Gadget fascisti: l'Anpi di Livorno e di Pisa ripropongono la messa al bando
La denuncia della vendita, anche in Toscana, di oggettistica inneggiante al fascismo è arrivata dai Comitati provinciali dell’Anpi di Pisa e Livorno che chiedono alla Regione di intervenire e prendere posizione: “Non si tratta di episodi di folklore ma di propaganda pericolosa ed offensiva per le nostre comunità. Fascismo creò sofferenza non folklore” “Non solo a Predappio, anche nelle bancarelle dei mercatini delle pulci e nei negozi della Toscana si trovano gadget e materiale di vario tipo che richiamano ed inneggiano all’ideologia fascista e nazista. L’Anpi ha espresso più volte preoccupazione, sdegno e sconcerto, per la commercializzazione di questi oggetti. Poche settimane fa i Comitati provinciali dell’Anpi di Pisa e Livorno ci hanno chiesto di intervenire e noi lo facciamo molto volentieri, chiedendo alla Regione Toscana, così come ha già fatto la Regione Emilia Romagna approvando una risoluzione (n.1534/2016), di impegnarsi nelle sedi opportune affinché il reato di apologia del fascismo venga prontamente inserito all’interno del codice penale, consentendo l’effettiva repressione di reati legati alla riproduzione e alla diffusione di gesti, linguaggi e simboli del fascismo e del nazifascismo e che il reato di apologia del fascismo venga integrato con la fattispecie relativa alla vendita di oggetti che riportano immagini e slogan riconducibili a questi regimi. La Regione Toscana riconosce nella Resistenza le proprie radici, e ha adottato come proprio stemma lo stesso che fu del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale: il Pegaso; inoltre, con l’apposita legge regionale 38/2002, tutela e valorizza il patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza e promuove una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli. Proprio per questo auspichiamo che questo atto, sottoscritto anche da molti colleghi del nostro gruppo, sia approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale, così come ha fatto, pochi giorni fa con una mozione molto simile, il Consiglio Comunale di Pomarance, Pisa”. È quanto chiedono alla Giunta regionale Alessandra Nardini e Gianni Anselmi, consiglieri regionali Pd, attraverso la mozione “In merito alle azioni finalizzate a contrastare la vendita e la diffusione di oggettistica”, di cui sono primi firmatari. “Con questa mozione chiediamo alla Regione Toscana di attivarsi per bloccare questo fenomeno, purtroppo diffusosi anche nei nostri territori. La Toscana si attivi presso il Parlamento affinché la proposta di legge attualmente depositata alla Camera, la n. 3343, che mira ad introdurre nel codice penale una nuova fattispecie di reato che consenta di perseguire la diffusione e la vendita di beni raffiguranti immagini o simboli fascisti e nazifascisti giunga in Aula e venga finalmente approvata".
Sono penosi nei loro comportamenti e nella loro paura perché in questa Italia piena di fango i gadget ripropongono il ricordo di un'Italia grande, sociale, pulita e creativa. Ma non prevarranno.
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