Dal 2018 un solo corteo per Carlo. I Falvella contro le divisioni
(G.p)Sono state ben 3 le manifestazioni in ricordo di Carlo Falvella, il vice presidente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, rimasto vittima di un omicidio a sfondo politico commesso il 7 luglio di 45 anni fa dall'anarchico Giovanni Marini nel corso di una colluttazione avvenuta in pieno centro a Salerno.
Nel primo pomeriggio, intorno alle ore 16 c'è stata la manifestazione organizzata da Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale alla quale hanno partecipato una cinquantina di persone, a seguire c'è stato la marcia silenziosa in ricorda di Carlo Falvella, giunta al nono anno, organizzata senza simboli di partito, da Casa Pound Italia, ed infine in serata c'è stata la marcia organizzata da Forza Nuova.
Tre distinti momenti in cui è stata ricordata la figura di Carlo Falvella, un pò troppo secondo quanto sostiene, in una lettera sfogo Marco Falvella, fratello di Carlo, presidente dell'associazione internazionale vittime del terrorismo.
Lettera che pubblichiamo per intero.
Nel ringraziare tutti coloro che hanno voluto ricordare mio fratello Carlo, mi vedo costretto, sulla scorta di quanto è accaduto ieri a Salerno, durante la manifestazione - autorizzata dalla prefettura - organizzata da Forza Nuova, di prendere seri provvedimenti per gli anni avvenire.
Mio malgrado, chiederò alla Prefettura di Salerno, di non rilasciare autorizzazioni - a partiti o movimenti - che vogliano ricordare Carlo in data 7 luglio con cortei o manifestazioni di qualsiasi genere. Tutto ciò, potrà essere possibile solo in presenza di una richiesta presentata e firmata dal sottoscritto.
Carlo dovrà essere ricordato attraverso un unico corteo, tutti assieme orgogliosi di esserlo, almeno in quel triste momento. Non ci dovranno più essere cortei a tutte le ore del pomeriggio. La città di Salerno, dovrà vivere nella pace e nella serenità e magari, condividere con tutti noi, il ricordo di questo giovane ventenne.
Carlo non è la passerella per taluni, ne tanto meno, strumento della discordia tra opposte fazioni. Carlo chiede la pace e la non violenza, l'unione e non la separazione.
Voglio ringraziare Ciro Palladino - fratello di Iolanda, barbaramente assassinata a Napoli, da gruppi di estrema destra - per essere stato ieri lì con me. Con Ciro, unitamente ad altri familiari delle vittime di destra e di sinistra: da anni giriamo fra scuole e Atenei Italiani ed esteri, come portavoce di quella cultura fondata sulla pace, sulla tolleranza e la nonviolenza. Tutto ciò, supportati dai racconti sulle vicende che hanno colpito i nostri cari. Prima di chiudere, gradirei precisare che rappresento l'Associazione Internazionale Vittime del Terrorismo e non - come erroneamente ha scritto la redazione di Tele Colore -, l'Associazione Nazionale Vittime del Terrorismo. Auspicando, un positivo cenno di riscontro, nuovamente Vi ingrazio e abbraccio tutti.
Giovanni Marini era impegnato in una contro-inchiesta su uno strano incidente stradale che aveva provocato la morte di cinque anarchici calabresi, Giovanni Aricò, Annalisa Borth, Angelo Casile, Francesco Scordo, Ligi Lo Celso, avvenuto il 27 settembre 1970 sull’autostrada nei pressi di Ferentino, a pochi chilometri da Roma, dove i nostri compagni si recavano per consegnare i risultati di una loro inchiesta sulle stragi fasciste, che avevano cominciato ad insanguinare l’Italia. Le carte e i documenti degli anarchici di Reggio Calabria non furono mai ritrovate. Nell’incidente, avvenuto all’altezza di una villa di Valerio Borghese, fu coinvolto un autotreno guidato da un salernitano, che procedeva con i fari posteriori spenti. Pare che l’autista avesse simpatie fasciste. Marini doveva accertare se era stato un incidente casuale oppure organizzato e per questo aveva ricevuto molte minacce telefoniche, ma non sappiamo a che cosa approdarono le sue indagini.
RispondiEliminaNella prima serata del 7 luglio 1972 a Salerno si consumò l’ennesima provocazione da parte di Carlo Falvella e di Giovanni Alflinito, due militanti del MSI. Falvella per provocare una sua reazione, incontrandolo, gli diede una gomitata, ma Marini che passeggiava in compagnia di Gennaro Scariati, nato nel 1955 a Salerno, non reagì. E ben fece perché il lungomare di Salerno era strapieno di fascisti pronti ad intervenire per dar man forte ai camerati certamente mandati in avanscoperta.
Più tardi Marini e Scariati, ai quali nel frattempo si era aggiunto per puro caso il giovane Francesco Mastrogiovanni, nato nel 1951 a Castelnuovo Cilento (Sa), ridiscendendo tranquillamente Via Velia per andare a teatro, incontrarono nuovamente i due giovani missini. Ai due Mastrogiovanni disse di lasciarli in pace e per tutta risposta vide luccicare la lama di un coltello che lo ferì alla gamba, svenne e cadde sul marciapiedi. A questo punto intervenne Giovanni Marini, che riuscì a disarmare gli aggressori e, impossessatosi del coltello che aveva ferito Mastrogiovanni, nella colluttazione ferì Carlo Falvella, un giovane fascista di 21 anni. I fascisti – di fronte all’imprevista e coraggiosa reazione – se la diedero a gambe, limitandosi a soccorrere i loro due camerati e poco dopo Falvella morì all’ospedale. Mastrogiovanni, sanguinante per la ferita alla gamba, dovette ricorrere all’autostop per recarsi in ospedale.