Elisabetta, Gianfranco ed il riciclaggio: "coinvolti in fatti seriali"
(G.p) Sono due i verbali che inchioderebbero l'ex vice presidente della Camera dei Deputati nonché ultimo presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, che emerge come personaggio centrale nell'inchiesta che gira intorno al rapporto tra l'imprenditore Francesco Corallo ed i Tulliani, la famiglia della compagna dell'ex leader di Alleanza Nazionale, Elisabetta.
Cosi centrale che il giudice per le indagini preliminari gli "cuce" lo stesso abito confezionato per Elisabetta e Giancarlo tutti coinvolti in fatti seriali, di identica, gravissima lesività, che hanno ricoperto un lungo arco temporale, reati che avrebbero connotato una intera fase politica, toccando l'ordinamento economico dello Stato.
Sono quindi due i verbali scottanti per Gianfranco Fini. Il primo è quello di un pentito, legato al potente cartello criminale denominato i casalesi, fazione Michele Zagaria, Luigi Cassandra.
Questi, ha raccontato ai magistrati di un pranzo romano da "Fortunato" al Pantheon riferisce di aver incontrato l'imprenditore catanese Francesco Corallo ed Amedeo Laboccetta insieme all'ex senatore di Alleanza Nazionale prima, del Popolo della Libertà poi, Gennaro Coronella.
Prima dell'incontro Coronella, sostiene Cassandra, mi spiego che le sue conoscenze politiche presso Laboccetta, Corallo, il cognato di Fini e Fini avrebbero pesato su Tancredi( altro imprenditore nel settore delle slot machine) e l'avrebbero convinto perché tutto girava intorno a Fini.
Il pentito,inoltre precisa: Laboccetta, Corallo e Giancarlo Tulliani erano addentrati ed uniti nel mondo dei giochi e che dietro di loro c'era l'onorevole Gianfranco Fini come massimo riferimento politico.
Il secondo è quello dell'ex parlamentare Amedeo Laboccetta che racconta la sua versione della genesi dell'affare monegasco, con un prologo alla cessione della casa donata dalla contessa Colleoni ad An per continuare la buona battaglia.
Nel 2008, racconta l'ex parlamentare, nel corso di un pranzo Giancarlo Tulliani, anche a nome di sua sua sorella Elisabetta e del suo compagno l'allora presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, informò Corallo e me che doveva aiutarli a comprare una casa a Montecarlo.
Naturalmente Corallo, che aveva anche rapporti con Fini, spiega al cognato che una cosa del genere gliela dovevano chiedere direttamente gli interessati.
E cosi avvenne. Tulliani telefonò a Fini e dopo poco, racconta Laboccetta, eravamo negli appartamenti del presidente della Camera dei deputati. Eravamo Giancarlo Tulliani, Elisabetta, Fini, Corallo ed io. Fini disse che lui ed Elisabetta desideravano avere una casa proprio a Montecarlo ed erano sicuri che Corallo li aiutasse a coronare questo desiderio.
Infatti l'imprenditore catanese si dichiarò disponibile. Dopo la primavera del 2008 Fini chiese a Corallo di accompagnare il cognato in una trasferta monegasca al fine di trovare la casa giusta.Corallo chiese a Laboccetta di accompagnarli. Volo privato da Ciampino e spese pagate dall'uomo di Atlantis.
Ma le case proposte dalle varie agenzie immobiliari operanti nel principato sono troppo care. Per fortuna successivamente salterà la casa della Contessa Colleoni e Corallo finanzierà l'operazione.
Cosi centrale che il giudice per le indagini preliminari gli "cuce" lo stesso abito confezionato per Elisabetta e Giancarlo tutti coinvolti in fatti seriali, di identica, gravissima lesività, che hanno ricoperto un lungo arco temporale, reati che avrebbero connotato una intera fase politica, toccando l'ordinamento economico dello Stato.
Sono quindi due i verbali scottanti per Gianfranco Fini. Il primo è quello di un pentito, legato al potente cartello criminale denominato i casalesi, fazione Michele Zagaria, Luigi Cassandra.
Questi, ha raccontato ai magistrati di un pranzo romano da "Fortunato" al Pantheon riferisce di aver incontrato l'imprenditore catanese Francesco Corallo ed Amedeo Laboccetta insieme all'ex senatore di Alleanza Nazionale prima, del Popolo della Libertà poi, Gennaro Coronella.
Prima dell'incontro Coronella, sostiene Cassandra, mi spiego che le sue conoscenze politiche presso Laboccetta, Corallo, il cognato di Fini e Fini avrebbero pesato su Tancredi( altro imprenditore nel settore delle slot machine) e l'avrebbero convinto perché tutto girava intorno a Fini.
Il pentito,inoltre precisa: Laboccetta, Corallo e Giancarlo Tulliani erano addentrati ed uniti nel mondo dei giochi e che dietro di loro c'era l'onorevole Gianfranco Fini come massimo riferimento politico.
Il secondo è quello dell'ex parlamentare Amedeo Laboccetta che racconta la sua versione della genesi dell'affare monegasco, con un prologo alla cessione della casa donata dalla contessa Colleoni ad An per continuare la buona battaglia.
Nel 2008, racconta l'ex parlamentare, nel corso di un pranzo Giancarlo Tulliani, anche a nome di sua sua sorella Elisabetta e del suo compagno l'allora presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, informò Corallo e me che doveva aiutarli a comprare una casa a Montecarlo.
Naturalmente Corallo, che aveva anche rapporti con Fini, spiega al cognato che una cosa del genere gliela dovevano chiedere direttamente gli interessati.
E cosi avvenne. Tulliani telefonò a Fini e dopo poco, racconta Laboccetta, eravamo negli appartamenti del presidente della Camera dei deputati. Eravamo Giancarlo Tulliani, Elisabetta, Fini, Corallo ed io. Fini disse che lui ed Elisabetta desideravano avere una casa proprio a Montecarlo ed erano sicuri che Corallo li aiutasse a coronare questo desiderio.
Infatti l'imprenditore catanese si dichiarò disponibile. Dopo la primavera del 2008 Fini chiese a Corallo di accompagnare il cognato in una trasferta monegasca al fine di trovare la casa giusta.Corallo chiese a Laboccetta di accompagnarli. Volo privato da Ciampino e spese pagate dall'uomo di Atlantis.
Ma le case proposte dalle varie agenzie immobiliari operanti nel principato sono troppo care. Per fortuna successivamente salterà la casa della Contessa Colleoni e Corallo finanzierà l'operazione.
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