Dopo Mario Adinolfi arriva il duce sulla bacheca di Luigi Mercogliano
(G.p)Luigi Mercogliano, già candidato alle ultime amministrative, alla carica di sindaco di Napoli, nonostante abbia abbandonato il Popolo della Famiglia, movimento politico creato da Mario Adinolfi continua ad essere preso di mira dal sito Gayburg, organo di propaganda LGBT.
Questa volta il sito accusa Luigi Mercogliano di essere un fascista per aver pubblicato, come tante altre persone, sulla propria bacheca di Facebook, in data 5 maggio, un manifesto commemorativo di Bobby Sands, martire della rivoluzione irlandese morto il 5 maggio del 1981 a seguito di uno sciopero della fame, durato 74 giorni, condotto ad oltranza come forma di protesta contro il regime carcerario cui erano sottoposti i detenuti di fede repubblicana.
Sul manifesto in ricordo di Sands, che anche io affissi sui muri di Napoli il 5 maggio di 24 anni fa, da Luigi Mercogliano pubblicato sul noto social network c'erano anche alcuni adesivi raffiguranti la croce celtica ed un adesivo raffigurante Benito Mussolini, aggiunti successivamente alla stampa del manifesto, da un giovane militante del tempo, un ragazzo di 15-18 anni....
Tanto basta per sollevare una polemica politica alla quale Luigi Mercogliano ha cosi risposto: è da persone in malafede, affermare che Bobby Sands, morto per la libertà della sua terra dopo aver lottato duramente contro il colonialismo inglese sia una icona del fascismo? Per qualche adesivo, messo da un giovane militante di 15-18 anni su un manifesto si arriva a sostenere qualcosa che nulla a che fare con la storia.
Questi di Gayburg, conclude Mercogliano, sono disposti a tutto pur di colpire chi ha sola colpa di aver a cuore una idea di società differente da quella che vorrebbero imporre a tutti.
Per dovere di cronaca, al fine di far conoscere e poi deliberare i nostri lettori, pubblico per intero l'articolo pubblicato dal sito Gayburg.
Dopo Adinolfi arriva il duce sulla bacheca di Luigi Merogliano
Per anni Luigi Merogliano è stato il volto napoletano del patito di Mario Adinolfi, perlomeno alla rottura dello scorso aprile giunta dopo che l'ex missino ha lamentato un comportamento dittatoriale da parte del suo leader. Insieme ad Adinolfi amava mostrare la Bibbia durante i suoi comizi e frequentava le chiese evangeliche alla ricerca di nuovi elettori sulla base di una linea politica interamente basata sull'abuso del sentimento religioso atto a promettere discriminazioni giustificate nel nome di Dio. Risulta anche tra i relatori dei convegni omofobi organizzati da Gandolfini ma non riuscì a conquistare l'ambito palco del family day (di cui risulta comunque parte dello staff, impegnato a fotografare bambini a cui era stata assegnata un'etichetta con il loro sesso di nascita).
Ma a riconfermarci quale sia la reale matrice ideologica di chi inneggia ad Adinolfi pare essere il messaggio che l'ex esponente del "Popolo della famiglia" ha pubblicato sulla sua pagina Facebook in onore di quello che lui definisce un «martire della rivoluzione irlandese». La fotografia allegata mostra un poster dedicato a Bobby Sands e decorato con tante croci celtiche, saluti romani e persino fotografie di Mussolini. Sono presenti che simboli che inneggiano all'I.R.A. e che non è ben chiaro se faccia riferimento a quella nuova fazione che si rese responsabile di sanguinosi atti terroristici.
E il fatto non appare nuovo dato che la sua vicinanza con l'estrema destra appariva evidente anche durante la sua militanza nel patito di Afinolfi, tant'è che nel novembre del 2016 pubblicò alcune immagini che lo mostravano mentre prendeva parte alla messa organizzata dagli Arditi d'Italia tra i "mi piace" lasciati dai fedelissimi di Adinolfi. Il simbolo che si vede chiaramente sulle fasce è quello della FNAI, ossia il gruppo fondato da Mussolini il 23 ottobre 1922 come gruppo fedele al fascismo.
Nessun commento: