Salvini torna a Napoli e sfida Bossi
Sabato il comizio di Noi con Salvini a Napoli nonostante gli attacchi del sindaco Luigi De Magistris e le minacce degli antagonisti dei centri sociali. Le perplessità del fondatore Umberto Bossi, ma per i fedelissimi del felpato Salvini è solo un invidioso che ha fallito.
Il collega Antonio Rapisarda, dalle colonne de Il Tempo, con un interessante articolo che proponiamo per intero, grazie alla segnalazione di Emanuele, nostro affezionato lettore romano, ci descrive cosa cova sotto la prima ufficiale di Noi con Salvini all'ombra del Vesuvio, dove tra scena e retroscena c'è di mezzo un parricidio.
Elemento, questo, non condiviso dagli insider: «Non solo con questa manifestazione rilanciamo Noi con Salvini – continua la fonte – ma da qui, come ha annunciato ieri Salvini dalla Russia, inizia una partita politica con cui si deciderà qual è il perimetro della coalizione». Anche per i leghisti, insomma, e nonostante proprio i governatori del Nord insistano sui referendum autonomisti, non esiste alternativa a Renzi e 5 Stelle che non comprenda il Meridione: «Noi siamo rimasti in attesa di capire che cosa succedeva alle forze politiche tradizionali del Mezzogiorno: vorrei ricordare, ad esempio, che in Basilicata il cosiddetto centrodestra non riesce ad ottenere nemmeno un consigliere provinciale né a Matera né a Potenza. Da parte nostra proviamo a metterci a discussione con personalità – da Angelo Attaguile ai giovani Gianluca Cantalamessa, Rossano Sasso e Domenico Furgiele – che stanno dimostrando tutta la vivacità del nostro progetto». Ma c'è anche un terzo livello di lettura del perché l'altro Matteo ha scelto di puntare su Napoli.
Un motivo tutto interno a “casa Lega” dove non si fermano i brontolii sull'apertura in chiave nazionale del progetto di Alberto da Giussano. «Ormai il fatto che stiamo facendo una cosa al Sud, che per la Lega non rappresenta alcun costo né richiede altro onere è un fatto metabolizzato, se non da quelli che tentano di utilizzare i cosiddetti “residuali”...». Ossia? «Quelli che non hanno capito che quando mettiamo sui social un post di Noi con Salvini l'80% dei “mi piace” proviene dalle sezioni di Bergamo o del Veneto...». La critica all'apertura al Meridione, insomma, «è il problema di “uno” che viene strumentalizzato in alcuni casi e basta...». Quell'uno, però, non è uno qualsiasi: è Umberto Bossi, il fondatore. Non importa, secondo i salviniani di stretta osservanza. Del resto è colui che «non è riuscito a fare, provandoci, la stessa cosa che Noi con Salvini ha fatto in due anni nel Sud
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