“Le bombe le abbiamo lanciate noi”.Il gruppo I love Venethia rivendica l'attentato di Vittorio Veneto
(G.p)Nella notte tra il 22 ed il 23 novembre a Vittorio Veneto è stato compiuto da anonimi un attentato ai danni del municipio. Nella giornata di domenica 26 nella casella postale dell'abitazione di Pietro Panzarino vice direttore di Oggi Treviso è stata recapitata una rivendicazione del gesto da parte di un sedicente gruppo eversivo denominato I love Venethia, come ci racconta, con un interessante articolo, la collega Emanuela Da Ros.
Un volantino anonimo, siglato I love Venethia, con la rivendicazione dell’attentato esplosivo ai danni del municipio di Vittorio Veneto è stato recapitato al vicedirettore di OggiTreviso, Pietro Panzarino.
In mattinata, nella cassetta postale dell’abitazione collumbertese di Panzarino, il giornalista, in una busta chiusa, ha trovato un documento in cui un inedito gruppo “indipendentista” si rivendica l’atto doloso che inquieta la città e le istituzioni.
Questo il testo del volantino:
“attentato Vittorio Veneto h.01.30 notte tra il 22/23 novembre 2016
non sono stati volutamente fatti danni materiali a cose o persone
inizia il percorso determinato che non cesserà fino al completo sgombero dei terreni veneti appartenenti alla Repubblica Serenissima
italia stato oppressore della Venethia da 150 anni
la firma rivendicata è stata fatta sul lato destro del municipio di Vittorio Veneto e prontamente cancellata dai servizi dello stato italiano”
Dopo aver rinvenuto il documento, il vicedirettore di Oggi Treviso, Pietro Panzarino, e la moglie Nicoletta hanno contattato le forze dell’ordine, che ora stanno vagliando l’autenticità della rivendicazione.
Per svolgere le indagini nel modo più completo, evitando “contaminazioni”, gli inquirenti nel pomeriggio hanno preso le impronte digitali dei coniugi Panzarino per confrontarle con altre che dovessero essere rinvenute sullo stesso volantino.
La sigla I love Venethia - a quanto si sa - non è mai apparsa fino ad ora in alcun manifesto o slogan. Difficile dire dunque se si tratti di un gruppo di “indipendentisti” che - come promette il messaggio - vuole iniziare un’azione sovversiva in loco o una “firma” tesa a depistare altre indagini.
“La questione - commenta Pietro Panzarino - è delicata. Ora sta agli inquirenti trovare un eventuale collegamento tra gli atti intimidatori e il messaggio recapitatomi, o capire se si tratta del gesto assurdo, per quanto inquietante, di qualche mitomane”.
Articolo che riportiamo per intero.
Un volantino anonimo, siglato I love Venethia, con la rivendicazione dell’attentato esplosivo ai danni del municipio di Vittorio Veneto è stato recapitato al vicedirettore di OggiTreviso, Pietro Panzarino.
In mattinata, nella cassetta postale dell’abitazione collumbertese di Panzarino, il giornalista, in una busta chiusa, ha trovato un documento in cui un inedito gruppo “indipendentista” si rivendica l’atto doloso che inquieta la città e le istituzioni.
Questo il testo del volantino:
“attentato Vittorio Veneto h.01.30 notte tra il 22/23 novembre 2016
non sono stati volutamente fatti danni materiali a cose o persone
inizia il percorso determinato che non cesserà fino al completo sgombero dei terreni veneti appartenenti alla Repubblica Serenissima
italia stato oppressore della Venethia da 150 anni
la firma rivendicata è stata fatta sul lato destro del municipio di Vittorio Veneto e prontamente cancellata dai servizi dello stato italiano”
Dopo aver rinvenuto il documento, il vicedirettore di Oggi Treviso, Pietro Panzarino, e la moglie Nicoletta hanno contattato le forze dell’ordine, che ora stanno vagliando l’autenticità della rivendicazione.
Per svolgere le indagini nel modo più completo, evitando “contaminazioni”, gli inquirenti nel pomeriggio hanno preso le impronte digitali dei coniugi Panzarino per confrontarle con altre che dovessero essere rinvenute sullo stesso volantino.
La sigla I love Venethia - a quanto si sa - non è mai apparsa fino ad ora in alcun manifesto o slogan. Difficile dire dunque se si tratti di un gruppo di “indipendentisti” che - come promette il messaggio - vuole iniziare un’azione sovversiva in loco o una “firma” tesa a depistare altre indagini.
“La questione - commenta Pietro Panzarino - è delicata. Ora sta agli inquirenti trovare un eventuale collegamento tra gli atti intimidatori e il messaggio recapitatomi, o capire se si tratta del gesto assurdo, per quanto inquietante, di qualche mitomane”.
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