Un sito anarchico: a Firenze una bomba antifascista contro i camerati di Casseri
Un sito anarchico, Finimondo, spiega ai tanti Saverio Tommasi di buona e falsa coscienza che no, la bomba di capodanno contro la libreria "Il bargello" di Firenze che ha gravemente ferito un artificiere, non è una bomba fascista (fosse anche di secondo tipo) ma una bomba antifascista contro i "camerati di Gianluca Casseri". Ecco il testo integrale dell'articolo:
È la fine dell’anno vecchio, è l’inizio dell’anno nuovo. Si festeggia, lanciandosi nei bagordi: cibo a sazietà, bevande a fiumi, musica ad alto volume, danze scatenate, baci appassionati e razzi pirotecnici. L’imperativo è divertirsi, o quanto meno mostrare di farlo. È la parodia del caos primordiale da cui scaturirà la nuova vita. Addio al passato, benvenuto avvenire! Ciò spiega la tradizione, diffusa in tutto il mondo, dei fuochi d’artificio. Un rito magico per allontanare, bruciare, distruggere tutto il male che si è accumulato nel periodo precedente, minacciando così il corso del futuro. Una esplosione di vita, di allegria, di gioia, contro la morte.
Certo, i moderni festeggiamenti per fine anno sono solo il pallido riflesso di quelli dell’antichità, che mangiare una fetta di panettone e bere un bicchiere di spumante mentre si guarda un concerto in piazza organizzato dal signor sindaco mette solo tristezza. Ma basta un po’ di fantasia per trasformare la noia in eccitazione. A Firenze, ad esempio, c’è chi ha pensato di salutare il 2017 lasciando davanti alla libreria Il Bargello, legata ai fascisti del terzo millennio di Casa Pound, un pacco regalo. Si trattava di un… un… potente botto di capodanno? Non stiamo a sottilizzare, ci siamo capiti. Una pattuglia della Digos, i soliti guastafeste, lo ha notato ed ha avvertito la Questura che ha mandato sul posto i suoi esperti per disinnescarlo. E qui si è verificato il primo incidente sul lavoro del 2017 nel capoluogo toscano. L’ordigno — o il botto, a seconda dei punti di vista — è infatti esploso proprio mentre veniva esaminato, ferendo gravemente l’artificiere che lo stava maneggiando.
Così ora, mentre i camerati di Gianluca Casseri (l’assassino degli ambulanti senegalesi, uccisi a Firenze nel dicembre 2011) devono prendere atto che il tempo passa ma la memoria resta, e gli inquirenti hanno aperto la caccia agli originali festaioli, c’è qualcuno in giro che magari se la starà ridendo, incredulo di aver preso i classici due piccioni – la reazione e l’autorità – con una fava.
È la fine dell’anno vecchio, è l’inizio dell’anno nuovo. Si festeggia, lanciandosi nei bagordi: cibo a sazietà, bevande a fiumi, musica ad alto volume, danze scatenate, baci appassionati e razzi pirotecnici. L’imperativo è divertirsi, o quanto meno mostrare di farlo. È la parodia del caos primordiale da cui scaturirà la nuova vita. Addio al passato, benvenuto avvenire! Ciò spiega la tradizione, diffusa in tutto il mondo, dei fuochi d’artificio. Un rito magico per allontanare, bruciare, distruggere tutto il male che si è accumulato nel periodo precedente, minacciando così il corso del futuro. Una esplosione di vita, di allegria, di gioia, contro la morte.
Certo, i moderni festeggiamenti per fine anno sono solo il pallido riflesso di quelli dell’antichità, che mangiare una fetta di panettone e bere un bicchiere di spumante mentre si guarda un concerto in piazza organizzato dal signor sindaco mette solo tristezza. Ma basta un po’ di fantasia per trasformare la noia in eccitazione. A Firenze, ad esempio, c’è chi ha pensato di salutare il 2017 lasciando davanti alla libreria Il Bargello, legata ai fascisti del terzo millennio di Casa Pound, un pacco regalo. Si trattava di un… un… potente botto di capodanno? Non stiamo a sottilizzare, ci siamo capiti. Una pattuglia della Digos, i soliti guastafeste, lo ha notato ed ha avvertito la Questura che ha mandato sul posto i suoi esperti per disinnescarlo. E qui si è verificato il primo incidente sul lavoro del 2017 nel capoluogo toscano. L’ordigno — o il botto, a seconda dei punti di vista — è infatti esploso proprio mentre veniva esaminato, ferendo gravemente l’artificiere che lo stava maneggiando.
Così ora, mentre i camerati di Gianluca Casseri (l’assassino degli ambulanti senegalesi, uccisi a Firenze nel dicembre 2011) devono prendere atto che il tempo passa ma la memoria resta, e gli inquirenti hanno aperto la caccia agli originali festaioli, c’è qualcuno in giro che magari se la starà ridendo, incredulo di aver preso i classici due piccioni – la reazione e l’autorità – con una fava.
Nessun commento: