Campo Hobbit 40: il saluto di Simeone, le domande di Reale
Ci siamo! Dalle ore 16:00 di oggi saremo a Montesarchio a Campo Hobbit 40. A chi soprattutto negli ultimi giorni ha continuato a predicare, con la presunzione di possedere verità precostituite, di rappresentare la parte giusta, di contro quella necessariamente sbagliata. A chi dal proprio comodo divano di casa continua a lamentarsi del mondo attuale, ma non ha la forza di provare a cambiarlo. A chi senza una poltrona su cui poggiare il deretano è nulla. A chi non vuole ancora accettare che lo spazio che Campo Hobbit è prima di tutto spazio aperto di libertà e confronto senza censure. Dedico la frase simbolo di questo appuntamento a Montesarchio, scritta in momenti non meno bui di quelli che stiamo viviendo, ma con la luce in sé della volontà di non cedere ad essi.
E" tempo di costruire, dopo i furiosi incendi, sui fondi laceri, anche soltanto casette da pastori".
Marina Simeone
Comincia oggi Campo Hobbit 40, l'evento politico culturale promosso da un gruppo di camerati campani che ruota attorno alla vulcanica personalità di Marina Simeone, la figlia di Generoso, il dirigente rautiano che del primo Campo Hobbit fu il principale organizzatore. Ci saremo anche noi. La tavola rotonda "storica", in programma oggi alle 17.30, sarà moderata da Giuseppe Parente. Qualche domanda interessante, su nostra sollecitazione, la pone Giacinto Reale nel nostro gruppo di facebook Interfaccia
Do, però, un giudizio positivo sull'esperienza del Campo, perchè fu una manifestazione di vitalismo in un ambiente che era un pò compresso tra persecuzioni poliziesche e violenze compagnesche
Quindi, non capisco certi distinguo che alcuni (diciamo poi "finiani", per capirci) fanno oggi tra i "buoni" che il campo vollero e i "cattivi" che magari vi parteciparono, ma senza riuscirsi a staccare dal gusto per "parate funebri da neofascismo muscolare", e rimasero stupiti dal fatto che "al Campo spopolasse Tolkien e fossero in ribasso le quotazioni di Mein Kampf"
Personalmente non ho mai letto l'indigeribile mattone hitleriano e ha lasciato dopo un centinaio di pagine le storie degli ometti dai piedi bitorzoluti di invenzione anglosassone, però credo che ponendo così la questione si faccia un torto alla realtà dei Campi stessi, dove convivevano, nel comune desiderio di "uscire dalla fogna" (questo sì) sensibilità diverse
Per dire: uno degli ideatori (il più "attrezzato" ?) non sarà l'anno dopo traduttore e prefatore de "La conquista di Berlino" di Goebbels (che ho trovato egualmente indigesta, e mille volte inferiore, per esempio, a "Diario 1922" di Balbo) ? .....O sbaglio anche qui ?
Insomma, mi sa che si intraveda forte il rischio di una rievocazione-mistificazione, tesa a nostalgicamente esaltare uno "strano impasto di fantasticherie un po’ hippie e un po’ tardo- arcadiche, pastorellerie, insomma, roba da pecore dal mansueto agire, dal gregario vivere e dal pigro vegetare" (Veneziani dixit), quasi a giustificare future scelte montiane, "reti-verdiane", giacchettiane, etc di alcuni dei protagonisti di allora.
Confermo che non c'ero e ho poco titolo a parlare. Per un ristabilimento della realtà conto sugli amici che c'erano...e ci sono ancora
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