Questo è il punto, il nodo culturale che deve essere sciolto senza ambiguità e giochi di parole. Cosa significa concretamente “sovranismo responsabile”? Quali politiche comporta, quali esclude? Per Salvini e, seppur con toni più sfumati, per Meloni sovranismo significa uscita dell’Italia dall’euro, riduzione delle materie a sovranità condivisa, fine sostanziale dell’Unione europea. E’ una prospettiva legittima e oggi in crescita di consenso nel vecchio continente e anche, per ragioni opposte ma convergenti, negli Usa di Trump e nella Russia di Putin. (...) Una politica autenticamente di destra deve certamente essere nazionale, ma non può essere, in quanto tale, antieuropea. Oggi il nostro interesse di italiani non è tutelato dalle politiche del popolarismo tedesco che egemonizzano l’Ue , ma ancor meno lo sarebbe se prevalesse lo spirito antieuropeista. In Francia, paese con una tradizione nazionalista assai più radicata di quella italiana, la destra non è solo Le Pen. E’ soprattutto nei republiquens di Sarkozy che, pur sconfitto alle primarie, non negherà il suo supporto a Fillon autodefinitosi ”orgogliosamente francese e per questo europeista”.
E' lo spirito europeista il paletto che Gianfranco Fini pone per assicurare il suo sostegno al Polo sovranista che prende corpo oggi dalla fusione della Destra di Storace e Azione nazionale di Alemanno. L'ex presidente della Camera lo fa replicando a un intervento del suo fedelissimo Roberto Menia, che è tra i promotori della nuova formazione politica, da lui stesso sollecitato e pubblicato nelle pagine di "LiberaDestra", il sito che divulga il progetto politico culturale dell'ultimo segretario missino. Per Menia l'obiettivo della fusione è costruire finalmente una forza di destra alternativa a Pd e grillismo, oltre i limiti del duo Meloni-Salvini:
Il nostro vuole essere un “sovranismo responsabile”, non urlato, non figlio di un banale “padroni a casa nostra” (slogan che ha cullato anacronistici autonomismi e sogni di micro patrie) ma piuttosto la rivendicazione della difesa dell’interesse nazionale pur all’interno della comune cornice dell’unità europea, così come la rivendicazione del diritto del popolo di esprimerà la propria volontà attraverso il voto e di non vedersi privato di fatto della effettiva attuazione della stessa. Questo significa anche, per noi, elezioni il più presto possibile; una legge elettorale che rimetta l’elettore al centro della scelta e gli dia la possibilità effettiva di scegliere il suo deputato e sapere prima e non dopo chi lo governa e sulla base di quale programma; primarie nel centrodestra; rilancio dell’opzione presidenzialista … Su queste basi ci ritroveremo dunque a Roma a metà febbraio: crediamo che questo appuntamento fondativo possa essere un’importante tappa intermedia per contribuire a ricostruire anche in Italia un Polo del centrodestra, “responsabilmente” sovranista, unitario, inclusivo e pluralista.
Liberadestra e polo sovranista: Fini mette il paletto dell'Europa
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Ugo Maria Tassinari
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martedì, gennaio 17, 2017
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