Meloni: io voglio vincere. Il centro destra ancora non lo so
(G.p) Il collega Antonio Rapisarda dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, intervista Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale che racconta il senso di questi 20 anni di Atreju e di quanto la maternità abbia accresciuto in lei la battaglia identitaria contro il nichelismo.
«Quando potrà capire, racconterò a Ginevra che abbiamo scelto questa storia e questo eroe in tempi non sospetti, perché ciò che racconta “La storia infinita” è sempre attuale: esiste questo nemico presente, dietro l'angolo, che è il “nulla”. Il nulla che avanza oggi è il nichilismo, l'assenza di visione, di valori, di punti di riferimento. È lo strumento nelle mani di chi vuole rendere le persone schiave». Vent'anni dopo per Giorgia Meloni sono cambiate tante cose ma non il senso di “Atreju”, la kermesse identitaria che riapre ufficialmente la stagione politica. Il tema di quest'anno - “È tempo di patrioti” - è allo stesso tempo un richiamo preciso e un augurio: «Proprio Atreju insegna che sono le piccole mani che cambiano il mondo – spiega a Il Tempo -: che sono soprattutto i giovani e le persone pure che possono impedire che quel nichilismo avanzi».
Questa è la prima “Atreju” di Ginevra, sua figlia. Che cosa è cambiato nell'ultimo anno?
"Da quando è nata ho una motivazione in più per fare qualunque cosa. La differenza è che questa Atreju l'ho fatta con una mano sola come tutte le cose che ho fatto quest'anno. Perché l'altra mano, come l'altro occhio, si stanno occupando di lei".
Essere madre è una motivazione in più per celebrare la lotta contro il “nulla”?
"Assolutamente sì. Noi abbiamo sempre fatto tutto quello che facevamo anche per le generazioni a venire. Però quando la prossima generazione ce l'hai dentro casa, la vedi crescere giorno per giorno, ti rendi conto di quanto abbia un potere e un valore fare la propria parte per impedire che questa società vada verso il baratro nel quale sembra volersi per forza consegnare".
Siamo a venti edizioni di questo appuntamento...
"Sto ancora qui, dopo vent'anni, a fare Atreju, montandola dall'inizio alla fine assieme a tanta altra gente. La considero un'altra figlia. Per il resto è cambiato un po' tutto il contesto. Si è evoluta anche la manifestazione, che nasceva come festa giovanile mentre oggi è un meeting politico. Ma il suo significato rimane immutato. Anzi, è l'unica cosa immutata nella storia della destra italiana. È un punto di riferimento, un ritrovo. È qualcosa che ti ricorda da dove vieni e ti dice dove stai andando".
“È tempo di patrioti” recita il tema: chi sono i patrioti oggi?
"Non penso alla parola patria con una lettura di tipo risorgimentale, come se fosse completamente decontestualizzata. Per patria intendo tutte quelle persone di buona volontà che davanti al tentativo di distruggere la nazione si difendono. Intendo coloro i quali non si vergognano di essere italiani, che non ci stanno a questo racconto dell'Italia come di una terra spacciata, dalla quale bisogna scappare, e che invece fanno la loro parte nella quotidianità perché non sia questo l'epilogo".
Dopo Pontida e Fiuggi, domenica toccherà a lei dire “Ci sono anch'io per la premiership”?
"Esatto: presenteremo le nostre proposte di governo. Abbiamo visto gli altri domenica scorsa: ciascuno ha detto di essere in campo. Anche noi intendiamo essere in campo con la proposta di Fratelli d'Italia. Ci sono anche io, quindi, e domenica racconterò i contorni di questa nostro progetto politico che dice, sostanzialmente, “prima gli italiani”.
Si aspetta la stessa battuta di Berlusconi che l'anno scorso per le Comunali disse: “Una mamma non può dedicarsi a un lavoro così terribile”?
"Rifiuto questa lettura. Penso che mi si debba dire e si debba dire, visto che siamo tutti e tre in campo, quale sia il metodo per misurarci e io starò al metodo che scegliamo. Purché ci sia un metodo. Non accetterò esclusioni di genere, questo non lo devo neanche dire. Ditemi come si compete e competerò lealmente: penso di avere le carte in regola per giocare la mia partita".
Intanto se vincerete in Sicilia, appuntamento fondamentale in vista delle Politiche, potrà dire di aver investito per prima su Nello Musumeci.
