Domani l''ultimo saluto a Staiti. Ancora qualche ricordo
L'ultimo saluto laico a Tom Staiti avverrà domani sabato, 4 Marzo, dalle 13.30 alle 15.00, presso la Sala Consiliare del Comune di Lesa (che si trova alla fine del paese, per chi provenga da Arona e, quindi, da Milano). Niente funerali, nel rispetto della sua volontà.
Intanto ancora qualche saluto:
Sto finendo di leggere 'le fogne del paradiso' di Albert Spaggiari, che avevi tanto insistito si pubblicasse. Tu ed Albert, sotto il medesimo segno del Sagittario, stessa classe, 1932. Hai fatto in tempo a vederne l'uscita. Così se n'è andato Tomaso Staiti di Cuddia. Ci legava - accanto all'appartenenza a idee vicende battaglie - la medesima amcizia per Emilia e il ricordo di Albert. Non era poco; non è poco... Credo che il motto di Albert ' tout me fait rire' ti appartenga, ci appartenga. Anticonformisti antiborghesi irriverenti. Sempre.
Mario Michele Merlino
In tanti stanno ricordando Tomaso Staiti di Cuddia, che ci ha lasciato ieri. Uomo di grande cultura, coraggio, passione ed eleganza in ogni aspetto della sua vita.
Ho avuto occasione di conoscerlo solo pochi anni fa e mi ha dato un grande aiuto per scrivere la biografia di Albert Spaggiari, suo vecchio amico. Avrei dovuto rivederlo lo scorso autunno a Milano per la presentazione congiunta del mio libro e di quello di Albert, "Le fogne del paradiso", ma purtroppo un contrattempo me l'ha impedito e ora non ci saranno altre occasioni.
Lo ricordo con una foto scattata nella sua casa sul lago Maggiore nel novembre del 2012, con in mano un altro libro di Albert Spaggiari, "Journal d'une truffe", e la dedica "A un vrai ami. Spag".
Addio, Sagittario Tom.
Giorgio Ballario
Cara Flavia Perina, concordo con ogni singola parola nel tuo ricordo di Tomaso Staiti. Rammento una strepitosa cena milanese: lui, Filippo Ceccarelli e il sottoscritto, al termine di una puntata dell'"Infedele" di Lerner. Era una miniera di aneddoti. Era un personaggio. Era un uomo elegante e signorile. Era ironico senza voler essere inutilmente spiritoso. Ne ebbe per tutti: la destra post-missina, che aveva smesso di frequentare, e quella berlusconiana, che non aveva mai frequentato. Tagliente e mai volgare. Se avessi dato retto ad alcune delle cose che mi disse quella sera sui capoccioni di An, che conosceva uno per uno in tutte le loro miserie, politiche e umane, forse avrei impegnato meglio il mio tempo negli anni a venire.
