Il saluto romano è lecito. Lo dice il pm, ora basta. Smontati Fiano, Sala e compagni
di Alberto Busacca
Fonte Libero di sabato 5 agosto
Quel saluto romano alla sinistra non era proprio andato giù. Era il 29 aprile scorso, quando un migliaio di persone si erano trovate al Campo X del cimitero Maggiore di Milano per commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana. C'era stato il rito del "presente" e molte braccia si erano alzate. Provocando l'ira dei soliti noti. Le manifestazioni "fasciste" aveva sbottato la Boldrini, in Italia non possono essere consentite e rappresentano un affronto alla democrazia nata dalla resistenza. Bisogna distinguere, le aveva fatto eco il sindacato Beppe Sala, tra la memoria e l'apologia del fascismo. La nostra città non merita azioni del genere per cui tutti quelli che sono denunciabili vanno denunciati.
Detto fatto. Per quei saluti romani sono stati indagati una decina di militanti di Lealtà Azione di Casa Pound tra i quali il leader di Cpi Gianluca Iannone.
Solo che il fascismo sembra essere un pò come il caldo di questi giorni: quello percepito(almeno da alcuni) è diverso da quello reale. E cosi ieri il pm Piero Basilone, in accordo con il responsabile del pool antiterrorismo e anti eversione Alberto Nobili, ha chiesto di archiviare tutto. Non era una manifestazione fascista ma un ritrovo con finalità meramente commemorative. E non c'era l'intenzione di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostruzione del disciolto partito fascista.
Come era prevedibile, però questa decisione non è piaciuta a buona parte della sinistra. A partire dell'Anpi che parla di "fatto inquietante e grave". In questa delicata fase del nostro paese, ha scritto in una nota il presidente provinciale dell'associazione dei partigiani, Roberto Cenati, chiediamo fermezza e decisione per contenere e respingere ogni tentativo, oggi purtroppo ricorrente, di esaltazione del fascismo.
Ci dimostri questo Stato di essere finalmente quello Stato antifascista, delineato nella Costituzione Repubblicana, nata dalla resistenza, sciogliendo gruppi dichiaratamente nazi-fascisti e infliggendo a chi fa apologia di fascismo, reato gravissimo nel nostro ordinamento costituzionale, quelle esemplari condanne che ancora oggi stiamo aspettando.
Insomma, nell'estate delle polemiche per i costumi con la scritta "boia chi molla"e per i cartelli mussoliniani sulla spiaggia di Chioggia, un certo antifascismo militante e barricadero continua a scontrarsi con la realtà e con la legge. Se da un lato si invocano e si minacciano pene più severe per chi fa il saluto romano o vende gadget nostalgici su internet( vedi leggi Fiano), dall'altro i giudici ribadiscono che il braccio teso non è un reato, a meno che non ci sia una evidente finalità di restaurazione del regime fascista.
Ora, sul fatto che nessun gruppo di estrema destra sta lavorando per sovvertire la democrazia non sembrano esserci dubbi. Ma c'è da scommettere che il fascismo percepito dai compagni resterà sopra i livelli di guardia anche quando l'estate sarà finita.
Fonte Libero di sabato 5 agosto
Quel saluto romano alla sinistra non era proprio andato giù. Era il 29 aprile scorso, quando un migliaio di persone si erano trovate al Campo X del cimitero Maggiore di Milano per commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana. C'era stato il rito del "presente" e molte braccia si erano alzate. Provocando l'ira dei soliti noti. Le manifestazioni "fasciste" aveva sbottato la Boldrini, in Italia non possono essere consentite e rappresentano un affronto alla democrazia nata dalla resistenza. Bisogna distinguere, le aveva fatto eco il sindacato Beppe Sala, tra la memoria e l'apologia del fascismo. La nostra città non merita azioni del genere per cui tutti quelli che sono denunciabili vanno denunciati.
Detto fatto. Per quei saluti romani sono stati indagati una decina di militanti di Lealtà Azione di Casa Pound tra i quali il leader di Cpi Gianluca Iannone.
Solo che il fascismo sembra essere un pò come il caldo di questi giorni: quello percepito(almeno da alcuni) è diverso da quello reale. E cosi ieri il pm Piero Basilone, in accordo con il responsabile del pool antiterrorismo e anti eversione Alberto Nobili, ha chiesto di archiviare tutto. Non era una manifestazione fascista ma un ritrovo con finalità meramente commemorative. E non c'era l'intenzione di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostruzione del disciolto partito fascista.
Come era prevedibile, però questa decisione non è piaciuta a buona parte della sinistra. A partire dell'Anpi che parla di "fatto inquietante e grave". In questa delicata fase del nostro paese, ha scritto in una nota il presidente provinciale dell'associazione dei partigiani, Roberto Cenati, chiediamo fermezza e decisione per contenere e respingere ogni tentativo, oggi purtroppo ricorrente, di esaltazione del fascismo.
Ci dimostri questo Stato di essere finalmente quello Stato antifascista, delineato nella Costituzione Repubblicana, nata dalla resistenza, sciogliendo gruppi dichiaratamente nazi-fascisti e infliggendo a chi fa apologia di fascismo, reato gravissimo nel nostro ordinamento costituzionale, quelle esemplari condanne che ancora oggi stiamo aspettando.
Insomma, nell'estate delle polemiche per i costumi con la scritta "boia chi molla"e per i cartelli mussoliniani sulla spiaggia di Chioggia, un certo antifascismo militante e barricadero continua a scontrarsi con la realtà e con la legge. Se da un lato si invocano e si minacciano pene più severe per chi fa il saluto romano o vende gadget nostalgici su internet( vedi leggi Fiano), dall'altro i giudici ribadiscono che il braccio teso non è un reato, a meno che non ci sia una evidente finalità di restaurazione del regime fascista.
Ora, sul fatto che nessun gruppo di estrema destra sta lavorando per sovvertire la democrazia non sembrano esserci dubbi. Ma c'è da scommettere che il fascismo percepito dai compagni resterà sopra i livelli di guardia anche quando l'estate sarà finita.
Diciamo che se c'è una sovversione dell'ordine costituito (antifascista) questa viene proprio dalle istituzioni post 2011.
RispondiEliminaMinacciano denunce per ciò che uno dice, mentre per ciò che loro fanno non si muove paglia. Non conoscono l'etimologia della parola "reato".