La bandiera di Salò sulla vetta del Sagro: bufera su un docente
(G.p)Manfredo Bianchi, insegnante del corso per Geometri allo Zaccagna di Carrara, candidato alle ultime amministrative nella lista di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale, in passato coordinatore comunale di An, a pochi giorni dalla ricorrenza della strage di Vinca, dove l'esercito tedesco uccise 173 civili innocenti, tra cui donne e bambini, si fa ritrarre sulla vetta del Sagro con in mano una bandiera della Repubblica Sociale Italiana.
Uno scatto che non poteva non scatenare polemiche politiche portate avanti dai Carc, dalla locale sezione dell'associazione nazionale partigiani d'Italia e dalla consigliera di Carrara Bene Comune- Dema Claudia Bienaimè come ci racconta, con un interessante articolo, la collega Cinzia Chiappini dalle colonne de Il Tirreno
Sarà perché Carrara è una città decorata con la medaglia d'oro al merito civile per il contributo alla lotta di Liberazione o forse perché il post è stato pubblicato a pochissimi giorni dalla ricorrenza della strage di Vinca, il paesino ai piedi del Sagro dove tra il 24 e il 27 agosto del 1944 i nazifascisti uccisero 173 civili innocenti, tra cui molte donne e bambini.
Chissà se lui, Manfredo Bianchi, insegnante del corso per Geometri allo Zaccagna e candidato alle ultime amministrative con Fratelli D'Italia (in passato fu anche coordinatore comunale di An), aveva in mente questa triste ricorrenza, quando ha deciso di pubblicare quella foto. Certo, il professore aveva già manifestato pubblicamente le sue simpatie fasciste: basta scorrere la sua pagina Facebook (non protetta, visibile a tutti) e guardare le foto, a iniziare da quella del profilo dove si vede un uomo di spalle mentre porge il saluto romano a una scultura della testa di Mussolini.
Lo scatto sulla vetta del Sagro però è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sul vessillo si vedono distintamente un’aquila e un fascio littorio - è la bandiera della Repubblica sociale di Salò - e il professore, aggrappato alla croce, indossa una maglia nera (su cui campeggia una scritta non leggibile), mostrando con orgoglio la bandiera.
Bianchi: diritto di opinione. Per molti un gesto di disprezzo e di sfida, di più: un reato. Bianchi, interpellato sulla vicenda, centellina le parole, tiene i toni bassi e si difende: «Penso di avere esercitato il diritto di opinione e non credo di aver commesso alcun reato» ha dichiarato al Tirreno.
Lenzoni: un affronto ai morti di Vinca. Completamente diversa l'opinione dei tanti che hanno condannato il gesto: tra i primi a farlo, Marco Lenzoni dei Carc che ha sollecitato il comune di Fivizzano a denunciare Bianchi per l'affronto ai 173 morti di Vinca e l'Istituto Zaccagna a prendere provvedimenti contro l'insegnante. «Issare la bandiera della Repubblica di Salò in pubblico è un reato a tutti gli effetti, averlo fatto di fronte al paese di Vinca è un oltraggio vergognoso e indicibile che grida vendetta. Chiedo a nome del partito dei Carc e della città di Carrara tutta che gli studenti dello Zaccagna vengano portati alla prossima commemorazione della strage di Vinca. La scuola deve rimediare al velenoso odio propagandato non solo su Facebook da questo "signore" cultore del nazi fascismo» aggiunge Lenzoni, che annuncia che alla riapertura della scuola i Carc saranno presenti all'ingresso dello Zaccagna con un presidio per mostrare agli alunni le foto delle stragi nazifasciste e per chiedere l'allontanamento dalla attività didattica del «moderno nazista».
Conti (Anpi): è un reato. D'accordo con la valutazione del gesto di Bianchi anche Alessandro Conti, presidente di Anpi Carrara: «Avere esposto la bandiera dei repubblichini e avere decantato il fascismo è un reato. Il prefetto e chi di dovere prendano i provvedimenti del caso. Il fatto che sia un insegnante è un’aggravante e Bianchi dovrebbe essere allontanato dalla scuola». Altrettanto dura Claudia Bienaimè di CarraraBeneComune/Lista Dema che si dice allibita: «Il Sagro è il monte di tutti, si affaccia su Vinca e l'idea di sventolare una bandiera fascista è un'offesa e una provocazione a tutta la provincia. Ci aspettiamo che le istituzioni intervengano».
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