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Fabrizia Di Lorenzo, la vittima di Berlino, intellettuale rossobruna?


Se gli ultimi riferimenti culturali che ci arrivano dai frammenti di vita di Fabrizia Di Lorenzo, la ragazza italiana uccisa nella strage di Berlino, che possiamo ricostruire attraverso i social network lasciano pensare a una visione del mondo piuttosto convenzionale (il prof de “la meglio gioventù” che insulta l’Italia, il già citato articolo di Bauman sull’immigrazione), nel curriculum della giovane italiana c’erano anche analisi di ben più profonda complessità, per esempio sulla geopolitica, con riferimento a situazioni esplosive peraltro non estranee alle circostanze in cui poi ella stessa è scomparsa. Cercando sulla rete si trova per esempio un articolo della Di Lorenzo sulla situazione siriana. Risale al 2011, agli albori di quella crisi, e si trovava sul sito della rivista di geopolitica Eurasia, testata peraltro ben poco allineata ai dettami del politicamente corretto. Se ne trova traccia nelle cache di Google, trattandosi di un vecchio sito poi rinnovato. Il nome dell’autrice è quello e persone che hanno collaborato ad Eurasia ci hanno confermato che si tratta proprio della stessa persona uccisa a Berlino.

Così su Il primato nazionale Adriano Scianca fa una rivelazione clamorosa. Perché Eurasia non è soltanto una rivista di geopolitica non politicamente corretta ma un sistematico bersaglio del dossieraggio antifascista che la identifica, grazie al ruolo di personalità del rango di Alessandra Colla (direttore responsabile) e Claudio Mutti (direttore e basta), come il think tank rossobruno per eccellenza, come si evince dalla schermata di Google:

Ecco un altro articolo suo, pubblicato nell'estate del 2011 http://www.eurasia-rivista.com/alleati-a-ribasso

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