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Ricordando Paolo Signorelli Sette Anni Dopo: Il Convegno Di Roma

(G.p) Per ricordare  la figura del professore Paolo Signorelli, Giustizia Giusta periodico dell'Associazione per la Giustizia ed il diritto Enzo Tortora ha organizzato un interessante convegno intitolato Paolo Signorelli, l'uomo, il politico, il detenuto nella serata di lunedì 30 gennaio presso la sala convegni de la  Fraschetta nel Parco in via Tiburtina 949 a Roma. All'evento hanno partecipato in qualità di relatori lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco, l'editore Enzo Cipriano, l'avvocato Giuliano Compagno,  Francesco Mancinelli e Luca Signorelli, alla presenza di più di 100 persone. Ce ne parla Marina Simeone, nostra storica collaboratrice, con un interessante articolo.


Sette anni dalla scomparsa di Paolo Signorelli eppure a Roma la bella ed ampia sala de “La Fraschetta nel bosco”, ristorante di Claudio Barbaro e di Amedeo de Francisci si è riempita in pochi minuti. Accorsi ad assistere ad un convegno su Paolo Signorelli: il politico, l’uomo, l’imputato, amici, sostenitori, parenti. La moglie Claudia Signorelli, incurante del tempo in prima fila plaude a chi generosamente ricorda il suo indimenticato uomo di vita.
Pietrangelo Buttafuoco concentra subito su di sé l’attenzione della gremita sala e senza ausilio di amplificazione metallica compie il suo viaggio nel tempo, per ridefinire la figura di Paolo Signorelli. Si sorregge a Pound, ai Cantos, alla libertà di parola, che senza microfono è solo un regalo all’avversario. Una libertà di parola ancora priva di microfono per uomini come Signorelli. Chi è stato Signorelli? Un testimone di un percorso esistenziale e proprio per questo politico. Un esteta simbolo di onestà lucente, luminosa al punto di vincere i tentativi futili di quanti hanno tentato di cancellare i suoi tratti distintivi. Come Bobby Sands, Paolo ha fatto della lotta, poesia, entrando nel firmamento dei ribelli per l’idea. Il luccichio per quanto fioco della sua luce è presago di qualcosa che arriverà e a cui neanche i tempi maledetti in cui viviamo può togliere potenza vitale. Non senza l’emozione della sala ha concluso Pietrangelo Buttafuoco con un augurio dal retrogusto dolce di speranza: “Il migliore di tutti noi è qui, presente, questa sera e ciò non è un caso.  Diamogli voce, così che quella giustizia giusta che il gregge gli ha negato possa essere affermata. Il suo sorriso dietro il brillio dei Ray ban sia lo sberleffo dell’uomo di contro i mangiamorte; lo sberleffo di chi seppe bere la vita”. 
Giuliano Compagno l’ingrato compito di seguire ad un oratore eccellente e accattivante come Buttafuoco, compito portato a termine con la maestria di chi non si abbandona alla improvvisazione ma si sorregge al parapetto dell’esperienza. Paolo Signorelli per lui è stato prima di tutto l’uomo, quello che ha avuto l’onore di conoscere e frequentare nella quotidianità prima che nella popolarità. Un esempio di padre giovane e anticonvenzionale è stato in giovinezza, un portatore del grande stile nella completezza della sua esistenza. Un imputato ingiustamente perseguito, perché tra le menti libere, politicamente parlando, dell’epoca. Nel 1980 Paolo Signorelli è stato arrestato, ma il suo caso non passò inosservato tanto che con la sua storia ha aperto una nuova stagione di garantismo politico, permesso anche ai neri. La sua famiglia fu con lui in quell’amara e troppo conosciuta storia. Claudia Signorelli si erse ad esempio di donna che può rimanere accanto ad un imputato senza smettere di lottare per la verità. Fu questo oltre l’illogicità di un tale arresto che permise al caso Signorelli di entrare nel rapporto annuale di Amnesty, quando alla voce Italia poteva leggersi: grande preoccupazione per la sorte di Paolo Signorelli. Questo clamore ruppe il muro dell’omertà e un caso italiano è divenuto caso mondiale. Ad anni di distanza il brulichio non si è ammutolito e il ricordo di Paolo rimane vivo come quello di un uomo che ha amato l’estetica e la vita ed è stato severo con gli altri e prima ancora con se stesso.
Francesco Mancinelli non ha tradito neanche in questa occasione la dedizione per chi ha potuto considerare un maestro oltre che un amico. Dal garantismo al non senso della politica politicante, passando per l’eresia e cercando il bello di ogni personaggio scomodo, tutto questo è stato l’aver conosciuto Paolo. Non minore attenzione ha meritato l’uomo, con le sue conoscenze, la sua generosità a donarsi e ad accogliere. A Paolo Francesco Mancinelli deve gli anticorpi contro la modernità e la certezza che esiste una continuità nella comunità.
E’ passata la parola quindi ad Enzo Cipriano che da editore rinomato ha raccontato come è nato il libro “Il teorema, il mostro, il caso” del 1987. Si voleva lasciare il segno dell’esperienza giudiziaria di Paolo, si voleva sostenere concretamente una volontà di lotta che ha saputo impressionare Cipriano sin dal primo incontro con il Professore. Dalla sua esperienza altri hanno saputo trarre forza, altre persecuzioni giudiziarie sono sembrate meno crudeli proprio perché condivise. Il suo disegno dell’uomo nietzschiano con le braccia alzate rimane l’immagine più vicina alla persona reale. L’uomo che lotta e che nel farlo sogna la vittoria.


Ha chiuso la prima parte della serata il figlio di Paolo Luca Signorelli, guascone e apparentemente distante dall’afflato emotivo del momento, tuttavia coinvolto nelle parole pronunciate. Non ha esitato con la sincerità che lo contraddistingue e che ha ereditato ad ammettere una profonda mancanza riferita sì al padre, ma anche all’amico, anche alla guida, allo scontro e al confronto che Paolo Signorelli per lui ha saputo essere. Ma non concede spazio ad alcuna malinconia è con il sorriso che saluta il convegno e con il ricordo di un uomo che al di là di tutte le costrizioni subite e le imposizioni ha difeso con tenacia goliardica il diritto alla libertà di essere se stessi, che non può da alcuno esserci tolta. 

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