La Costituzione, questa sconosciuta. L' Hobbit 40 di Daniele Martignetti
Daniele Martignetti è un giovane collaboratore della rivista Ordine Futuro, laboratorio di cultura e politica vicino a Forza Nuova, ed era sabato a Montesarchio, in provincia di Benevento, in qualità di relatore di un convegno intitolato Immigrazione ed identità, insieme a Massimo Pacilio, professore di storia e filosofia, Fabrizio Fiorini, direttore de L'Uomo libero, Nicola Cospito, professore di lettere e filosofia, Adriano Tilgher, segretario del Fronte nazionale.
Su questo interessante convegno, tenuto nella seconda giornata di Campo Hobbit, in quel di Montesarchio, ci manda un personale contributo che pubblichiamo.
È ora di costituirmi alla autorità. Sono colpevole,
maledettamente colpevole di presunzione. Tuttavia, prima di consegnarmi alle
vostre condanne, vi racconto una storia.
In qualità di redattore di Ordine Futuro, partecipo al
quarantennale del Campo Hobbit organizzato, come tradizione comandò salvo
successive modifiche, in quel di Montesarchio, nel beneventano.
Marina Simeone, figlia del celeberrimo Generoso, riesce a
riunire i principali fautori di quel mondo metapolitico che fu definito,
volgarmente, “neo-fascista” ma, razionalmente, indecifrabile.
Buona gestione dell'evento: stand, tavolate, gazebo delle
conferenze, e birra, tanta sacra birra. Anzi, a ben pensarci l'unica
dimostrazione della esistenza di divinità, in quell'ambiente, era proprio la
birra, così fresca, così ricca di bollicine che ti solleticavano lingua e
palato combattendo le volontà di qualche divinità un po' malandrina che illuminò
un po' troppo le giornate con un mix di raggi UVA e UVB che hanno messo a dura
prova la purezza della candida pelle bianca delle giovincelle ivi presenti.
Beh, non tante: considerando anche l'altra specie umana, i
ragazzi non erano moltissimi, tutt'altro. Chi si aspettava un Campo Hobbit in
stile 1977 con tanti giovani e pochi anziani, o saggi, sarà rimasto fortemente
deluso; prevedibile? Non so.
La seconda giornata ha visto il susseguirsi di talune tavole
tematiche, erroneamente definite “rotonde” sebbene palesemente rettangolari, ma
fa niente, dicono che la consecutio temporum nelle congetture mentali non debba
aver riscontro nella realtà. Va' a capirli, questi saggi.
Viene sollevata la classica, e tediosa, questione putiniana,
analizzando il buon Vladimir come salvatore della Sacra Europa e possibile
modello da cui attingere. Peccato che l'Europa non sia più sacra e che il
simpaticone palestrato russo non sia interessato a noi né alla destra italiana.
Destra? E vabbé, sono nostalgici, mica come me dichiaratamente “Non nostalgico
poiché ho un quarto di secolo sulle spalle. Probabilmente, nel Ventennio, sarei
stato il primo oppositore”. È risaputo -
e chi non lo sapesse, lo sappia (cit.) - che sono un semplicissimo osservatore
politico, un po' presuntuoso ma tra l'altro sono povero e non mi rimane che
perdermi nei sofismi per poi condannarli. Ipocrisia e coerenza ipocrita.
–
Prego, la parola al ragazzo. Nome e cognome.
–
Daniele Martignetti. Sicuri che la soluzione sia
attingere e aspettare un salvatore? Non sarebbe forse meglio esser forti e
presuntuosi ed esser noi il modello? Vedete, tra l'altro, Putin non mi sta
nemmeno molto simpatico, e non credo sia un forte: basti vedere che Erdogan,
molto meno sponsorizzato, non ha esitato ad abbattergli un aereo.
–
Grazie dell'intervento, però non usciamo fuori
tema.
Peccato, tuttavia, che la questione putiniana non fosse stata
posta da me ma da loro stessi, i saggi, che incalzano, togliendosi qualche
sassolino dalla scarpa:
–
Bisogna sempre attingere dal vecchio e dalla tradizione.
Apprezziamo le idee di Martignetti ma non il suo attacco – ho evitato di
scriverlo, meglio la prosa così il lettore si annoierà di più – alle radici
della tradizione. E poi sei ateo, ateismo e destra sono un paradosso.
