Parisella racconta i funerali di Rauti: così si chiude il Novecento
''Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa dell'on. Pino Rauti, uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della Destra italiana. Parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura, Rauti ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della societa' che appartengono alla storia politica del nostro Paese. Ai familiari esprimo i sentimenti della piu' intensa vicinanza mia personale e della Camera dei deputati''. E' quanto si legge in una nota della presidenza di Montecitorio.
Questo è il messaggio del Fini. Una fotocopia di tanti altri messaggi... Freddo come sempre, da sempre. Lontano da sempre, come sempre.....da tutti noi, quanto meno da me, da sempre.
Dopo tre giorni di camera ardente, dove il "capriolatore" non si è visto, eccolo comparire ai funerali. E come un diluvio, dal profondo degli animi è successo quello che ai funerali non dovrebbe succedere, mai. Una vera sommossa, spontanea, primitiva, profonda. Ero lì a fianco della bara, Luciano e Franco davanti, una sorta di picchetto dopo aver portato in spalla la bara, sguardi perplessi, il boato che da fuori, prosegue all'interno. Sì, un boato. Ho sussurrato, è Fini che arriva. Certo scomposta, lo riconosco, l'ho già detto, primitiva, ma sarebbe successa la stessa cosa ovunque. Mi dispiace, ho avuto un Padre importante, quando se ne è andato, a 57 anni, c'erano migliaia di persone. Capisco cosa significa un trambusto in questi momenti. Ma chiediamoci, ora non domani, il perchè di questo "boato", spontaneo. Eppure c'erano tanti personaggi famosi, di un ambiente, un'area umana che si è disgregata, si è ormai irrimediabilmente frantumata. Perchè con loro, no, con lui, sì. Ma ci sarà una ragione a tutto ciò? Ma ci sarà uno straccio di responsabilità che qualcuno si dovrà assumere? Beh, io sarò nessuno, ma mi assumo la responsabilità di dire che "quel signore lì non doveva venire, che è venuto sapendo benissimo cosa sarebbe successo, che come è arrivato, dopo un quarto d'ora, è scappato dalla sagrestia come un vigliacco, che intorno a lui si tagliava a fette, il disprezzo, la commiserazione, perfino la pietà verso la sua persona". Ho già letto dichiarazioni di tanti miei amici, che pesano le parole, che giustificano, come sempre, guelfi e ghibellini. Ma quel signore, il capriolatore intendo, proprio oggi alle 13,30 si ricorda che c'è il funerale del suo acerrimo nemico, quello che per primo nei primi anni settanta, ha iniziato a spiegare, a noi giovanissimi, che i conflitti sarebbero stati nord sud del mondo, non più ovest est, eppure il muro ancora c'era. Che un altro mondo pulito sarebbe auspicabile, che leggere ed approfondire ci avrebbe fatto capire meglio le ragioni degli altri. Ecco, sono solo pochi esempi. Oggi, il capriolatore ci vorrebbe invece far capire che lui solo due anni fà queste cosa finalmente le ha comprese, attualizzate. Ma chi quello che solo quattro anni fa diceva che sua figlia mai avrebbe dovuto avre un insegnante omosessuale. Capito? Capito poi perchè la rabbia, il rancore, come ha scritto poco fa Flavia, esce fuori, così improvvisa nel momento sbagliato.
Il boato, sì il boato delle coscienze. E non è ancora finita. Troppi boati ci saranno ancora.
Oggi ho onorato l'uomo, l'intellettuale, le sue suggestioni, per me indimenticabili. Oggi si chiude veramente il novecento. Tabula rasa, ci aspetta.
Camerata Pino Rauti, presente.....////....
Ferdinando Parisella, 5 novembre 2012
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