Allarme immigrazione a Limbadi. Azione Identitaria: il sindaco denunci senza se e senza ma le illegalità.
Limbadi è un piccolo comune della provincia di Vibo Valentia dove governa una coalizione di centro sinistra guidata dal sindaco, espressione del Partito Democratico, Morello.
Il sindaco Morello, nei giorni scorsi, è stato protagonista di alcune forti dichiarazioni sulla questione immigrazione, denunciando l'eccessiva presenza di immigrati, per lo più provenienti dall'est europa, spesso protagonisti, a causa dell'alcool di litigi ed urla, precisando come in qualche occasione, si sia reso necessario l'intervento dei carabinieri e dell'ambulanza del 118. Questi immigrati occupano abusivamente le case popolari ed un alloggio del Comune.
Le parole forti pronunciate sul dramma immigrazione dal sindaco Morello, hanno provocato una polemica politica tutta interno al Partito Democratico. Infatti Salvatore Crupi, membro dell'assemblea regionale e Daniela Limardo, segretaria del locale circolo cittadino, in una nota congiunta, hanno condannato, senza se e senza ma, le farneticazioni del sindaco e della sua amministrazione, porgendo le loro scuse a tutti coloro che hanno scelto Limbardi come luogo d'accoglienza e di speranza.
Dopo gli attacchi ricevuti da esponenti del suo stesso partito, il sindaco Morello fa una clamorosa retromarcia precisando che in qualità di primo cittadino non ha mai chiesto forze speciali per ripristinare l'ordine pubblico perché Limbadi non è certo ostaggio di immigrati, ha unicamente denunciato atti vandalici, furti di animali e di attrezzi, che sono aumentati dall'estate scorso con l'arrivo di decine di pullmann carichi di lavoratori della terra, che non possono essere assorbiti dalle aziende del posto. Inoltre si vocifera che circolano fotocopie di contratti di lavoro fittizi, mentre numerose sono le denunce di smarrimento di carte di identità.
Sulle clamorose giravolte del sindaco Morello e sul dramma immigrazione a Limbadi interviene il movimento politico Azione Identitaria, con una nota, diffusa alla stampa nella quale si invita il primo cittadino a denunciare le illegalità di cui ha parlato.
Comunicato che pubblichiamo per intero.
Le ultime dichiarazioni del sindaco Morello, nate anche a seguito di un rimprovero a lui mosso da parte della dirigenza del PD locale, sono avulse dalla realtà da lui stesso denunciata appena 48 ore prima e lasciano trasparire una tolleranza benevola verso situazioni di illegalità che lo stesso sindaco, con tono alquanto superficiale ed imperniato da timore reverenziale verso il PD, oltre che obnubilato da vaneggiamenti pseudo ideologici, ha confermato riuscendo anche a contraddire se stesso per varie volte in uno stesso comunicato.
Ha ragione Morello a dichiarare di non aver chiesto alcun intervento da parte dell’Esercito o del Prefetto poiché quello lo abbiamo fatto noi di Azione Identitaria, tramite il nostro vice coordinatore Francesco Vescio, visto che il signor sindaco probabilmente non voleva essere tacciato di essere “fascista” e, per tale motivo, non ha preso in considerazione il provvedimento adottato dal sindaco di Milano, Sala (del PD), che ha richiesto presidi militari per le strade della città proprio a causa dell’incontrollabile ed insicura presenza di immigrati.
Invito il signor sindaco Morello, piuttosto che rifugiarsi dietro stucchevoli steccati ideologici, a denunciare presso la Procura della Repubblica quanto da lui stesso affermato.
Io stesso, non meno di un anno fa, ho presentato un esposto presso la Guardia di Finanza di Lamezia Terme per fenomeni di “caporalato” nella zona del lametino, le cui indagini sono ancora in corso, e vorrei sottolineargli che non è certo ascrivibile alla nostra responsabilità se parecchi sindaci italiani si vedono costretti a denunciare i disagi arrecati dal fenomeno immigratorio, ed addirittura alcuni di essi sono costretti a dimettersi (vedi caso sindaco di Amantea) poiché non in linea coi partiti che tale fenomeno incrementano ai danni del popolo italiano.
Io stesso, non meno di un anno fa, ho presentato un esposto presso la Guardia di Finanza di Lamezia Terme per fenomeni di “caporalato” nella zona del lametino, le cui indagini sono ancora in corso, e vorrei sottolineargli che non è certo ascrivibile alla nostra responsabilità se parecchi sindaci italiani si vedono costretti a denunciare i disagi arrecati dal fenomeno immigratorio, ed addirittura alcuni di essi sono costretti a dimettersi (vedi caso sindaco di Amantea) poiché non in linea coi partiti che tale fenomeno incrementano ai danni del popolo italiano.
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