Todi, i Fratelli d' Italia scoprono il reddito per l'infanzia
(G.p) Reddito di cittadinanza, reddito per l'infanzia, ius soli e ius culturae. I progetti di riforma dello stato sociale, in senso favorevole alla famiglia, spuntano come i funghi anche grazie a quelle forze culturali e politiche che si proclamano sovraniste. Da Todi, Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale lancia un pacchetto di misure a sostegno della famiglia. Tra queste spicca il reddito di infanzia, un rafforzamento del già esistente assegno di natalità destinato ai genitori meno ricchi. Nella battaglia tra visioni discordanti dello stato sociale, c'è anche Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale anche grazie al prezioso contributo, in termini ideali, che riceve da tante associazioni culturali pro life e pro famiglia, presenti al convegno di Todi.
Voglio prima di ogni altra cosa ringraziare Giorgia Meloni per l'invito che l'associazione Noi per la Famiglia che rappresento ha immediatamente colto con grande favore ed entusiasmo.
Quindi, voglio ringraziarla ancora per due ragioni.
La prima, è che ad un politico di livello nazionale come lei sarebbe sicuramente convenuto di più percorrere la strada molto più comoda delle riforme del cosiddetto progresso e delle posizioni laiche.
Lei ha invece scelto la strada molto più scomoda e difficile perché in salita dei valori e degli ideali, scegliendo di mettere al centro della sua azione politica la Famiglia, posizionandosi nel mezzo di uno scontro a fuoco ad armi impari che diventerà sempre più duro, soprattutto nella prossima legislatura.
La seconda, è che con questa scelta che oserei definire coraggiosa Giorgia Meloni ha deciso di ritornare a parlare di Politica, in un momento nel quale tutti vogliono che si parli d'altro.
Grazie Giorgia!
Veniamo al motivo di questo incontro, la Famiglia.
Rimettere al centro la Famiglia nell'azione della politica significa prima di tutto avere chiaro di cosa stiamo parlando. Allora occorre dirci con estrema lucidità e senza voler discriminare nessuno che l'unica FAMIGLIA di cui dobbiamo avere a cuore le sorti riportandola al centro del dibattito politico quotidiano è la FAMIGLIA naturale, quella cioè composta da un uomo e una donna che si incontrano, si amano, decidono di costruire un progetto di vita per la vita ed al servizio di questa, si uniscono in matrimonio dinanzi allo Stato, meglio se anche dinanzi a Dio, fanno l'amore e generano altra vita.
Tutte le altre forme di convivenza, possono definirsi tali liberamente se i soggetti che le compongono intendono definirsi anch'essi famiglia. Ma dal punto di vista giuridico costituzionale la politica ha l'obbligo prioritario di rimettere al centro del suo agire quotidiano la Famiglia naturale, quella cioè composta da una mamma e un papà. Altre aggregazioni sociali meritano sicuramente attenzione e dignità ma lo Stato Italiano, a nostro avviso, deve far ripartire l'Italia e per farlo deve puntare sulle nuove nascite di italiani figli di italiani nati su suolo italiano, quindi deve valorizzare l'unico istituto naturale che da che mondo è mondo è capace di perpetuare la specie. E questo istituto, che piaccia o no, si chiama in un sol modo e cioè FAMIGLIA. Mettetevi l'anima in pace, voi sostenitori delle false libertà della persona e delle società liquide, la FAMIGLIA Naturale è e deve restare il prisma attorno a cui costruire e far ruotare la società e noi intendiamo difenderla a tutti i costi!
Entriamo, quindi, nel merito delle proposte che serviranno alla stesura di una proposta di legge complessiva che Giorgia Meloni intenderà promuovere politicamente in parlamento nella prossima legislatura e che sarà il leitmotiv della prossima campagna elettorale.
Noi per la Famiglia chiede innanzitutto che si ridia ossigeno alle famiglie attraverso una sostanziale sostanziosa riscrittura della legge 53/2000.
