Bruno Vespa punge la Boldrini: Mussolini? Un grande urbanista.
(G.p)Anche Bruno Vespa, popolare conduttore del talk show Porta a Porta punge il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini che aveva ipotizzato niente poco di meno che l'abbattimento dei monumenti fascisti per non urtare la sensibilità dei vecchi partigiani e degli antifascisti, come ci racconta, il collega Francesco Cramer, con un interessante articolo, pubblicato su Il Giornale, storico quotidiano milanese.
Articolo che riportiamo per intero.
Anche Bruno Vespa punge Laura Boldrini. Motivo: l'ultima castroneria della «presidenta» della Camera che aveva ipotizzato l'abbattimento dei monumenti fascisti per non urtare la sensibilità degli antifascisti.
«Cosa che ha fatto la Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più», aveva aggiunto la Boldrinova, peraltro prendendo una cantonata perché è assolutamente falso. Ebbene, il babbo di Porta a Porta, di fronte a cotanta corbelleria, entra nel dibattito sul Ventennio e impugna il manganello: «Quale significato dobbiamo attribuire al rilancio del reato di apologia del fascismo e alla proposta di abbattere addirittura i simboli residui del regime, compresi alcuni edifici pubblici?», si domanda il giornalista. Sul Mussolini urbanista Vespa è limpido nella sua lectio alla Boldrini: «La stravagante proposta di abbattere i simboli architettonici del fascismo apre una questione dolorosa per i politici cresciuti in democrazia - scrive in un editoriale per Il Giorno - Mussolini è stato (purtroppo) l'ultimo urbanista di Roma e non solo. I maggiori ingegneri e architetti del tempo, poi in larga parte ricollocatisi nel Pci, si misero a disposizione del Duce per costruire 147 città e borghi. Nel 1938 Mussolini presentò il progetto dell'Expo 1942, l'Olimpiade della Civiltà che avrebbe dovuto mostrare al mondo la nuova grandezza di Roma». E ancora, un pizzico di storia della Capitale, probabilmente sconosciuta alla «presidenta» della Camera: «I lavori andarono avanti a un ritmo tale che dopo quattro anni, quando dovettero fermarsi perché la guerra andava male, era stato costruito l'intero quartiere dell'Eur, a cominciare dal Palazzo della Civiltà del Lavoro. Nacquero complessi di grande funzionalità ed eleganza come la città universitaria della Sapienza e gli attuali ministeri degli Esteri alla Farnesina e dell'Industria in via Veneto, arricchiti da opere dei maggiori artisti del tempo, generosamente finanziati dal ministero della Cultura popolare». Non solo Roma: che dire dell'Agro Pontino, ex palude totalmente bonificata dal regime? «La bonifica pontina procurò a Mussolini l'ammirazione internazionale («Potessimo fare noi quello che fa lui senza avere le rotture di scatole della stampa», sbottò uno stretto collaboratore di Roosevelt) - scrive sempre Vespa - Invece di pensare di abbattere i monumenti fascisti, dovremmo chiederci perché un quartiere fu costruito in quattro anni, mentre oggi nello stesso tempo non si riesce ad approntare un progetto di massima».
Il pungiglione di Vespa infilza anche la carne del piddino Emanuele Fiano che ha appena messo giù una proposta di legge per introdurre il reato che prevede «la reclusione da sei mesi a due anni per chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco». Vespa è basito: «La legge Scelba prevede multe e condanne fino a due anni di carcere per chi voglia ricostituire il partito fascista o ne esalti metodi ed esponenti. Quella legge è del '52, appena sette anni dopo la caduta di Salò» E quindi: «Ma se il parlamento di Scelba pensò di non punire la vendita di gadget fascisti, considerando fin da allora la Repubblica sufficientemente forte da sopportarli, dobbiamo farlo adesso?». Della serie: da un regime non democratico a un regime ottuso.
Articolo che riportiamo per intero.
Anche Bruno Vespa punge Laura Boldrini. Motivo: l'ultima castroneria della «presidenta» della Camera che aveva ipotizzato l'abbattimento dei monumenti fascisti per non urtare la sensibilità degli antifascisti.
«Cosa che ha fatto la Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più», aveva aggiunto la Boldrinova, peraltro prendendo una cantonata perché è assolutamente falso. Ebbene, il babbo di Porta a Porta, di fronte a cotanta corbelleria, entra nel dibattito sul Ventennio e impugna il manganello: «Quale significato dobbiamo attribuire al rilancio del reato di apologia del fascismo e alla proposta di abbattere addirittura i simboli residui del regime, compresi alcuni edifici pubblici?», si domanda il giornalista. Sul Mussolini urbanista Vespa è limpido nella sua lectio alla Boldrini: «La stravagante proposta di abbattere i simboli architettonici del fascismo apre una questione dolorosa per i politici cresciuti in democrazia - scrive in un editoriale per Il Giorno - Mussolini è stato (purtroppo) l'ultimo urbanista di Roma e non solo. I maggiori ingegneri e architetti del tempo, poi in larga parte ricollocatisi nel Pci, si misero a disposizione del Duce per costruire 147 città e borghi. Nel 1938 Mussolini presentò il progetto dell'Expo 1942, l'Olimpiade della Civiltà che avrebbe dovuto mostrare al mondo la nuova grandezza di Roma». E ancora, un pizzico di storia della Capitale, probabilmente sconosciuta alla «presidenta» della Camera: «I lavori andarono avanti a un ritmo tale che dopo quattro anni, quando dovettero fermarsi perché la guerra andava male, era stato costruito l'intero quartiere dell'Eur, a cominciare dal Palazzo della Civiltà del Lavoro. Nacquero complessi di grande funzionalità ed eleganza come la città universitaria della Sapienza e gli attuali ministeri degli Esteri alla Farnesina e dell'Industria in via Veneto, arricchiti da opere dei maggiori artisti del tempo, generosamente finanziati dal ministero della Cultura popolare». Non solo Roma: che dire dell'Agro Pontino, ex palude totalmente bonificata dal regime? «La bonifica pontina procurò a Mussolini l'ammirazione internazionale («Potessimo fare noi quello che fa lui senza avere le rotture di scatole della stampa», sbottò uno stretto collaboratore di Roosevelt) - scrive sempre Vespa - Invece di pensare di abbattere i monumenti fascisti, dovremmo chiederci perché un quartiere fu costruito in quattro anni, mentre oggi nello stesso tempo non si riesce ad approntare un progetto di massima».
Il pungiglione di Vespa infilza anche la carne del piddino Emanuele Fiano che ha appena messo giù una proposta di legge per introdurre il reato che prevede «la reclusione da sei mesi a due anni per chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco». Vespa è basito: «La legge Scelba prevede multe e condanne fino a due anni di carcere per chi voglia ricostituire il partito fascista o ne esalti metodi ed esponenti. Quella legge è del '52, appena sette anni dopo la caduta di Salò» E quindi: «Ma se il parlamento di Scelba pensò di non punire la vendita di gadget fascisti, considerando fin da allora la Repubblica sufficientemente forte da sopportarli, dobbiamo farlo adesso?». Della serie: da un regime non democratico a un regime ottuso.
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