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11 settembre 1973. Delle Chiaie: macché Golpe, Pinochet sventò un complotto contro l'esercito


Dal volume L'Aquila e il Condor la testimonianza di Stefano Delle Chiaie che incontrò Pinochet e collaborò con un incarico ministeriale con il suo governo nella prospettiva del movimento nazionalrivoluzionario su scala continentale. Collaborazione cessata con la svolta politica che portò il governo militare a riavvicinarsi agli Stati Uniti.


Nel 1970 in Cile era stato eletto presidente Salvador Allende, leader di un fronte che andava dal Partito Socialista ai comunisti e ai cattolici di sinistra. Subito dopo la sua elezione c'era sta una grave crisi economica e una preoccupante carenza di cibo per la popolazione.
Il Partito Nazionale guidato da Jorge Alessandri Rodriguez e finanziato dagli Usa, aveva accentuata la sua offensiva di governo di Unidad Popolar. La condizione sempre più disastrosa del paese aveva fatto crescere la tensione interna e portato, il 29 giugno del 1973 ad un tentativo di colpo di Stato: il Regimeniento Blindado n 2, con una tradizione senza sconfitte alle spalle, si era mosso con i carri armati per dare il via alla deposizione di Allende.
Il generale Carlos Prats, capo di stato maggiore dell'esercito, si era però parato davanti alla colonna dei carri del Blindado ed aveva ordinato di abbandonare il campo. I militari avevano obbedito ed erano tornati in caserma.
In America Latina molti capovolgimenti venivano innescati dall'uscita di un primo contingente militare che sondava cosi la disponibilità di altri reparti a partecipare alla rivolta. Se l'adesione non era considerata sufficiente, il tentativo si arrestata e tutto rientrava nella normalità.
L'episodio, comunque aveva provocato malumore nell'esercito e preoccupazione nello schieramento che sosteneva Allende. Intanto i cortei popolari di protesta si erano diffusi in tutto il paese. Migliaia di donne erano scese nelle vie delle maggiori città cilene manifestando contro il governo, battendo rumorosamente contro le pentole vuote. Le moglie dei militari erano arrivate ad indire lo sciopero dell'amore, rifiutando di avere rapporti con i mariti che non facevano niente contro Allende.
Il traffico su gomma si era fermato, accentuando la crisi alimentare.
Mente il generale Augusto Pinoche veniva nominato capo di stato maggiore, si scoprì un piano contro l'esercito che prevedeva la neutralizzazione degli ufficiali con maggior influenza e doveva scattare il 18 settembre, giorno in cui si celebra la Primera Junta insediata dopo l'indipendenza del 1810, considerata la vera festa nazionale.
La notizia del complotto aveva provocato la pronta reazione delle forze armate che, sette giorni prima, l'11 settembre 1973 erano passate all'azione. Il primo a muoversi era stato l'ammiraglio Josè Merino, che dal mare aveva sparato cannonate a salve in direzione di Valparaiso. Era il segnale di inizio di una rapida operazione civico-militare che, al contrario di quello che verrà poi detto, era osteggiata dagli Stati Uniti e vista, invece, con simpatia dalla Cina.
I GAP( gruppo de amigo personales ) formati per vegliare sulla sicurezza di Allende, furono rapidamente neutralizzati e la Moneda, il palazzo presidenziale, occupata dopo essere stata bombardata.
Dopo il golpe si era insediata una giunta militare, Ne facevano parte Gustavo Leigh Guzman, delle forze aeree, Merino, della Marina, Pinochet, dell'esercito, designato alla presidenza e Cesar Mendoza dei carabineros.
Appena arrivato in Cile,incontrai il generale Pinochet e i molti amici, militari e civili, con i quali da tempo ero in contatto. Vide anche Michael Townley, alias Andres e sua moglie Mariana. Andres aveva fatto parte dell'organizzazione nazionalista Patria Y Libertad e aveva curato in prima persona le trasmissioni di una radio clandestina durante il governo Allende.
Visitai il quartier generale della DINA e fui sorpreso dall'organizzazione e dall'ordine che vi regnava.
La DINA aveva una particolare caratteristica: i suoi quadri erano stati selezionati per il loro orientamento politico e perché salvaguardassero la rivoluzione. Una rivoluzione che poteva rappresentare l'inizio di un più vasto cambiamento in tutto il continente. Per costituire un blocco nazional rivoluzionario che spostasse lo scontro da quello Est Ovest a quello Sud- Nord...
Questo non sarebbe stato possibile senza l'alleanza con quei settori militari che, nei differenti paesi latino americani mal sopportavano l'ingerenza statunitense e la penetrazione marxista. Era indispensabile una base su cui partire e un lavoro che unificasse le volontà disperse di formazioni politiche, spesso in contrasto senza saperne il perché con quelle dei militari, che arroccati su posizioni nazionaliste doveva essere spinti alla ricerca di un comune obbiettivo continentale.
Il Cile poteva rappresentare la base per concertare questa alleanza e facilitare la conquista dei governi nei diversi paesi latino americani.
Il blocco continentale che ne sarebbe scaturito avrebbe avuto la forza politica di stabilire anche l'indipendenza delle propria economia, ricca di materie prime, sottraendo l'America Latina allo sfruttamento della finanza internazionale.
Stefano Delle Chiaie

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