È una legge vecchia e non più in gradi di rappresentare le esigenze sempre più mutevoli di questa società.
Chiediamo che nella proposta di legge di riforma della 53/2000 siano aumentati i permessi per le mamme lavoratrici, innalzando contestualmente il limite di età della prole entro il quale sono previsti congedi e aspettative per la genitorialità.
Quindi, ipotizziamo che oltre ai permessi mamma, si metta mano ai già esistenti permessi per il papà lavoratore perché il welfare familiare deve prevedere che siano entrambe le figure genitoriali e cioè la mamma ma anche il papà a collaborare nella famiglia per accudire i figli ed ottemperare alle esigenze quotidiane di tutto il nucleo familiare, se ci deve essere complementarietà tra uomo e donna deve avvenire anche in questo.
Altra proposta è quella di rivedere le modalità di calcolo del reddito complessivo familiare attraverso una riscrittiura e ridefinizione dei parametri del modello ISEE, troppo spesso meri calcolatori di.indicatori economici e di stili di vita, che non tengono conto delle reali esigenze dei nuclei familiari, soprattutto di quelli con tanti figli, magari con all'interno uno o più disabili e magari anche e molto spesso con una sola fonte di reddito.
Ancora, chiediamo di valorizzare il cosiddetto welfare familiare che, soprattutto per le generazioni dei nati dopo il 1970, significa sopperire all'assenza di sostegni concreti da parte dello Stato. Se non ci fossero i nonni, molte famiglie non avrebbero scelto di mettere al mondo figli e molte non potrebbero tirare avanti. Valorizziamo la figura dei nonni con ulteriori detrazioni e deduzioni fiscali sulla dichiarazione dei redditi, sgravi sull'irpef comunale e sulle addizionali regionali e se ancora lavoratori attivi inseriamo nella riforma della 53/2000 anche i permessi nonno e nonna per consentire a tantissimi nonni di assentarsi dal lavoro per aiutare i figli nella gestione sempre più complessa dei bambini almeno fino all'età di 10 anni della prole.
Infine, due proposte che riteniamo centrali. Se ne potrebbero citare tante altre, ma queste a nostro avviso sono le più importanti e strategiche per configurare veramente un sostegno alla genitorialità ed immaginare così di superare nel prossimo decennio il gravissimo tasso di denatalità che già così, oggi, condanna il nostro paese all'estinzione.
La prima proposta è l'istituzione del "SALARIO MAMMA", un vero e proprio assegno per tutte le donne che decidono un progetto di genitorialità, decidono di diventare mamme, che preveda una sinergia tra pubblico e privato nella costruzione di questo assegno mensile di sostegno alla vita e che consenta alle donne che vogliono mettere al mondo dei figli di assentarsi dal lavoro non più dal quarto mese e fino a tre mesi dopo la nascita del bambino, ma dalla notizia della dolce attesa e fino a tre anni di vita del proprio o dei propri figli. Questo sarebbe davvero un grosso passo in avanti nella lotta alla denatalità, questa sarebbe davvero una svolta storica che permetterebbe all'Italia di invertire la rotta e tornare a sperare in un futuro.
In ultimo, la bellezza della vita.
Ai nostri figli e più in generale alle nuove generazioni abbiamo trasmesso questo messaggio mortifero: non vi sposate e soprattutto non fate figli.
La famiglia costa, crea problemi, meglio la libertà di potersi godere la vita.
Noi invece vogliamo invertire la rotta e trasmettere ai nostri figli la bellezza della vita e di un progetto di vita che abbia al centro il matrimonio, l'amore dal quale si genera la vita e la bellezza di scommettere ancore e sempre più soprattutto al giorno d'oggi sulla Famiglia, sulla bellezza della Famiglia e della vita.
Andiamo nelle scuole, fin dalle materne, ad insegnare ai nostri figli la bellezza della vita e non la schifezza del gender fluid e della autodeterminazione sessuale.
