Campo Hobbit 40: un mese dopo, programmi e riflessioni per il futuro
Il collega Alessandro Alberti, prezioso collaboratore di Fascinazione, autore di un interessante libro Radio Alternative, la destra che comunicava via etere Eclettica Edizioni è stato uno dei protagonisti di Campo Hobbit 40, una festa tanto attesa.
Quarantennale di Campo Hobbit si è svolto dal 23 al 25 giugno a Montesarchio, in provincia di Benevento e dopo quasi un mese dalla fine del suo svolgimento Alessandro Alberto, ci invia un interessante articolo dove parla di riflessioni e di programmi per il futuro.
Alexandre Dumas scrittore e drammaturgo francese fu autore di bellissimi romanzi. Tra i quali: Vent'anni dopo. Spesso quando si celebra una ricorrenza ventennale si usa dire quasi come Dumas, riprendendo il titolo di un disco di Francesco Guccini.
Nel caso di Campo Hobbit 40 questa abitudine viene meno, si tratta infatti di quaranta anni dopo, quindi il doppio del trascorso letterario di Dumas. Di questo ritrovarsi di idee, musica e persone è stato discusso.
Chi ha usato termini tendenti a sminuire, chi ha liberato il suo campo con uno spicciativo "raduno di nostalgici", chi ha comunque esaltato il bisogno e l'attesa, che una intera comunità aspettava, quarant'anni dopo appunto, chi proprio non ha scritto nulla, non perché non sapesse scrivere, ma probabilmente per tacere su un ritorno fastidioso di una realtà nuova, di un mix di giovani e meno giovani, di associazioni varie, di un incontro tra coscienze più o meno provenienti dalla stessa storia politica, che nella idea dell'organizzatrice Marina Simeone, dovranno essere il presupposto per la rielaborazione di un aspetto soprattutto culturale ma aperto anche a nuovi orizzonti. Un mese dopo Campo Hobbit 40: oltre alla rigenerazione e la rivisitazione di idee e progetti, che quarant'anni prima avevano fatto fare un salto di qualità culturale alla giovane destra, si prospetta un nuovo periodo di proposte e di un percorso progettuale e politico. Sicuramente rivolto all'Area ma senza vincoli partitici. La cultura come mezzo di comunicazione e di conquista di spazi nuovi, di superfici abbandonate e/o snobbate, di strati sociali deboli, dimenticati e lasciati al loro destino. La cultura vista non solo come innalzamento di conoscenza e conseguente crescita intellettuale e sociale.
Il vero prodotto di Campo Hobbit 40 sarà quello di trasferire il messaggio metapolitico nel politico. Quindi non più una valorizzazione fine a se stessa della politica sommersa, ma bensì l'emergere di questa entità. La cultura che diventa attiva politicamente, tramite la trasformazione dei concetti, che un quarantennio prima erano stati affrontati, ma che non avevano avuto il tempo necessario per maturare ed essere realizzati e utilizzati.
Da Campo Hobbit 40 nasce e si vedrà a breve un programma a medio e lungo termine, non velleitario ma basato su azioni concrete, che nulla hanno a che vedere con la nostalgia, tanto meno con la tristezza. Nostalgia sarebbe stata il lasciare disgregare il patrimonio ideale e politico del primo Campo. Il non proseguire con un'ottica seppure attuale una necessità di trasformazione della società attraverso modalità che pur tenendo conto del passato, è mirata a sviluppare ciò che il presente offre. Presto sarà possibile analizzare le proposte che Campo Hobbit 40 metterà in campo. Saranno a disposizione di tutti. Ma per la loro realizzazione si andrà per gradi. Nessun problema per chi poteva essere a Montesarchio e non c'era. La vera sfida inizierà a breve. Chi vorrà rilanciare un'Area che in parte ha già dimostrato di non voler essere sconfitta dall'opportunismo, dall'aridita' del potere fine a se stesso, dal pressapochismo, avrà spazi per lavorare e interlocutori pronti a raccogliere nuove idee, per ritrovare una militanza attiva, per assediare con consapevolezza nuova la cittadella del potere.
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