"Io, a differenza di altri, non ho questa necessità di dire che sono la più brava, che sono quella che decide, che il “capo” sono io. Sono contenta di aver dimostrato, per quello che potevo fare, che il centrodestra vince sì compatto ma su una proposta chiara. Non sulle melasse ma sulle identità definite, con il coraggio di fare una proposta netta: questo è Nello Musumeci".
Oggi metterà tutti gli alleati al tavolo per fare chiarezza. Su cosa?
"Sui contorni ideali di un'alleanza: stiamo insieme per fare cosa? Primo tema, dunque, i contenuti: noi diremo quali sono i temi irrinunciabili per noi. Poi vengono le regole del gioco: come si seleziona, nel caso di un'alleanza, il portabandiera. Penso che bisogna parlare di legge elettorale, di una proposta comune perché è chiaro e palese che chi chiede il sistema tedesco non vuole che il centrodestra vinca. Per FdI si parte con l'introduzione delle preferenze, non con le liste bloccate".
La Lega – dice Salvini - è sotto attacco da parte della magistratura. Quanto la preoccupa questa vicenda?
"Massima solidarietà. A pochi mesi dalle elezioni si tratta chiaramente di un provvedimento punitivo: c'è un disegno liberticida con il quale si cerca di mettere il bavaglio alle forze politiche considerate scomode. Va bene misurarsi in campo aperto – io stessa competo con la Lega – ma è necessario competere con una Lega che abbia la possibilità di farlo, non con un partito a cui leghiamo le mani. Ma che metodo è? A sinistra purtroppo ormai c'è questa tendenza..."
Veniamo al “Rosatellum bis”...
"Qualcuno spieghi ad Emanuele Fiano che l'unica legge che richiama al Ventennio la sta scrivendo lui! Gli segnalo che nel fascismo se c'era una cosa sicura erano le liste bloccate per l'elezione dei deputati. Siccome la nuova bozza di proposta della legge elettorale sta rimettendo le liste bloccate, attenzione che lui stesso non finisca in galera".
FI e Lega riaprono al Rosatellum. Come si fa a “blindare” Berlusconi nel centrodestra?
"Non ho bisogno di blindare Berlusconi. Starà dove vuole stare. Guardo le scelte e decido se quelle scelte mi convincono oppure no".
Chiederà ulteriori chiarimenti su questo punto?
"Ho proposto tante volte la “clausola anti-inciucio”, così come una legge elettorale comune. Proposte ne ho fatte, però i matrimoni si fanno in due".
Marco Minniti è l'ospite del governo ad Atreju. È un patriota pure lui?
"Non è un patriota anche lui. Mi fa sorride che si sia tanto discusso sulla sua presenza ad Atreju. Segnalo che invitavamo Bertinotti dodici anni fa e non ci vergogniamo di invitare Minniti adesso. Abbiamo sempre intercettato i protagonisti delle stagioni politiche, perché non abbiamo paura del confronto ma nessuno di quei protagonisti è diventato per noi un simbolo: sono interlocutori, sono avversari. Troverà una platea seria e pronta ad ascoltare ma consideriamo Minniti altro da noi: anche perché, segnalo, sta nel governo di sinistra da qualche anno. Non è che sia arrivato esattamente a salvarci..."
In contemporanea alla vostra kermesse i 5 Stelle saranno a Rimini. Lì verrà incoronato il candidato unico, Di Maio. Quello che sostiene che stareste inseguendo le loro tesi sull'immigrazione.
"Purtroppo questa gente non ha il senso della vergogna. Mi basta ricordare a Di Maio che quando noi chiedevamo un governo dei flussi migratori, perché sapevamo che la cosa sarebbe sfuggita di mano, lui rivendicava con orgoglio di aver votato l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Quand'è che magicamente, poi, hanno cambiato posizione? Quando hanno perso le ultime amministrative. Il grande problema dei 5 Stelle è che non credono a nulla, non hanno una visione di niente: loro studiano i “Big data” e decidono in base a dove sta il consenso potenziale. Francamente mi farebbe molta paura essere governata da qualcuno che agisce così. Mi fa paura che l'Italia tutta possa fare la fine di Roma".
Vent'anni fa c'era An, la destra di governo. Vent'anni dopo che cosa c'è?