Grazie ancora a Giorgia Meloni per aver organizzato questa importantissima giornata di lavori e grazie a tutti voi per avermi ascoltato.
Evviva la Famiglia, evviva la vita!
Tra i presenti al convegno Famiglia Welfare organizzato da Fratelli d'Italia c'era in qualità di relatore, Luigi Mercogliano, già candidato sindaco di Napoli per il Popolo della Famiglia, esponente di primo piano dell'associazionismo cattolico, ora leader del raggruppamento Noi per la Famiglia che ci ha inviato la sua personale relazione che pubblichiamo volentieri.
Voglio prima di ogni altra cosa ringraziare Giorgia Meloni per l'invito che l'associazione Noi per la Famiglia che rappresento ha immediatamente colto con grande favore ed entusiasmo.
Quindi, voglio ringraziarla ancora per due ragioni.
La prima, è che ad un politico di livello nazionale come lei sarebbe sicuramente convenuto di più percorrere la strada molto più comoda delle riforme del cosiddetto progresso e delle posizioni laiche.
Lei ha invece scelto la strada molto più scomoda e difficile perché in salita dei valori e degli ideali, scegliendo di mettere al centro della sua azione politica la Famiglia, posizionandosi nel mezzo di uno scontro a fuoco ad armi impari che diventerà sempre più duro, soprattutto nella prossima legislatura.
La seconda, è che con questa scelta che oserei definire coraggiosa Giorgia Meloni ha deciso di ritornare a parlare di Politica, in un momento nel quale tutti vogliono che si parli d'altro.
Grazie Giorgia!
Veniamo al motivo di questo incontro, la Famiglia.
Rimettere al centro la Famiglia nell'azione della politica significa prima di tutto avere chiaro di cosa stiamo parlando. Allora occorre dirci con estrema lucidità e senza voler discriminare nessuno che l'unica FAMIGLIA di cui dobbiamo avere a cuore le sorti riportandola al centro del dibattito politico quotidiano è la FAMIGLIA naturale, quella cioè composta da un uomo e una donna che si incontrano, si amano, decidono di costruire un progetto di vita per la vita ed al servizio di questa, si uniscono in matrimonio dinanzi allo Stato, meglio se anche dinanzi a Dio, fanno l'amore e generano altra vita.
Tutte le altre forme di convivenza, possono definirsi tali liberamente se i soggetti che le compongono intendono definirsi anch'essi famiglia. Ma dal punto di vista giuridico costituzionale la politica ha l'obbligo prioritario di rimettere al centro del suo agire quotidiano la Famiglia naturale, quella cioè composta da una mamma e un papà. Altre aggregazioni sociali meritano sicuramente attenzione e dignità ma lo Stato Italiano, a nostro avviso, deve far ripartire l'Italia e per farlo deve puntare sulle nuove nascite di italiani figli di italiani nati su suolo italiano, quindi deve valorizzare l'unico istituto naturale che da che mondo è mondo è capace di perpetuare la specie. E questo istituto, che piaccia o no, si chiama in un sol modo e cioè FAMIGLIA. Mettetevi l'anima in pace, voi sostenitori delle false libertà della persona e delle società liquide, la FAMIGLIA Naturale è e deve restare il prisma attorno a cui costruire e far ruotare la società e noi intendiamo difenderla a tutti i costi!
Entriamo, quindi, nel merito delle proposte che serviranno alla stesura di una proposta di legge complessiva che Giorgia Meloni intenderà promuovere politicamente in parlamento nella prossima legislatura e che sarà il leitmotiv della prossima campagna elettorale.
Noi per la Famiglia chiede innanzitutto che si ridia ossigeno alle famiglie attraverso una sostanziale sostanziosa riscrittura della legge 53/2000.
È una legge vecchia e non più in gradi di rappresentare le esigenze sempre più mutevoli di questa società.
