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Sala scortato per Casa Pound? La questura non conferma.


(G.p)Il sindaco di Milano Beppe Sala sarebbe da circa una settimana sotto tutela durante alcune uscite pubbliche. Il servizio di vigilanza preventivo a cura della Digos sarebbe stato deciso dalla questura "a seguito delle recenti contestazioni da parte di alcune organizzazioni politiche", spiega la polizia.  Ma dalla Questura non arriva alcuna conferma in tal senso
Il riferimento è a segnali arrivati da circoli di estrema destra, come la campagna di striscioni contro il sindaco  irruzioni in Comune e presidi di Casa Pound, il movimento politico guidato da Simone De Stefano e da Gianluca Iannone che alcuni giorni fa ha inoltrato alla segreteria del sindaco una lettera in cui si chiede un incontro al fine di illustrare le attività e le posizioni politiche del movimento in città, come ci racconta con maggiori dettagli una nota, diffusa da Casa Pound Milano che pubblichiamo per intero.

  



Milano, 27 luglio – “Apprendiamo che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è stato messo sotto scorta e che questo sarebbe avvenuto per le nostre reiterate richieste di dimissioni. Prendiamo atto del fatto che per la Questura di Milano una legittima azione di opposizione politica, portata avanti con i legittimi strumenti della politica, è un atto allarmante e pericoloso. Ce ne faremo una ragione, non spetta a noi giudicare il modo in cui la Questura intende gli strumenti della politica e della democrazia”. A dirlo è il presidente di CasaPound Italia, Gianluca Iannone.
“Ciò di cui invece non possiamo semplicemente prendere atto – prosegue Iannone - è l'ambiguità con sui Sala risponde a chi gli chiede se abbia ricevuto minacce concrete: il sindaco preferisce non rispondere, lasciando margini di interpretazione che si configurano come un atto infame nei nostri confronti. 
CasaPound Italia rifiuta i metodi mafiosi di qualsiasi natura, sia quando si concretizzano in minacce sia quando si manifestano con un non-detto che talvolta è peggio di una minaccia esplicita”.
“Siamo ormai consapevoli da tempo – commenta il presidente di Cpi - che è in atto un violento tentativo di criminalizzarci, per mettere a tacere una voce che evidentemente dà parecchio fastidio. Partecipano a questo meccanismo anche forze politiche istituzionali, che progressivamente stanno alzando l'asticella, magari sperando di farci cadere in trappola”.
“Si diano tutti una calmata: non succederà. Giusto qualche giorno fa, abbiamo inoltrato alla segreteria del sindaco una lettera in cui chiedevamo un incontro, per illustrare le nostre posizioni e la nostra attività sul territorio. Noi facciamo così: ci mettiamo la faccia e diciamo le cose apertamente. Da parte di Palazzo Marino siamo ancora in attesa di una risposta. Speriamo che il sindaco Sala voglia rimediare a questo 'incidente mediatico', in cui è occorso lasciando ipotizzare minacce da parte nostra, rispondendo finalmente alla nostra lettera e accettando quel confronto a viso aperto che noi chiediamo e che tutti dovrebbero volere”.

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