«Quando potrà capire, racconterò a Ginevra che abbiamo scelto questa storia e questo eroe in tempi non sospetti, perché ciò che racconta “La storia infinita” è sempre attuale: esiste questo nemico presente, dietro l'angolo, che è il “nulla”. Il nulla che avanza oggi è il nichilismo, l'assenza di visione, di valori, di punti di riferimento. È lo strumento nelle mani di chi vuole rendere le persone schiave». Vent'anni dopo per Giorgia Meloni sono cambiate tante cose ma non il senso di “Atreju”, la kermesse identitaria che riapre ufficialmente la stagione politica. Il tema di quest'anno - “È tempo di patrioti” - è allo stesso tempo un richiamo preciso e un augurio: «Proprio Atreju insegna che sono le piccole mani che cambiano il mondo – spiega a Il Tempo -: che sono soprattutto i giovani e le persone pure che possono impedire che quel nichilismo avanzi».
Questa è la prima “Atreju” di Ginevra, sua figlia. Che cosa è cambiato nell'ultimo anno?
"Da quando è nata ho una motivazione in più per fare qualunque cosa. La differenza è che questa Atreju l'ho fatta con una mano sola come tutte le cose che ho fatto quest'anno. Perché l'altra mano, come l'altro occhio, si stanno occupando di lei".
Essere madre è una motivazione in più per celebrare la lotta contro il “nulla”?
"Assolutamente sì. Noi abbiamo sempre fatto tutto quello che facevamo anche per le generazioni a venire. Però quando la prossima generazione ce l'hai dentro casa, la vedi crescere giorno per giorno, ti rendi conto di quanto abbia un potere e un valore fare la propria parte per impedire che questa società vada verso il baratro nel quale sembra volersi per forza consegnare".
Siamo a venti edizioni di questo appuntamento...
"Sto ancora qui, dopo vent'anni, a fare Atreju, montandola dall'inizio alla fine assieme a tanta altra gente. La considero un'altra figlia. Per il resto è cambiato un po' tutto il contesto. Si è evoluta anche la manifestazione, che nasceva come festa giovanile mentre oggi è un meeting politico. Ma il suo significato rimane immutato. Anzi, è l'unica cosa immutata nella storia della destra italiana. È un punto di riferimento, un ritrovo. È qualcosa che ti ricorda da dove vieni e ti dice dove stai andando".
“È tempo di patrioti” recita il tema: chi sono i patrioti oggi?
"Non penso alla parola patria con una lettura di tipo risorgimentale, come se fosse completamente decontestualizzata. Per patria intendo tutte quelle persone di buona volontà che davanti al tentativo di distruggere la nazione si difendono. Intendo coloro i quali non si vergognano di essere italiani, che non ci stanno a questo racconto dell'Italia come di una terra spacciata, dalla quale bisogna scappare, e che invece fanno la loro parte nella quotidianità perché non sia questo l'epilogo".
Dopo Pontida e Fiuggi, domenica toccherà a lei dire “Ci sono anch'io per la premiership”?
"Esatto: presenteremo le nostre proposte di governo. Abbiamo visto gli altri domenica scorsa: ciascuno ha detto di essere in campo. Anche noi intendiamo essere in campo con la proposta di Fratelli d'Italia. Ci sono anche io, quindi, e domenica racconterò i contorni di questa nostro progetto politico che dice, sostanzialmente, “prima gli italiani”.
Si aspetta la stessa battuta di Berlusconi che l'anno scorso per le Comunali disse: “Una mamma non può dedicarsi a un lavoro così terribile”?
"Rifiuto questa lettura. Penso che mi si debba dire e si debba dire, visto che siamo tutti e tre in campo, quale sia il metodo per misurarci e io starò al metodo che scegliamo. Purché ci sia un metodo. Non accetterò esclusioni di genere, questo non lo devo neanche dire. Ditemi come si compete e competerò lealmente: penso di avere le carte in regola per giocare la mia partita".
Intanto se vincerete in Sicilia, appuntamento fondamentale in vista delle Politiche, potrà dire di aver investito per prima su Nello Musumeci.
"Io, a differenza di altri, non ho questa necessità di dire che sono la più brava, che sono quella che decide, che il “capo” sono io. Sono contenta di aver dimostrato, per quello che potevo fare, che il centrodestra vince sì compatto ma su una proposta chiara. Non sulle melasse ma sulle identità definite, con il coraggio di fare una proposta netta: questo è Nello Musumeci".
