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Piemonte: decade Marrone, capogruppo dei Fratelli d'Italia. Arriva Ravello

La Corte d’Appello di Torino ha respinto il ricorso di Maurizio Marrone, confermando la sentenza del Tribunale e sancendo quindi la decadenza del capogruppo di Fratelli d’Italia dal Consiglio regionale del Piemonte. Si conclude così, almeno per il momento, l’avventura dell’enfant prodige della destra subalpina a Palazzo Lascaris, giacché tale sentenza è “provvisoriamente esecutiva”: Marrone, dunque, può ancora fare ricorso presso la Cassazione, ma intanto lascia lo scranno e gli subentra il primo escluso della lista di FdI: l’ex assessore Roberto Ravello, titolare dell'Ambiente nella giunta Cota.

Marrone non si sarebbe dimesso entro i tempi previsti dalle normative dalla carica di consigliere di amministrazione di Ires, l’istituto di ricerca della Regione, configurando quindi una condizione di ineleggibilità, visto che la legge 154 del 23 aprile 1981 impedisce l’elezione alla carica di consigliere regionale degli “amministratori e dirigenti di società per azioni con capitale maggioritario della Regione”.

La vicenda ha inizio il 2 agosto 2014, quando l’avvocato Massimo Pastrone, assistito dal collega Teodosio Pafundi, ha recapitato al presidente del Consiglio Regionale e al presidente della Giunta delle Elezioni un esposto con cui si richiedeva l’accertamento della ineleggibilità di Marrone e la conseguente decadenza. Contestualmente viene promossa una azione popolare presso il Tribunale di Torino che a fine settembre 2014 accerta l’ineleggibilità di Marrone, il quale decide di ricorrere alla Corte d’Appello, ottenendo lasospensione degli effetti della sentenza. A due anni di distanza è arrivata anche la sentenza di secondo grado che a questo punto non gli lascia scampo.

Una decisione che rivoluziona anche gli equilibri politici del partito piemontese, recentemente commissariato e affidato al parlamentare Gaetano Nastri, poiché a perdere la poltrona è colui che aveva sfidato Agostino Ghiglia, luogotenente di Ignazio La Russa in Piemonte, già deputato e assessore regionale. L’ingresso di Ravello nell’aula di via Alfieri si connota come la rivincita dell’ex delfino di Ugo Martinat, mentre a Marrone – che fino a pochi mesi fa aveva l’egemonia sul partito assommando su di sé le cariche di capogruppo in Regione e al Comune di Torino – ora resta con una poltroncina di consigliere circoscrizionale, ottenuta, pure quella, grazie a un ricorso.


FONTE. Lo spiffero

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