Chioggia: i clienti si schierano con Gianni. Macché fascisti, vogliamo ordine
I clienti della spiaggia Punta Canna si sono schierati, senza se e senza ma, con il titolare Gianni Scarpa, in questi giorni finito nell'occhio del ciclone grazie ad una inchiesta del quotidiano La Repubblica che ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica dell'esistenza a Chioggia di una spiaggia fascista.
Subissato da critiche arrivate dal mondo politico di tutta le Penisola, ma a dir poco osannato dai suoi clienti . Gianni Scarpa, come sempre, ieri pomeriggio era in spiaggia. Quella che, esageratamente, definisce casa sua. e dove lui può fare e dire quello che vuole. In realtà la mano pesante della prefettura probabilmente gli ha fatto capire che forse è il caso di abbassare un po' i toni.
Quel che è certo è che non ha perso il sostegno dei suoi clienti. Pochi i chioggiotti che vengono su questa spiaggia, quasi tutti arrivano da fuori e cercano soprattutto relax e silenzio. «Non capisco tutto questo caos che si è creato attorno alla vicenda racconta un quarantenne - Io non vengo sicuramente qui perché Gianni ha idee fasciste o per fare politica. Io vengo qui perché la spiaggia è una delle più pulite e tranquille del territorio. È ben controllata ed anche ben gestita. Sinceramente non riesco a capire perché si è voluto a tutti i costi creare un caso».
Molti al suo fianco per dire che Punta Canna non è una spiaggia fascista. «Sono dispiaciuta racconta una donna dai molti tatuaggi per quello che ho letto e sentito. Io non sono fascista e questa non è una spiaggia fascista. Semplicemente qui ci sono delle regole che vanno rispettate. Gianni Scarpa non obbliga di certo a venire nella sua spiaggia. Chi non approva può scegliere di andare altrove. Ad esempio io trovo giusto che, fumando, mi venga dato un portacenere dove gettare le sigarette evitando così di doverle buttare a terra. Dove c'è ordine, disciplina e pulizia si sta bene e in questa spiaggia si sta benissimo. Questo non è fascismo».
Il collega Marco Biolcati, dalle colonne de Il Gazzettino di Venezia, in un caldo lunedì di inizio luglio intervista alcuni clienti che si sono schierati con il titolare dello stabilimento Gianni Scarpa affermando di venire in questo stabilimento perché curato, pulito, ben gestito.
Articolo che riportiamo per intero.
Subissato da critiche arrivate dal mondo politico di tutta le Penisola, ma a dir poco osannato dai suoi clienti . Gianni Scarpa, come sempre, ieri pomeriggio era in spiaggia. Quella che, esageratamente, definisce casa sua. e dove lui può fare e dire quello che vuole. In realtà la mano pesante della prefettura probabilmente gli ha fatto capire che forse è il caso di abbassare un po' i toni.
Quel che è certo è che non ha perso il sostegno dei suoi clienti. Pochi i chioggiotti che vengono su questa spiaggia, quasi tutti arrivano da fuori e cercano soprattutto relax e silenzio. «Non capisco tutto questo caos che si è creato attorno alla vicenda racconta un quarantenne - Io non vengo sicuramente qui perché Gianni ha idee fasciste o per fare politica. Io vengo qui perché la spiaggia è una delle più pulite e tranquille del territorio. È ben controllata ed anche ben gestita. Sinceramente non riesco a capire perché si è voluto a tutti i costi creare un caso».
Molti al suo fianco per dire che Punta Canna non è una spiaggia fascista. «Sono dispiaciuta racconta una donna dai molti tatuaggi per quello che ho letto e sentito. Io non sono fascista e questa non è una spiaggia fascista. Semplicemente qui ci sono delle regole che vanno rispettate. Gianni Scarpa non obbliga di certo a venire nella sua spiaggia. Chi non approva può scegliere di andare altrove. Ad esempio io trovo giusto che, fumando, mi venga dato un portacenere dove gettare le sigarette evitando così di doverle buttare a terra. Dove c'è ordine, disciplina e pulizia si sta bene e in questa spiaggia si sta benissimo. Questo non è fascismo».
Nessun commento: