito di sopra, per essere –come poi sarà- liberato da ogni sospetto dalla testimonianza di chi (i genitori di Valerio, appunto) all’omicidio aveva assistito.
Infatti, verificata la sua estraneità, lo stesso padre della vittima aveva voluto accompagnarlo giù, per attestare, con quella compagnia, la sua innocenza e “garantirgli” un ritorno incolume
Ma, poiché da questa versione la figura di Nanni ne usciva “ingigantita” , col tempo le carte sono state un po’ cambiate (si è parlato prima di un incontro “concordato”, poi la mamma di Valerio ha detto di non aver avuto il coraggio di fare il confronto, etc )
Nella sostanza, comunque, muta poco: il gesto ha il sapore della ingenua cavalleria di altri tempi e –sia pure in un contesto purtroppo molto più “tragico”- non può non ricordare certe pagine de “I ragazzi della via Paal” (lettura che certo sarà stata familiare a Nanni come a molti altri di quelle generazioni e di quella “formazione”, ma non –ne sono anche qui praticamente certo, alla luce dei comportamenti costanti- ai loro avversari)
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