Alessandro Campi
E' venuto a mancare Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse. Le parole sono difficili da trovare per descrivere un aristocratico che non disdegnava le persone comuni; un uomo ardito e coraggioso; un uomo che non ha mai illuso nessuno e non ha mai inteso manovrare e sfruttare alcuno, in un ambiente politico pericolosamente e tradizionalmente esposto alle provocazioni di ogni genere e tipo. Un libertario non dissoluto, tollerante ma selettivo. Mai bigotto, alieno ed avverso allo spirito reazionario, pur essendo nobile di antica schiatta. Ha fatto sua la causa di tanti ragazzi il cui idealismo venne sfruttato ed utilizzato per costruire carriere ministeriali e di vicepresidenze sostanziali e meschine. Individuò lo scenario di una destra moderna quanto tutti guardavano indietro e richiamavano al passato nostalgico per vincere congressi. Poi, quando quello scenario da lui individuato e per il quale era stato sconfitto e criticato, si affermò nella realtà, vi prese le distanze e si propose nuovamente per quel passato che tutti stavano celando e opportunisticamente abbandonando per questioni di scranni e per compiacere al potere costituito dall'8 settembre 1943 in poi. Fu amico di Marco Pannella, non si unì alla folla urlante contro Craxi ed Andreotti. Andava a trovare quelli finiti in carcere e si prodigò affinché nei loro confronti non venissero commesse violenze e soprusi. Aiutò l'editoria antagonista e controcorrente, sapeva scrivere benissimo. Se fosse stato opportunista e lecchino...sarebbe diventato come minimo Presidente del Senato. Ed invece sdegnosamente uscì dalla politica, restò isolato. Voleva bene all'Italia, tutta unita, eccome. Ho avuto il privilegio, grazie ad alcuni amici, di lavorare per lui qualche mese, dal settembre 1991 all'aprile 1992, come suo ultimo assistente parlamentare. Le sue scelte l'avevano portato all'isolamento; in queste ore si leggono tanti nomi, tante dichiarazioni virtuali di chi seguì i suoi nemici di allora e di sempre, quelli interni, quelli che non ne sopportavano la bellezza e l'intelligenza, la signorilità, l'essere padrone del proprio destino. E' valso la pena conoscerlo, lavorare per lui e lo ringrazio per aver conferito prestigio, in quei mesi di solitudine ed apparente declino in Corso Matteotti, a Milano, a quella che, scopro soltanto ora, fu l'ultima fase della mia giovinezza...addio Onorevole, Le ho sempre dato del "Lei" perché in qualche modo era "sopra", al di là di tutto e degli errori e del carattere non facile che pure aveva...mi ha fatto solo del bene...come a tanti, forse a tutti o a troppi irriconoscenti...
Andrea Benzi
Intanto ancora qualche saluto:
Sto finendo di leggere 'le fogne del paradiso' di Albert Spaggiari, che avevi tanto insistito si pubblicasse. Tu ed Albert, sotto il medesimo segno del Sagittario, stessa classe, 1932. Hai fatto in tempo a vederne l'uscita. Così se n'è andato Tomaso Staiti di Cuddia. Ci legava - accanto all'appartenenza a idee vicende battaglie - la medesima amcizia per Emilia e il ricordo di Albert. Non era poco; non è poco... Credo che il motto di Albert ' tout me fait rire' ti appartenga, ci appartenga. Anticonformisti antiborghesi irriverenti. Sempre.
Mario Michele Merlino
In tanti stanno ricordando Tomaso Staiti di Cuddia, che ci ha lasciato ieri. Uomo di grande cultura, coraggio, passione ed eleganza in ogni aspetto della sua vita.
Ho avuto occasione di conoscerlo solo pochi anni fa e mi ha dato un grande aiuto per scrivere la biografia di Albert Spaggiari, suo vecchio amico. Avrei dovuto rivederlo lo scorso autunno a Milano per la presentazione congiunta del mio libro e di quello di Albert, "Le fogne del paradiso", ma purtroppo un contrattempo me l'ha impedito e ora non ci saranno altre occasioni.
Lo ricordo con una foto scattata nella sua casa sul lago Maggiore nel novembre del 2012, con in mano un altro libro di Albert Spaggiari, "Journal d'une truffe", e la dedica "A un vrai ami. Spag".
Addio, Sagittario Tom.
Giorgio Ballario
Cara Flavia Perina, concordo con ogni singola parola nel tuo ricordo di Tomaso Staiti. Rammento una strepitosa cena milanese: lui, Filippo Ceccarelli e il sottoscritto, al termine di una puntata dell'"Infedele" di Lerner. Era una miniera di aneddoti. Era un personaggio. Era un uomo elegante e signorile. Era ironico senza voler essere inutilmente spiritoso. Ne ebbe per tutti: la destra post-missina, che aveva smesso di frequentare, e quella berlusconiana, che non aveva mai frequentato. Tagliente e mai volgare. Se avessi dato retto ad alcune delle cose che mi disse quella sera sui capoccioni di An, che conosceva uno per uno in tutte le loro miserie, politiche e umane, forse avrei impegnato meglio il mio tempo negli anni a venire.
