Corallo torna in Italia, Fini ora trema
(G.p) E' previsto per questa mattina alle ore 11 l'arrivo da Saint Marteen di Francesco Corallo, l'imprenditore catanese indagato per riciclaggio. Se vuota il sacco, crolla il castello di bugie dell'ex presidente della Camera dei deputati nonché ultimo presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini sul caso Montecarlo come ci raccontano i colleghi Valeria Di Corrado ed Enrico Lupino con un interessante articolo pubblicato da Il Tempo, storico quotidiano romano.
Articolo che riportiamo interamente
Gianfranco Fini e la Tulliani family tremano: il re delle slot e dominus dello scandalo della casa di Montecarlo torna oggi in Italia. La richiesta di estradizione è infatti andata a segno ed in mattinata,alle ore 11 Francesco Corallo arriverà da Parigi, di ritorno da Saint Marteen, dove era stato arrestato il 13 dicembre 2016.
Un ritorno, quello del catanese, indagato per riciclaggio, che potrebbe chiarire una volta per tutte le posizioni dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, indagato dal febbraio scorso per lo stesso reato, in merito alla vicenda della compravendita dell'appartamento di Montecarlo.
La figura di Corallo sarebbe centrale, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti nello spiegare i movimenti di denaro tra i Tulliani, Elisabetta, la compagna di Fini, il fratello Giancarlo e il padre Sergio che sono anche essi entrati nell'inchiesta della rpcoura di Roma condotta dall'aggiunto Michele Prestipino e dal sostituto Barbara Sargenti.
Secondo le accuse, i Tulliani, dopo aver ricevuto, direttamente attraverso le loro società offshore, enormi trasferimenti di denaro per milioni di euro disposti dal re delle slot e operati da Rudolf Baesten(collaboratore di Corallo estradato recentemente in Italia), privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato con frazionamenti e movimentazioni ad hoc, il profitto illecito dell'associazione utilizzando conti accesi in Italia e all'estero. Oggetto di queste vorticose operazioni sarebbero stati i 2,4 milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e successivamente trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari a Roma e provincia.
Nonché il rilevante plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, derivante dalla vendita dell'appartamento di Montecarlo, di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Francesco Corallo, il quale aveva provveduto all'intera creazione delle società offshore di Tulliani.
Un sistema, quello ipotizzato dai magistrati romani, venuto fuori grazie all'operazione Rouge et Noir operata dalla Guardia di Finanza che indaga su fatti risalenti al 2008. A finire in manette nel dicembre 2016, per un giro di riciclaggio internazionale legato al gioco d'azzardo furono anche Amedeo Laboccetta ex senatore del Pdl( poi scarcerato e diventato un prezioso collaboratore per i pm) Rudolf Thedoor Anna Batsen, Alessandro La Monica, (anche esso estradato in Italia dalle Antille francesi a maggio) e Arturo Vespignani, collaboratori di Corallo, accusato di associazione per delinquere finalizzata al peculato, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolenta delle imposte, risulterebbe centrale anche per un altro particolare riguardo al rapporto con l'ex presidente della Camera.
Il rapporto tra Corallo e Fini sarebbe infatti precedente all'entrata in scena dei Tulliani, e solo successivamente li coinvolgerebbe. Laboccetta, infatti, aveva collocato a luglio 2004, il primo incontro tra l'allora vice presidente del Consiglio dei ministri e il "re delle slot" in occasione del famoso viaggio a Saint Marteen, nelle Antille olandesi, subito dopo che l'Atlantis World di Corallo aveva vinto ( come mandataria) il bando come concessionario dello Stato del gioco legalizzato con un raggruppamento di imprese composto da Pip srl, Bit media spa, e Sapar network.
Le indagini hanno evidenziato, scrivono gli inquirenti come Corallo abbia saputo prevedere l'evoluzione degli orientamenti normativi della maggioranza di governo italiana e come si sia giovato delle disposizioni di legge stabilita del 2010, utilizzando plurime interlocuzioni con esponenti politici, connotate anche da elargizioni di denaro.
Nel corso delle perquisizioni gli inquirenti trovarono il computer dove Corallo teneva il conto di ogni pagamento con le relative "causali".