Oggi metterà tutti gli alleati al tavolo per fare chiarezza. Su cosa?
"Sui contorni ideali di un'alleanza: stiamo insieme per fare cosa? Primo tema, dunque, i contenuti: noi diremo quali sono i temi irrinunciabili per noi. Poi vengono le regole del gioco: come si seleziona, nel caso di un'alleanza, il portabandiera. Penso che bisogna parlare di legge elettorale, di una proposta comune perché è chiaro e palese che chi chiede il sistema tedesco non vuole che il centrodestra vinca. Per FdI si parte con l'introduzione delle preferenze, non con le liste bloccate".
La Lega – dice Salvini - è sotto attacco da parte della magistratura. Quanto la preoccupa questa vicenda?
"Massima solidarietà. A pochi mesi dalle elezioni si tratta chiaramente di un provvedimento punitivo: c'è un disegno liberticida con il quale si cerca di mettere il bavaglio alle forze politiche considerate scomode. Va bene misurarsi in campo aperto – io stessa competo con la Lega – ma è necessario competere con una Lega che abbia la possibilità di farlo, non con un partito a cui leghiamo le mani. Ma che metodo è? A sinistra purtroppo ormai c'è questa tendenza..."
Veniamo al “Rosatellum bis”...
"Qualcuno spieghi ad Emanuele Fiano che l'unica legge che richiama al Ventennio la sta scrivendo lui! Gli segnalo che nel fascismo se c'era una cosa sicura erano le liste bloccate per l'elezione dei deputati. Siccome la nuova bozza di proposta della legge elettorale sta rimettendo le liste bloccate, attenzione che lui stesso non finisca in galera".
FI e Lega riaprono al Rosatellum. Come si fa a “blindare” Berlusconi nel centrodestra?
"Non ho bisogno di blindare Berlusconi. Starà dove vuole stare. Guardo le scelte e decido se quelle scelte mi convincono oppure no".
Chiederà ulteriori chiarimenti su questo punto?
"Ho proposto tante volte la “clausola anti-inciucio”, così come una legge elettorale comune. Proposte ne ho fatte, però i matrimoni si fanno in due".
Marco Minniti è l'ospite del governo ad Atreju. È un patriota pure lui?
"Non è un patriota anche lui. Mi fa sorride che si sia tanto discusso sulla sua presenza ad Atreju. Segnalo che invitavamo Bertinotti dodici anni fa e non ci vergogniamo di invitare Minniti adesso. Abbiamo sempre intercettato i protagonisti delle stagioni politiche, perché non abbiamo paura del confronto ma nessuno di quei protagonisti è diventato per noi un simbolo: sono interlocutori, sono avversari. Troverà una platea seria e pronta ad ascoltare ma consideriamo Minniti altro da noi: anche perché, segnalo, sta nel governo di sinistra da qualche anno. Non è che sia arrivato esattamente a salvarci..."
In contemporanea alla vostra kermesse i 5 Stelle saranno a Rimini. Lì verrà incoronato il candidato unico, Di Maio. Quello che sostiene che stareste inseguendo le loro tesi sull'immigrazione.
"Purtroppo questa gente non ha il senso della vergogna. Mi basta ricordare a Di Maio che quando noi chiedevamo un governo dei flussi migratori, perché sapevamo che la cosa sarebbe sfuggita di mano, lui rivendicava con orgoglio di aver votato l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Quand'è che magicamente, poi, hanno cambiato posizione? Quando hanno perso le ultime amministrative. Il grande problema dei 5 Stelle è che non credono a nulla, non hanno una visione di niente: loro studiano i “Big data” e decidono in base a dove sta il consenso potenziale. Francamente mi farebbe molta paura essere governata da qualcuno che agisce così. Mi fa paura che l'Italia tutta possa fare la fine di Roma".
Vent'anni fa c'era An, la destra di governo. Vent'anni dopo che cosa c'è?
"C'è la consapevolezza che ci siamo ancora, che quella storia non è finita. Anzi, si sta rigenerando e penso che da qui a tornare una destra di governo manchi molto poco".
La destra italiana guidata Dalla sora lella? Il Duce si rigira nella tomba non parliamo degli Ebrei a vederci cosi si sfregano gli occhi non ci credono neanche loro .Almeno c'e'Forza Nuova non e'molto pero' anche i fascisti erano solo 52 in piazza San sepolcro
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