Droga e violenza, blitz contro gli ultras dell'Atalanta: 11 arresti, 15 misure cautelari
Ultras dell'Atalanta, italiani e stranieri, dediti allo spaccio di cocaina, marjuana e hashish all'interno della tifoseria, ma non solo. In provincia di Bergamo è scattata un'operazione di polizia nei confronti di 26 persone, tra cui un cittadino albanese e uno serbo, molti dei quali supporter atalantini, destinatari di diverse misure cautelari: 11 in carcere, sette sono stati sottoposti ad arresti domiciliari, cinque a obbligo di dimora, tre a obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Le accuse sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Tra i 42 indagati figura anche Claudio "Bocia" Galimberti, leader della curva atalantina lontano dagli stadi perché oggetto di nove Daspo ma anche due veterani: un 73enne e un 63enne. Le indagini, avviate all'inizio del campionato scorso, sono state condotte dagli uomini della squadra mobile bergamasca e del servizio centrale operativo della Polizia. Tra gli indagati c'è anche il figlio di un magistrato bresciano, accusato di detenzione e spaccio di droga. Secondo la ricostruzione degli investigatori, lo spaccio avveniva prevalentemente in due bar nei pressi dello stadio di Bergamo. I tifosi consumavano la droga per 'caricarsi' in vista della partita o prima degli scontri con le forze dell'ordine.Lo spaccio riguardava soprattutto la cocaina, ma nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 10 kg di marjiuana e 4 kg di hashish. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è contestato per gli scontri nel centro di Bergamo dopo la partita Atalanta Inter del gennaio 2016 (vedi il video). E' da notare che all'epoca dei fatti erano stati dieci i tifosi arrestati: sarebbe interessante capire se è un arresto bis o sono stati colpiti da provvedimenti cautelari altri partecipanti agli scontri. Il nome dell'operazione, 'Mai una gioia', deriva da un'espressione usata come intercalare dagli indagati che, intercettati al telefono, la usavano per lamentarsi dei loro problemi.
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