Ripeto, non hanno ben capito che io non sia tesserato con
nessuno. Me ne farò una ragione, in fondo
sono un bastardo. Avrei voluto citare Nietzsche, che tanto religioso non
era, però, spesso, “basta osservare il nostro interlocutore per saperci
vendicati”, e il buon nichilista non meritava di morire ancora.
Rincalzo:
–
Scusate, si fa per dire, ma quale sarebbe la
destra di cui parlate? Non esiste alcun contenitore di idee.
–
È qui che ti sbagli. I principi ci sono, occorre
solo organizzarsi.
–
Ma se, dopo Alleanza Nazionale, non è esistito
alcun elettore!
–
Sbagli, perché noi (bla bla bla).
In sostanza, i savi sostengono che dopo quel famoso 13,5%
finiano sia esistita una destra altrettanto forte; chissà, magari a me era
staccata la televisione o la Rai mi forniva notizie false – il che potrebbe
anche essere – però di alternative a una idea – bislacca, modificata,
deturpata, ma paradossalmente forte nella società ipocrita – non ne ricordo a
differenza di gente come Meloni, Salvini et similia.
Salvini... stendo una coperta pietosa in piena estate.
Ma il bello deve ancora venire. Conscio che il fulcro della
mia conferenza pomeridiana sarebbero stati due esperimenti sociali ovvero la
Teoria della Identità sociale e il Modello Zimbardo, il mio genio partorisce
una Idea: l'esperimento ve lo faccio io. Inizio a parlare con molte persone
nella maniera più libera possibile. Sono dieci, tra cui tre ragazzi e sette
anzianotti (o saggi, conta l'età cerebrale), e ripeto a tutti la stessa frase:
“L'articolo due della nostra Costituzione sancisce l'eguaglianza formale e
sostanziale. L'articolo due recita 'Tutti i cittadini eccetera eccetera'”.
Sì, l'articolo due. Lo ripetevo così insistentemente che mi
sarei aspettato un clamoroso “No, fermo! L'articolo tre! Il due parla dei
diritti inviolabili dell'uomo...”. E credetemi, curavo bene la cadenza tonica
sì da accentuare il mio errore nei neuroni dell'interlocutore.
Quali i risultati?
I tre ragazzi mi hanno corretto sul colpo, i sette savi si
sono limitati a controbattere con sofismi evoliani, hitleriani e biologici.
Non pago, e dopo aver pagato diverse birre, ripeto la stessa
cosa in conferenza.
–
Beh – dico tra me e me – dinanzi a una
cinquantina di persone qualcuno se ne accorgerà e mi contesterà.
Nulla cosmico. Nessuno conosce la nostra Costituzione, però tutti
vogliono combattere il sistema adoperando i suoi mezzi – Facebook, smartphone,
internet... - ma nessuno adopera il suo aratro più laborioso, la carta
costituzionale.
Visto che il pollo è cotto, essendo notoriamente provocatore
come un enzima che inserito in un corpo estraneo scatena una determinata
reazione, rincalzo.
–
L'Isis agisce come molti gruppi
extraparlamentari e vi dimostro come.
Sorvolo sulla dimostrazione, nessuno mi dice: “Insomma, io ho
letto i manuali dello Stato Islamico”. No, nessuno ha letto, però l'immigrato è
terrorista e il terrorista è immigrato.
Inizio a scoraggiarmi, Eolo abbatte la sua ira contro il cavo
che alimentava l'elettricità nel microfono per ben due volte. Avrei voluto
ringraziarlo, ma metti che avesse desiderato qualche sacrificio...
E fu così che non immolai nessuno a Eolo, sebbene il
desiderio poco recondito.
Durante la mia conferenza, ho esplicato due miei postulati,
ovvero:
1)
“Uno Stato che si rispetti deve riconoscere le
differenze razziali ed etniche”;
2)
“Uno Stato che vuol mantenere la legittimazione
a esistere deve AMMETTERE per iscritto che occorra salvaguardare le razze”.
Ho anche sottolineato che “Mongoloide non è una offesa così
come non lo è mogolo. Una è una razza, l'altra una nazionalità”, ma niente,
loro vogliono esser liberi di dirlo.
Ma esiste un terzo postulato che dichiaro oggi, il più
importante, dopo accurata analisi sociale della categorizzazione poco
identitaria neofascista: “Per fare la guerra, occorrono le armi. Per fare
l'amore, occorrono due membri. Per cambiare il sistema, occorre conoscere il
sistema”.
Salvo che qualcuno non sia in mala fede, ma non credo, erano
tutti così devoti.
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