Alessandro Campi
E' venuto a mancare Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse. Le parole sono difficili da trovare per descrivere un aristocratico che non disdegnava le persone comuni; un uomo ardito e coraggioso; un uomo che non ha mai illuso nessuno e non ha mai inteso manovrare e sfruttare alcuno, in un ambiente politico pericolosamente e tradizionalmente esposto alle provocazioni di ogni genere e tipo. Un libertario non dissoluto, tollerante ma selettivo. Mai bigotto, alieno ed avverso allo spirito reazionario, pur essendo nobile di antica schiatta. Ha fatto sua la causa di tanti ragazzi il cui idealismo venne sfruttato ed utilizzato per costruire carriere ministeriali e di vicepresidenze sostanziali e meschine. Individuò lo scenario di una destra moderna quanto tutti guardavano indietro e richiamavano al passato nostalgico per vincere congressi. Poi, quando quello scenario da lui individuato e per il quale era stato sconfitto e criticato, si affermò nella realtà, vi prese le distanze e si propose nuovamente per quel passato che tutti stavano celando e opportunisticamente abbandonando per questioni di scranni e per compiacere al potere costituito dall'8 settembre 1943 in poi. Fu amico di Marco Pannella, non si unì alla folla urlante contro Craxi ed Andreotti. Andava a trovare quelli finiti in carcere e si prodigò affinché nei loro confronti non venissero commesse violenze e soprusi. Aiutò l'editoria antagonista e controcorrente, sapeva scrivere benissimo. Se fosse stato opportunista e lecchino...sarebbe diventato come minimo Presidente del Senato. Ed invece sdegnosamente uscì dalla politica, restò isolato. Voleva bene all'Italia, tutta unita, eccome. Ho avuto il privilegio, grazie ad alcuni amici, di lavorare per lui qualche mese, dal settembre 1991 all'aprile 1992, come suo ultimo assistente parlamentare. Le sue scelte l'avevano portato all'isolamento; in queste ore si leggono tanti nomi, tante dichiarazioni virtuali di chi seguì i suoi nemici di allora e di sempre, quelli interni, quelli che non ne sopportavano la bellezza e l'intelligenza, la signorilità, l'essere padrone del proprio destino. E' valso la pena conoscerlo, lavorare per lui e lo ringrazio per aver conferito prestigio, in quei mesi di solitudine ed apparente declino in Corso Matteotti, a Milano, a quella che, scopro soltanto ora, fu l'ultima fase della mia giovinezza...addio Onorevole, Le ho sempre dato del "Lei" perché in qualche modo era "sopra", al di là di tutto e degli errori e del carattere non facile che pure aveva...mi ha fatto solo del bene...come a tanti, forse a tutti o a troppi irriconoscenti...
Andrea Benzi
Al di là di tutto, il Barone era davvero una bella persona.
Non come queste mezze seghe di adesso, buoni solo a prendersela coi negri e gli sfigati...
Che la terra ti sia lieve, Tomaso.Enrico Galmozzi
Non come queste mezze seghe di adesso, buoni solo a prendersela coi negri e gli sfigati...
Che la terra ti sia lieve, Tomaso.Enrico Galmozzi
Ho conosciuto Tomaso Staiti di sfuggita, in occasione di (quella che mi venne narrata come) una delle sue avventure «economiche».
Era un uomo divertente. Famosa la sua comparsa a culo nudo su un manifesto che diceva a Fini «Meglio il nostro culo della tua faccia».
Era fascista, era un uomo.
Maurizio Costa
Era un uomo divertente. Famosa la sua comparsa a culo nudo su un manifesto che diceva a Fini «Meglio il nostro culo della tua faccia».
Era fascista, era un uomo.
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