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Parigi, tre blitz al comizio del Fn, aggredito deputato. Le Pen: "Con me il Bataclan non ci sarebbe stato"


(G.p)Il collega Alberto Custodero dalle pagine virtuali del quotidiano La Repubblica, con un interessante articolo che pubblichiamo per intero, ci racconta cosa è successo al comizio di Marine Le Pen, candidata alle presidenziali francesi avvenuto nella giornata di lunedì 17 aprile a cinque giorni dal voto per l'Eliseo. 



Prima l'aggressione a un deputato del Gard, poi l'interruzione del discorso della candidata alle presidenziali da parte di una attivista che ha fatto irruzione sul palco. Quindi le urla di una donna in platea che si è sbottonata la camicetta (forse una Femen). Scontri, disordini, insulti, lancio di pietre e anche di qualche molotov durante il comizio di Marine Le Pen, questa sera al teatro Zenith di Parigi, a sei giorni dal voto per l'Eliseo. In risposta alle aggressioni, i militanti della destra hanno scandito lo slogan "La Francia ai francesi".
Le Pen: "O si rinasce, o si affonda". I disordini sono avvenuti durante il comizio della leader del Fn che, proprio qualche giorno fa, aveva attaccato il Papa e la Chiesa sui migranti. Aprendo il grande comizio al teatro Zenith di Parigi, la candidata del Front National ha esordito dicendo che "la campagna presidenziale è praticamente finita". "Tra 6 giorni - ha aggiunto - si vota: è giunta l'ora della scelta, una scelta storica, una scelta di civiltà". "Domenica - ha avvertito la candidata dell'estrema destra - la Francia rinasce o la Francia affonda". Le Pen ha poi puntato il dito contro tutti i suoi avversari che sostengono una "visione post-nazionale", la "trasformazione della Francia in una vaga regione rinchiusa nella prigione dell'Unione europea". Quindi, ha toccato l'argomento migranti. "Con me - ha dichiarato - non ci sarebbero stati i terroristi migranti del Bataclan. I predicatori jihadisti devono essere espulsi e le moschee salafite devono essere chiuse. "Riformerò il codice della nazionalità affinché non si possa diventare francesi quasi per caso". La candidata alle presidenziali ha infine annunciato l'intenzione di "sopprimeremo gli incredibili vantaggi fiscali accordati da Fillon al Qatar e all'Arabia Saudita". I militanti, almeno cinquemila, tra cui tanti giovanissimi, l'acclamano, in un trionfo di tricolori bleu-blanc-rouge e spillette 'Marine Présidente'. Ma anche dentro il teatro non sono mancati fuori programma.

Il primo blitz. Un centinaio di persone, rispondendo all'appello dei collettivi antifascista e di estrema sinistra, si era data appuntamento nel tardo pomeriggio, in attesa del comizio della candidata alle presidenziali. L'arrivo del frontista Gilbert Collard, deputato del Gard, è stato a dir poco movimentato. Scendendo dall'auto, l'alto dirigente del Fronte è stato oggetto di una dura accoglienza da parte di militanti anti-Fn. "Gilbert Collard è stato aggredito vigliaccamente insieme alla moglie all'ingresso dello Zenith", ha detto all'interno del teatro David Rachline, portavoce della campagna presidenziale di Marine Le Pen, puntando il dito contro "teppisti di estrema sinistra". Subito dopo l'aggressione l'ingente dispositivo di agenti in tenuta antisommossa lo ha immediatamente portato via e accompagnato all'interno del teatro. "Stavo per prendermi una bottiglia di birra in testa ma grazie al cielo un poliziotto è riuscito a scansarla, come anche una specie di bomba infiammabile", ha deplorato Collard una volta dentro. Fuori dallo Zenith la tensione è rimasta alta con scontri e incidenti inscenati da militanti anti-Fn per tutta la durata del comizio. "Tutto il mondo odia il Fn", "Tutti i poliziotti sono fascisti" sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti che hanno lanciato oggetti contro gli agenti, i quali hanno risposto usando gas lacrimogeni. Gli incidenti, iniziati poco prima delle 19, si sono conclusi intorno alle 21.


Il secondo blitz. Ma un secondo blitz è stato compiuto proprio mentre Marine Le Pen arringava la folla: una attivista ha fatto irruzione sul palco. Immediato l'intervento del servizio d'ordine, che l'ha portata via dietro al grido dei militanti: "Siamo a casa nostra!". Marine Le Pen ha poi ripreso la parola dicendo: "I militanti di estrema sinistra sono fuori di testa, attaccano l'unica donna candidata che difende le donne".

Il terzo blitz
. Il terzo blitz contro Marine Le Pen quando un'altra donna, questa volta dalla platea, grida verso la scena con l'immensa scritta 'Au Nom du Peuple'. I cinquemila dello Zenith volgono lo sguardo verso la militante infiltrata, sul petto, a seno nudo, ha marchiato slogan anti-Le Pen. Impossibile, almeno per ora, determinare se fosse una Femen o meno.
Immediatamente è stata portata via dal servizio d'ordine. Le Pen è stata costretta per un'altra volta ad interrompere il suo discorso. "Non vogliono proprio lasciarci esprimere le nostre idee...", ha commento Le Pen, riprendendo la parola dopo l'interruzione.


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