Chiediamo che nella proposta di legge di riforma della 53/2000 siano aumentati i permessi per le mamme lavoratrici, innalzando contestualmente il limite di età della prole entro il quale sono previsti congedi e aspettative per la genitorialità.
Quindi, ipotizziamo che oltre ai permessi mamma, si metta mano ai già esistenti permessi per il papà lavoratore perché il welfare familiare deve prevedere che siano entrambe le figure genitoriali e cioè la mamma ma anche il papà a collaborare nella famiglia per accudire i figli ed ottemperare alle esigenze quotidiane di tutto il nucleo familiare, se ci deve essere complementarietà tra uomo e donna deve avvenire anche in questo.
Altra proposta è quella di rivedere le modalità di calcolo del reddito complessivo familiare attraverso una riscrittiura e ridefinizione dei parametri del modello ISEE, troppo spesso meri calcolatori di.indicatori economici e di stili di vita, che non tengono conto delle reali esigenze dei nuclei familiari, soprattutto di quelli con tanti figli, magari con all'interno uno o più disabili e magari anche e molto spesso con una sola fonte di reddito.
Ancora, chiediamo di valorizzare il cosiddetto welfare familiare che, soprattutto per le generazioni dei nati dopo il 1970, significa sopperire all'assenza di sostegni concreti da parte dello Stato. Se non ci fossero i nonni, molte famiglie non avrebbero scelto di mettere al mondo figli e molte non potrebbero tirare avanti. Valorizziamo la figura dei nonni con ulteriori detrazioni e deduzioni fiscali sulla dichiarazione dei redditi, sgravi sull'irpef comunale e sulle addizionali regionali e se ancora lavoratori attivi inseriamo nella riforma della 53/2000 anche i permessi nonno e nonna per consentire a tantissimi nonni di assentarsi dal lavoro per aiutare i figli nella gestione sempre più complessa dei bambini almeno fino all'età di 10 anni della prole.
Infine, due proposte che riteniamo centrali. Se ne potrebbero citare tante altre, ma queste a nostro avviso sono le più importanti e strategiche per configurare veramente un sostegno alla genitorialità ed immaginare così di superare nel prossimo decennio il gravissimo tasso di denatalità che già così, oggi, condanna il nostro paese all'estinzione.
La prima proposta è l'istituzione del "SALARIO MAMMA", un vero e proprio assegno per tutte le donne che decidono un progetto di genitorialità, decidono di diventare mamme, che preveda una sinergia tra pubblico e privato nella costruzione di questo assegno mensile di sostegno alla vita e che consenta alle donne che vogliono mettere al mondo dei figli di assentarsi dal lavoro non più dal quarto mese e fino a tre mesi dopo la nascita del bambino, ma dalla notizia della dolce attesa e fino a tre anni di vita del proprio o dei propri figli. Questo sarebbe davvero un grosso passo in avanti nella lotta alla denatalità, questa sarebbe davvero una svolta storica che permetterebbe all'Italia di invertire la rotta e tornare a sperare in un futuro.
In ultimo, la bellezza della vita.
Ai nostri figli e più in generale alle nuove generazioni abbiamo trasmesso questo messaggio mortifero: non vi sposate e soprattutto non fate figli.
La famiglia costa, crea problemi, meglio la libertà di potersi godere la vita.
Noi invece vogliamo invertire la rotta e trasmettere ai nostri figli la bellezza della vita e di un progetto di vita che abbia al centro il matrimonio, l'amore dal quale si genera la vita e la bellezza di scommettere ancore e sempre più soprattutto al giorno d'oggi sulla Famiglia, sulla bellezza della Famiglia e della vita.
Andiamo nelle scuole, fin dalle materne, ad insegnare ai nostri figli la bellezza della vita e non la schifezza del gender fluid e della autodeterminazione sessuale.
Grazie ancora a Giorgia Meloni per aver organizzato questa importantissima giornata di lavori e grazie a tutti voi per avermi ascoltato.
Evviva la Famiglia, evviva la vita!
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