Laboccetta: Fini non ha più coperture ora le toghe hanno capito tutto
(G.p)Il collega Paolo Bracalini dalle colonne de Il Giornale, storico quotidiano milanese, intervista in esclusiva l'ex parlamentare di An e del Popolo della libertà Amedeo Laboccetta, principale accusatore dell'ex Presidente della Camera dei Deputati nonché ultimo presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini nell'inchiesta sui soldi di Corallo e gli affari della famiglia Tulliani.
Corallo, il re delle slot machine, versava milioni di euro ai Tulliani, per ottenere l'aiuto di Gianfranco Fini nell'approvazione delle leggi. Le bordate dei pm contro l'ex leader di An sono durissime.
E uno dei suoi accusatori- l'ex parlamentare Amedeo Laboccetta- torna ad attaccarlo: sapevano tutto della casa a Montecarlo ma i giudici lo proteggevano. Ora le sue coperture sono saltate.
"Fini non ha più le coperture di un tempo, direi che è un po' organo di protezioni, o almeno si sono indebolite. Eppure in quegli anni la terza carica dello Stato Italiano, e cioè il signor Fini, godeva di una super protezione, tanto a livello nazionale che internazionale.
Non tocca a me dare le pagelle ai magistrati. Sono convinto che la Procura di Roma e il gip che ha formulato la richiesta di arresto per Tulliani abbiano ben inquadrato la figura di Fini in tutta la vicenda.
Adesso si tratta di avere pazienza ed aspettare la fine della storia".
L'ex parlamentare di An Amedeo Laboccetta è diventato il principale accusatore di Fini nell'inchiesta sui soldi di Corallo e gli affari della famiglia Tulliani, inchiesta che riguardo lo stesso Laboccetta come ex consulente dell'imprenditore delle slot ed ufficiale di collegamento tra l'Atlantis e l'allora presidente della Camera.
Fu lei a presentarli, e sempre lei a raccontare che fu Fini in persona a chiedera a Corallo di attivarsi per trovare casa a Montecarlo
E' quello che ho riferito con precisione ai magistrati. In quell'incontro Fini fece intendere che l'aspirazione sua e della compagna Elisabetta Tulliani fosse quelle di avere una casa a Montecarlo. E Corallo si mostrò disponibile.
Dunque Fini non sarebbe il coglione( epiteto usato da lui stesso) utilizzato a sua insaputa dai Tulliani, ma avrebbe avuto un ruolo da protagonista in tutta la vicenda.
Macché coglione. Solo politicamente è stato un coglione, perché si è fatto illudere da Napolitano che facendo il killer di Berlusconi sarebbe diventato premier di un governo istituzionale. Ma sulla casa di Montecarlo no, sapeva tutto. Io penso che sia arrivato il tempo per Fini di raccontare la verità, gli italiani hanno capito com'è andata la storia, se continua in questo atteggiamento si fa male da solo. Apra il cuore e gli archivi, magari potrebbe aiutare a riabilitare la sua immagine. Anche se non sarà facile.
Fini ha già annunciato che la querela.
"Che ci provi, controquerelerò subito lui per calunnia. Lo sfido in qualsiasi sede ad un contraddittorio. Io ho ricostruito in un libro, con testimonianze dirette, quel che ho visto, sentito, toccato con mano durante l'ignobile manovra di palazzo, un vero colpo di stato, andato in scena nel 2010. Nessuno mai ha smentito, né Fini, né tanto meno Naoplitano. Dovrebbe essere il Parlamento ad avviare una seria attività di indagini su quelli anni opachi. Altrimenti lo farà la magistratura.
Lei conosceva Fini da molto tempo, già dagli anni del Msi. Come spiega il suo comportamento?
Non voglio entrare nelle vicende personali altrui, ma sicuramente la famiglia Tulliani ha molto condizionato l'operato e le scelte di Fini sul piano politico e dei rapporti istituzionali.
In particolare Giancarlo Tulliani, una persona innamorata solo della bella vita, del lusso e della ricchezza.
Sta dicendo che ha contagiato Fini.
Le racconto un aneddoto, per farle capire che punto di boria era arrivato. Ci portò all'Antica Pesa di Roma: io Corallo,Elisabetta e Giancarlo Tulliani. In questo ristorante mi hanno dedicato una bottiglia d'acqua personalizzata disse Fini.
Arrivò in effetti un cameriere con una bottiglia e l'etichette dedicata al presidente della Camera. "La imbottigliano solo per me. Un gesto di attenzione per un uomo importante come me" Rimasi sbigottito. Non riuscivo a capacitarmi di come Fini non capisse che era un'usanza per i clienti in vista, nulla più. E infatti ce n'era una dedicata ad Alemanno. Quando lo dissi a Fini, sbiancò.
