Jean-Marie Le Pen: "Tutto iniziò con me, in politica non paga essere moderati
Intervista che pubblichiamo per intero.
"Questa valanga è cominciata con me. E' tutto merito mio". Nella villa sulle alture di Saint-Cloud, Jean-Marie Le Pen appare raggiante anche se costretto al riposo da un problema all'anca. La vittoria di Donald Trump per lui non è una sorpresa ma anzi una gradita notizia, come ha detto anche sua figlia Marine. "Sono uno dei rari uomini politici in Occidente ad aver puntato su di lui" rivendica il fondatore del Front National, 88 anni, ormai escluso dal partito. "Ho capito subito che Trump aveva la stoffa, mi assomiglia anche un po'. Sembra un Le Pen americano".
Si sente vicino al nuovo presidente Usa?
"Contro di lui c'è stata una campagna di diffamazione simile a quella che ho subito negli ultimi quarant'anni. I soliti cliché: razzista, sessista. Alla fine guardate il voto: anche donne, neri e latinos hanno votato per lui. E ancora una volta sono stati smentiti sondaggi e media, esattamente come accadde a me nel 2002, quando arrivai al ballottaggio delle presidenziali senza che nessuno lo avesse previsto".
Come spiega il voto?
"Quel che accade negli Usa sta succedendo in Europa. Abbiamo visto il Brexit, ne vedremo delle altre. Come ha detto Trump, c'è anche il fatto che è forse l'ultima volta che gli americani purosangue possono essere maggioranza. In America, come in Europa, rischiamo di essere sommersi dall'ondata migratoria".
Il risultato Usa aiuterà il Front National?
"Il fulcro della campagna di Trump è lo stesso su cui puntiamo da anni: il ritorno delle frontiere, la difesa della sovranità nazionale, l'opposizione del popolo contro le élite. E' la conferma che siamo sulla strada giusta".
La prossima sorpresa sarà l'elezione di Marine Le Pen?
"Solo se sarà capace di imparare dalla lezione che viene dal voto Usa".
Ovvero?
"Il trionfo di Trump è la dimostrazione che la svolta moderata decisa da Marine è una fregatura o, se vogliamo dirlo con eleganza, un pericoloso errore. Con la dédiabolisation, la normalizzazione del nostro partito, rischiamo di non essere più in sintonia con un'opinione pubblica che si sta sempre più radicalizzando".
Trump è più radicale di Marine?
"Almeno lui non ha avuto paura di cavalcare quello che i nostri avversari chiamano populismo. E così è riuscito prima a travolgere gli altri concorrenti nelle primarie repubblicane e poi a entrare alla Casa Bianca dove nessuno pensava arrivasse. Ha avuto anche l'onestà di fotografare la drammatica realtà senza censurarsi, analizzando con lucidità le cause della nostra attuale decadenza. Sono per la libertà di espressione assoluta".
Comprese gaffe e provocazioni, come Trump.
"I media prendono una battuta e la mettono fuori contesto per costruirci uno scandalo. Nella mia lunga carriera politica ho vinto 120 processi in diffamazione. Ne ho perso solo qualcuno: certo quando succede fa male, anche economicamente. Comunque gli elettori sanno riconoscere le manipolazioni dei media. Nel caso di Trump, le cose che ha detto su messicani o donne sono piuttosto innocenti. Capita anche a me di fare battute del genere".
Infatti è stato espulso dal Fn proprio per questo.
"Marine ha sbagliato. Pensava di liberarsi di una palla al piede, ma io sono una palla di cannone. La vittoria di Trump dimostra che ho ragione su tutta la linea. Se il Fn vuole vincere in primavera le elezioni presidenziali dovrà riunificarsi e cancellare la mia esclusione. Mancano otto mesi al voto. In caso contrario, non escludo che Marine non arrivi neppure al ballottaggio".
E' mosso dal risentimento contro sua figlia?
"Non ho mai cercato la guerra. Anche se non vedo e non parlo più con Marine da mesi, le ho lanciato diversi segnali di pace. L'ultimo è aver accettato di finanziare la sua campagna elettorale attraverso una mia società. La previsione che faccio sul voto in Francia è una lettura obiettiva.
La crescita del Fn è ancora relativa e discontinua. E' dovuta più agli eventi che alla strategia di Marine. Se invece tornassimo alle origini, seguendo l'esempio di Trump, raccoglieremo ancora più consensi. Non è un'ipotesi: è una certezza".
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