Tulliani da Dubai: non torno
La collega Cristiana Lodi, dalle colonne del quotidiano nazionale Libero, con un interessante articolo, che pubblichiamo per intero, ci relazione su cosa sta facendo a Dubai il latitante Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, ex presidente della Camera dei Deputati nonché ultimo presidente di Alleanza Nazionale.
Dichiarato irreperibile, viaggia con l'autista e paga in contanti. Gli Emirati Arabi valutano la richiesta di arresto, ma l'accordo con il nostro paese per le estradizioni è bloccato.
Non voglio tornare in Italia, perché ho paura di non poter venire più a Dubai, anche se l'avvocato mi ha detto di tornare. Parla cosi Giancarlo Tulliani al telefono con il padre Sergio, poco prima che il giudice firmasse l'ordinanza di cattura a marzo scorso. Il cognato di Gianfranco Fini è in fuga da dicembre 2016. Scappato negli Emirati Arabi due giorni dopo l'arresto del re delle slot machine Francesco Corallo.
Il padre, come si legge nell'ordinanza di arresto( non eseguita) risponde di non parlare al telefono.I tabulati dicono che Giancarlo( in fuga) chiama il padre e lo fa da Malta, Ungheria, Romania, Estonia, Polonia, Olanda, Finlandia, Irlanda, Danimarca. E oggi continua ad essere irreperibile a Dubai.
Con rischio (o possibilità) di estradizione? Nonostante la città araba sia conosciuta come il paradiso dei latitanti italiani che ha tenuto al sicuro manager, politici, costruttori finiti nei guai con la giustizia, presto potrebbe non essere più cosi.
A febbraio 2016 gli Emirati hanno ratificato il trattato di cooperazione giudiziaria per poter estradare i cittadini che l'Italia rivuole in patria. Anche se manca un tassello: la ratifica dell'accordo è stata si presentata in Consiglio dei Ministri per l'approvazione ma ottenuto il placet dei dicasteri interessati( Giustizia, Interno, Economia) il Ddl di ratifica è rimasto bloccato perché necessita di una più accurata ponderazione. Se i nostri politici ponderassero velocemente, forse Giancarlo Tulliani potrebbe tornare a Roma, spiegare la sua versione dei fatti e affrontare le conseguenze giudiziarie che gravano sulla sua persona.
A cominciare dall'arresto ordinato dal giudice, il cognato di Fini non sarebbe il solo a dover rientrare. Alla comitiva si aggiungerebbe l'ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena (condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafioso e in esilio a Dubai dal 2013. Poi Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a 9 mesi per il crac della società, ma in affari in terra araba dal 2011. All'elenco si aggiungerebbe l'imprenditore milanese Alberico Antonio Giulio Cetti Serbelloni arrestato ad Abu Dhabi, per una frode al fisco di un miliardo e rimesso in libertà con l'ordine di non lasciare gli emirati arabi.
Giancarlo Tulliano dichiarato "irreperibile" ? Stando al settimanale Chi, che lo ha paparazzato, si aggira per la città su una berlina, con autista di rigore. E qualche accorgimento: il pagamento col contante. Le carte di credito lascerebbero traccia delle spese e dei luoghi frequentati. Cosa inopportuna per un latitante. Cosi il cognato di Fini, "desaparecidos" per i magistrati italiani, tira fuori banconote sotto gli occhi dei testimoni.
Negli uffici di cambio dei centri commerciali di Dubai e, ci mancherebbe, al ristorante.
Dichiarato irreperibile, viaggia con l'autista e paga in contanti. Gli Emirati Arabi valutano la richiesta di arresto, ma l'accordo con il nostro paese per le estradizioni è bloccato.
Non voglio tornare in Italia, perché ho paura di non poter venire più a Dubai, anche se l'avvocato mi ha detto di tornare. Parla cosi Giancarlo Tulliani al telefono con il padre Sergio, poco prima che il giudice firmasse l'ordinanza di cattura a marzo scorso. Il cognato di Gianfranco Fini è in fuga da dicembre 2016. Scappato negli Emirati Arabi due giorni dopo l'arresto del re delle slot machine Francesco Corallo.
Il padre, come si legge nell'ordinanza di arresto( non eseguita) risponde di non parlare al telefono.I tabulati dicono che Giancarlo( in fuga) chiama il padre e lo fa da Malta, Ungheria, Romania, Estonia, Polonia, Olanda, Finlandia, Irlanda, Danimarca. E oggi continua ad essere irreperibile a Dubai.
Con rischio (o possibilità) di estradizione? Nonostante la città araba sia conosciuta come il paradiso dei latitanti italiani che ha tenuto al sicuro manager, politici, costruttori finiti nei guai con la giustizia, presto potrebbe non essere più cosi.
A febbraio 2016 gli Emirati hanno ratificato il trattato di cooperazione giudiziaria per poter estradare i cittadini che l'Italia rivuole in patria. Anche se manca un tassello: la ratifica dell'accordo è stata si presentata in Consiglio dei Ministri per l'approvazione ma ottenuto il placet dei dicasteri interessati( Giustizia, Interno, Economia) il Ddl di ratifica è rimasto bloccato perché necessita di una più accurata ponderazione. Se i nostri politici ponderassero velocemente, forse Giancarlo Tulliani potrebbe tornare a Roma, spiegare la sua versione dei fatti e affrontare le conseguenze giudiziarie che gravano sulla sua persona.
A cominciare dall'arresto ordinato dal giudice, il cognato di Fini non sarebbe il solo a dover rientrare. Alla comitiva si aggiungerebbe l'ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena (condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafioso e in esilio a Dubai dal 2013. Poi Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a 9 mesi per il crac della società, ma in affari in terra araba dal 2011. All'elenco si aggiungerebbe l'imprenditore milanese Alberico Antonio Giulio Cetti Serbelloni arrestato ad Abu Dhabi, per una frode al fisco di un miliardo e rimesso in libertà con l'ordine di non lasciare gli emirati arabi.
Giancarlo Tulliano dichiarato "irreperibile" ? Stando al settimanale Chi, che lo ha paparazzato, si aggira per la città su una berlina, con autista di rigore. E qualche accorgimento: il pagamento col contante. Le carte di credito lascerebbero traccia delle spese e dei luoghi frequentati. Cosa inopportuna per un latitante. Cosi il cognato di Fini, "desaparecidos" per i magistrati italiani, tira fuori banconote sotto gli occhi dei testimoni.
Negli uffici di cambio dei centri commerciali di Dubai e, ci mancherebbe, al ristorante.
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