9 gennaio 1979: per vendicare Acca Larentia i Nar assaltano Radio Città Futura
La mobilitazione per l’anniversario
della strage di Acca Larentia, nel gennaio 1979, è ampia e
articolata. I NAR, come già per l'omicidio di Angelo Pistolesi, il
missino assassinato sotto casa al Portuense il 28 dicembre 1977, si
concentrano contro i media. In pochi giorni sono incendiati cinque
cinema e lanciati un ordigno contro una sede RAI e molotov a Paese
sera, quotidiano della sera romano. Un attentato al Messaggero è
compiuto in contemporanea con gli scontri che si svolgono a
Centocelle il 10 gennaio. In mezzo, il 9, la “svolta” tentata nei
rapporti con i compagni si rivela un boomerang. L’obiettivo era
Onda rossa, l’emittente degli odiatissimi autonomi, ma l’azione è
dirottata su Città futura, la radio di AVANGUARDIA OPERAIA, perché
un redattore idiota se ne esce con una battuta atroce: «Il MSI ha una
Ciavatta in meno».
L’attentato punta a dimostrare
un’efficienza militare che non c’è. Quando il commando irrompe è
in corso una trasmissione femminista autogestita. Le bottiglie
incendiarie lanciate in anticipo bruciano i cavi, l’esplosione fa
saltare il processo in diretta e a Dario Pedretti, il leader politico
del Fuan, cade di mano la pistola. Valerio,incaricato dello
sfondamento, si attarda. Per bloccare una donna spaventata la sbatte
contro un muro e le tira addosso una mitragliata, poi due raffiche
colpiscono le altre ragazze che scappano. Per fortuna è un tiratore
scelto:con 29 colpi ferisce le 5 vittime solo alle gambe,due in modo
grave. Due anni dopo spiegherà ai giudici:
doveva essere un’operazione piuttosto
complessa, cruenta, organizzata militarmente e al tempo stessa aperta
a gravi conseguenze, che doveva essere seguita da una rivendicazione
che lanciasse un appello per la cessazione della conflittualità tra
opposti estremismi (...) Dovevamo fare un atto di forza nel momento
in cui proponevamo un armistizio tra noi giovani per dedicare i
nostri sforzi ad altri obiettivi. Il messaggio verso destra era che
dovevano finire le sparatorie del sabato sera. Il volantino di
rivendicazione rilancia l’appello ai compagni per un disarmo
bilaterale: Abbiamo colpito un covo di predicatori di odio, abbiamo
colpito duramente ma avremmo potuto essere più pesanti. Abbiamo
scelto un bersaglio particolare, perché siamo stufi che siano dei
giovani rossi e neri a pagare con la vita le colpe del sistema.
Speriamo che i compagni del movimento non si facciano prendere dal
nervosismo e rabbie varie ma comincino a ragionare e non si debba più
passare fuori da una sezione con una moto a sparare all’impazzata.
A Radio Città futura non è stato perdonato il non avere rispettato
il nostro lutto per i camerati uccisi e le continue prediche d’odio.
FONTE: Naufraghi/umt
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