Lei lo ha definito un uomo ossessionato dal potere.
E' un piccolo politico. Una volta Almirante ci disse:"ricordate passeranno almeno venti anni prima che gli italiani capiscano chi è davvero Fini. Solo un gran bel megafono.
Corallo, il re delle slot machine, versava milioni di euro ai Tulliani, per ottenere l'aiuto di Gianfranco Fini nell'approvazione delle leggi. Le bordate dei pm contro l'ex leader di An sono durissime.
E uno dei suoi accusatori- l'ex parlamentare Amedeo Laboccetta- torna ad attaccarlo: sapevano tutto della casa a Montecarlo ma i giudici lo proteggevano. Ora le sue coperture sono saltate.
"Fini non ha più le coperture di un tempo, direi che è un po' organo di protezioni, o almeno si sono indebolite. Eppure in quegli anni la terza carica dello Stato Italiano, e cioè il signor Fini, godeva di una super protezione, tanto a livello nazionale che internazionale.
Non tocca a me dare le pagelle ai magistrati. Sono convinto che la Procura di Roma e il gip che ha formulato la richiesta di arresto per Tulliani abbiano ben inquadrato la figura di Fini in tutta la vicenda.
Adesso si tratta di avere pazienza ed aspettare la fine della storia".
L'ex parlamentare di An Amedeo Laboccetta è diventato il principale accusatore di Fini nell'inchiesta sui soldi di Corallo e gli affari della famiglia Tulliani, inchiesta che riguardo lo stesso Laboccetta come ex consulente dell'imprenditore delle slot ed ufficiale di collegamento tra l'Atlantis e l'allora presidente della Camera.
Fu lei a presentarli, e sempre lei a raccontare che fu Fini in persona a chiedera a Corallo di attivarsi per trovare casa a Montecarlo
E' quello che ho riferito con precisione ai magistrati. In quell'incontro Fini fece intendere che l'aspirazione sua e della compagna Elisabetta Tulliani fosse quelle di avere una casa a Montecarlo. E Corallo si mostrò disponibile.
Dunque Fini non sarebbe il coglione( epiteto usato da lui stesso) utilizzato a sua insaputa dai Tulliani, ma avrebbe avuto un ruolo da protagonista in tutta la vicenda.
Macché coglione. Solo politicamente è stato un coglione, perché si è fatto illudere da Napolitano che facendo il killer di Berlusconi sarebbe diventato premier di un governo istituzionale. Ma sulla casa di Montecarlo no, sapeva tutto. Io penso che sia arrivato il tempo per Fini di raccontare la verità, gli italiani hanno capito com'è andata la storia, se continua in questo atteggiamento si fa male da solo. Apra il cuore e gli archivi, magari potrebbe aiutare a riabilitare la sua immagine. Anche se non sarà facile.
Fini ha già annunciato che la querela.
"Che ci provi, controquerelerò subito lui per calunnia. Lo sfido in qualsiasi sede ad un contraddittorio. Io ho ricostruito in un libro, con testimonianze dirette, quel che ho visto, sentito, toccato con mano durante l'ignobile manovra di palazzo, un vero colpo di stato, andato in scena nel 2010. Nessuno mai ha smentito, né Fini, né tanto meno Naoplitano. Dovrebbe essere il Parlamento ad avviare una seria attività di indagini su quelli anni opachi. Altrimenti lo farà la magistratura.
Lei conosceva Fini da molto tempo, già dagli anni del Msi. Come spiega il suo comportamento?
Non voglio entrare nelle vicende personali altrui, ma sicuramente la famiglia Tulliani ha molto condizionato l'operato e le scelte di Fini sul piano politico e dei rapporti istituzionali.
In particolare Giancarlo Tulliani, una persona innamorata solo della bella vita, del lusso e della ricchezza.
Sta dicendo che ha contagiato Fini.
Le racconto un aneddoto, per farle capire che punto di boria era arrivato. Ci portò all'Antica Pesa di Roma: io Corallo,Elisabetta e Giancarlo Tulliani. In questo ristorante mi hanno dedicato una bottiglia d'acqua personalizzata disse Fini.
Arrivò in effetti un cameriere con una bottiglia e l'etichette dedicata al presidente della Camera. "La imbottigliano solo per me. Un gesto di attenzione per un uomo importante come me" Rimasi sbigottito. Non riuscivo a capacitarmi di come Fini non capisse che era un'usanza per i clienti in vista, nulla più. E infatti ce n'era una dedicata ad Alemanno. Quando lo dissi a Fini, sbiancò.
Lei lo ha definito un uomo ossessionato dal potere.
E' un piccolo politico. Una volta Almirante ci disse:"ricordate passeranno almeno venti anni prima che gli italiani capiscano chi è davvero Fini. Solo un gran bel megafono.
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