Tra gli altri spiccava un bonifico milionario a Sergio Tulliani, nel quale si faceva riferimento proprio all'approvazione del decreto 78/2009 sulle slot, votato dal Parlamento in quel periodo. Mentre Giancarlo Tulliani è ancora latitante a Dubai, la figura centrale della tesi della procura ora potrà chiarire la natura di questi flussi di denaro.
Articolo che riportiamo interamente
Gianfranco Fini e la Tulliani family tremano: il re delle slot e dominus dello scandalo della casa di Montecarlo torna oggi in Italia. La richiesta di estradizione è infatti andata a segno ed in mattinata,alle ore 11 Francesco Corallo arriverà da Parigi, di ritorno da Saint Marteen, dove era stato arrestato il 13 dicembre 2016.
Un ritorno, quello del catanese, indagato per riciclaggio, che potrebbe chiarire una volta per tutte le posizioni dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, indagato dal febbraio scorso per lo stesso reato, in merito alla vicenda della compravendita dell'appartamento di Montecarlo.
La figura di Corallo sarebbe centrale, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti nello spiegare i movimenti di denaro tra i Tulliani, Elisabetta, la compagna di Fini, il fratello Giancarlo e il padre Sergio che sono anche essi entrati nell'inchiesta della rpcoura di Roma condotta dall'aggiunto Michele Prestipino e dal sostituto Barbara Sargenti.
Secondo le accuse, i Tulliani, dopo aver ricevuto, direttamente attraverso le loro società offshore, enormi trasferimenti di denaro per milioni di euro disposti dal re delle slot e operati da Rudolf Baesten(collaboratore di Corallo estradato recentemente in Italia), privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato con frazionamenti e movimentazioni ad hoc, il profitto illecito dell'associazione utilizzando conti accesi in Italia e all'estero. Oggetto di queste vorticose operazioni sarebbero stati i 2,4 milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e successivamente trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari a Roma e provincia.
Nonché il rilevante plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, derivante dalla vendita dell'appartamento di Montecarlo, di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Francesco Corallo, il quale aveva provveduto all'intera creazione delle società offshore di Tulliani.
Un sistema, quello ipotizzato dai magistrati romani, venuto fuori grazie all'operazione Rouge et Noir operata dalla Guardia di Finanza che indaga su fatti risalenti al 2008. A finire in manette nel dicembre 2016, per un giro di riciclaggio internazionale legato al gioco d'azzardo furono anche Amedeo Laboccetta ex senatore del Pdl( poi scarcerato e diventato un prezioso collaboratore per i pm) Rudolf Thedoor Anna Batsen, Alessandro La Monica, (anche esso estradato in Italia dalle Antille francesi a maggio) e Arturo Vespignani, collaboratori di Corallo, accusato di associazione per delinquere finalizzata al peculato, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolenta delle imposte, risulterebbe centrale anche per un altro particolare riguardo al rapporto con l'ex presidente della Camera.
Il rapporto tra Corallo e Fini sarebbe infatti precedente all'entrata in scena dei Tulliani, e solo successivamente li coinvolgerebbe. Laboccetta, infatti, aveva collocato a luglio 2004, il primo incontro tra l'allora vice presidente del Consiglio dei ministri e il "re delle slot" in occasione del famoso viaggio a Saint Marteen, nelle Antille olandesi, subito dopo che l'Atlantis World di Corallo aveva vinto ( come mandataria) il bando come concessionario dello Stato del gioco legalizzato con un raggruppamento di imprese composto da Pip srl, Bit media spa, e Sapar network.
Le indagini hanno evidenziato, scrivono gli inquirenti come Corallo abbia saputo prevedere l'evoluzione degli orientamenti normativi della maggioranza di governo italiana e come si sia giovato delle disposizioni di legge stabilita del 2010, utilizzando plurime interlocuzioni con esponenti politici, connotate anche da elargizioni di denaro.
Nel corso delle perquisizioni gli inquirenti trovarono il computer dove Corallo teneva il conto di ogni pagamento con le relative "causali".
Tra gli altri spiccava un bonifico milionario a Sergio Tulliani, nel quale si faceva riferimento proprio all'approvazione del decreto 78/2009 sulle slot, votato dal Parlamento in quel periodo. Mentre Giancarlo Tulliani è ancora latitante a Dubai, la figura centrale della tesi della procura ora potrà chiarire la natura di questi flussi di denaro.
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