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La Tulliani sfida la procura di Roma: scena muta sulla casa di Montecarlo

Mentre il fratello Giancarlo è ancora latitante in quel di Dubai, Elisabetta Tulliani, da indagata, fa scena muta  davanti ai magistrati della Procura della Repubblica di Roma che l'hanno convocata per sentire la sua versione dei fatti circa la casa di Montecarlo e sui rapporti con l'imprenditore Francesco Corallo, come ci racconta Patricia Tagliaferri con un interessante articolo pubblicato su Il Giornale.
Articolo che riportiamo per intero

Sempre meno trasparenti e collaborativi i Tullianos, cioè i Tulliani, la famiglia della compagnia di Gianfranco Fini, quella che ha contribuito ad affossare la già tormentata carriera politica dell'ex leader di Alleanza Nazionale.
Mentre Giancarlo, il cognato dell'ex presidente della Camera, il fortunato inquilino della famosa casa di Montecarlo, fa il latitante dorato a Dubai da quando a marzo la Procura di Roma ha spiccato nei suoi confronti un mandato d'arresto per riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti con il re delle slot Francesco Corallo, sua sorella Elisabetta, anche lei indagata per lo stesso reato con padre e compagno, fa scena muta davanti ai magistrati che l'hanno convocata per sentire la sua versione sulla compravendita dell'appartamento nel principato donato nel 1999 al partito dalla contessa Anna Maria Colleoni e svenduto da An, 9 anni dopo, ad un prezzo decisamente inferiore al valore commerciale, alla Printemps, una società offshore riconducibile ai Tulliani, per poi essere rivenduta alla Timara altra società offshore a loro riconducibile con una milionaria plusvalenza.
L'interrogatorio, di cui ha parlato il quotidiano Il Tempo, si è concluso in pochi minuti, giusto il tempo di formalizzare la decisione di Elisabetta Tulliani di avvalersi della facoltà di non rispondere. 
La Tulliani ha comunque dichiarato la sua estraneità ai fatti contestati e si è riservata di farsi interrogare a conclusione dell'inchiesta, dopo aver letto gli atti, spiega uno dei legali, Michele Sarno.
Una scelta fisiologica, per l'altro legale Francesco Caroleo Grimaldi.
Eppure lady Fini di cose da spiegare ne avrebbe parecchie. Avrebbe potuto chiarire come mai i soldi per pagare l'appartamento provenissero dai conti di Corallo, ma anche il suo ruolo nella Timara, accertato dai magistrati, e i vari passaggi di denaro dai conti del fratello ai suoi, in particolare quei 740 mila euro che Giancarlo le ha bonificato, in due tranche, nel 2015.
Ma in questa vicenda fin dall'inizio, c'è sempre stata scarsa disponibilità a chiarire. Anche da parte di Fini, del resto, che dai tempi dello scandalo di Montecarlo, sollevato da questo giornale, si ostinava a negare di conoscere i motivi per i quali l'appartamento fosse nella disponibilità di Giancarlo, arrivando a sostenere che se si fosse dimostrato che la casa era del cognato si sarebbe dimesso dalla presidenza della Camera. Cosa mai avvenuta, neanche quando i fatti lo hanno smentito. Fino al noto sono un coglione non un corrotto, quando l'inchiesta ha dimostrato che la società della casa di Montecarlo era riconducibile a sua moglie.
Scaricare tutta la colpa sul cognato non gli è servito, l'indagine è andata avanti. Lo ha travolto. Con tutta la famiglia. Ma a questo punto chiarire è diventato sempre più difficile.
  

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