Enzo Maiorca. A nord di un’Idea, a sud di un amore
Fabio Granata, in gioventù consigliere comunale missino a Siracusa, dirigente del Fronte della Gioventù, assessore della regione Sicilia, ex deputato di Alleanza Nazionale e fondatore di Futuro e libertà, partito di cui fu vice coordinatore nazionale, ricordo l'amico e l'uomo straordinario Enzo Maiorca con questo scritto pubblicato sul sito destra.it
Articolo che riportiamo volentieri e per intero.
Enzo Maiorca è stato un Eroe greco. Non soltanto per la sua inesauribile spinta vitale a superare limiti naturali e interiori ma anche perché strettissima è la connessione tra Identità greca e Mare. Un mare a un tempo interiore e esterno,un mare capace di custodire lasciti e differenze, radici e identità, curiosità e apertura al prossimo. In una visione politeista, tragica e mitologica si percepisce sia la legittimità di una pluralità di opinioni che la difficoltà della loro coesistenza. Tutto questo in Grecia è legato al Mare come se esistesse un’omologia strutturale tra la sua configurazione geografica nel rapporto frastagliato tra terra e mare e la sua cultura. Questa “visione” ha caratterizzato sia la madre Patria che le Colonie e, in misura ineguagliabile, superlativa e unica, la più importante di queste ultime: Siracusa, capitale della Grecia d’Occidente.
Siracusa, la città di Enzo Maiorca. Mesopotamia: la Civiltà ha le sue origini in Oriente in un Terra contenuta tra le acque di due fiumi. Ma poi la Civiltà si disloca da Oriente in Occidente , dal pieno della Terra al vuoto del Mare: in Egitto, a Creta e in Grecia. E poi dalla Grecia in Sicilia. A Siracusa, dove tutto ha inizio 2750 anni fa. Era il 734 a.c. Enzo Maiorca è un discendente della nobile stirpe Corinzia. Uomini di mare e d’avventura che disegnarono uno spazio, profilarono un orizzonte storico e geopolitico inedito, tracciarono non il limite di un confine ma il grande spazio di un mare bordato da terre: il Mediterraneo.
Uno spazio circondato da popolazioni diverse tra loro per lingue, costumi, profumi, sapori, divinità. Il “Mare di mezzo” diventa allora non più ostacolo o barriera invalicabile ma al contrario un “luogo dell’Anima” che connette, veicola, trasmette merci e denari, parole e immagini, arti e mestieri e sembra includere divinità, paesaggi e natura. Viene alla mente Braudel: “Che cosa è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non è un paesaggio ma innumerevoli paesaggi. Non un mare ma un susseguirsi di mari … un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce complicandone e arricchendone la storia: bestie da soma, merci, idee, navi, religioni, modi di vivere”.
Solida la terra, compresa tra certi limina su cui si incidono come segno indelebili vie e percorsi. Fluido il mare, dove tutto scorre e in cui l’itinerario tra un punto e un altro va tracciato ogni volta di nuovo e la rotta è sempre da inventare. E il rapporto con il mare stimola il pensiero e produce conoscenza.
Enzo Maiorca discende da Ulisse. Limiti ricercati nelle profondità marine o nelle rotte inventate poco importa: limiti comunque da vincere e oltrepassare. Limiti sopratutto interiori. A Siracusa nasce il logos del pensiero Occidentale trattando gli elementi fisici come concetti. La grandezza della civiltà greca e mediterranea non è altro che il frutto di questa complicità creativa tra uomini e ambiente naturale che altrove hanno rapporti di aperta e definitiva ostilità. Forse è perché qui gli uomini,per la prima volta, non hanno dovuto spendere tutte le loro energie per sopravvivere e sono così riusciti a sperimentare forme superiori di convivenza, più aperte alla reciproca curiosità, alla stabile negoziazione commerciale, alla diplomazia e agli scambi culturali: la rete della tradizione cosmopolita che collega le diverse sponde del nostro mare rappresenta il nucleo fondativo di un preciso carattere,di una vera “ragione mediterranea”.
Enzo Maiorca è stato e resta il custode del Mare. E da custode ha trasmesso la sua esperienza alle figlie Rossana e Patrizia: radici profonde e identità non chiuse ma caratterizzate da un atteggiamento esistenziale e spirituale che parla di avventura, coraggio, rispetto della natura, amore. Per questo Enzo Maiorca, silenzioso e solitario eroe greco, e’situato in uno spazio metafisico posto idealmente a Nord di una Idea – la Grecia – e a Sud di un amore – quell’Italia da lui tanto amata. Osservandolo passeggiare assorto e attento con la inseparabile Maria tra le stradine d’Ortigia, con quel suo aspetto da Viaggiatore attento e curioso, ci appariva come portatore di un ri-guardo straordinario e permanente per la sua Città. Ri-guardo come rispetto e come volontà di tornare incessantemente a guardarla per scoprire ogni giorno nuove cose su una stratificazione culturale unica al mondo.
Enzo Maiorca in questi ultimi anni , dopo la follia industriale contro la quale ha sempre combattuto, guardava con soddisfazione a una nuova consapevolezza culturale che sembra iniziare a diffondersi anche tra i giovani. Con nuova speranza per il recupero di spazi, monumenti, paesaggi urbani e naturali che tra tante contraddizioni ancora presenti aveva portato all’ingresso di Siracusa nella W.H.L. Unesco.
Ma Enzo ci lascia in eredità anche tante battaglie da condurre fino alla vittoria. Enzo Maiorca è un Greco d’Occidente: mi piace pensare che nel suo cuore e nel suo sguardo solare, nella aristocratica figura segnata ma mai piegata da mille avventure e segnata da un dolore indicibile , conserverà sempre e rappresenterà per sempre l’orgoglio di una identità a lungo ricercata anche negli abissi e gradualmente ritrovata dalla sua gente. Mi piace pensare che dall’alto sorriderà, con l’adorata Rossana.
Siracusa, la città di Enzo Maiorca. Mesopotamia: la Civiltà ha le sue origini in Oriente in un Terra contenuta tra le acque di due fiumi. Ma poi la Civiltà si disloca da Oriente in Occidente , dal pieno della Terra al vuoto del Mare: in Egitto, a Creta e in Grecia. E poi dalla Grecia in Sicilia. A Siracusa, dove tutto ha inizio 2750 anni fa. Era il 734 a.c. Enzo Maiorca è un discendente della nobile stirpe Corinzia. Uomini di mare e d’avventura che disegnarono uno spazio, profilarono un orizzonte storico e geopolitico inedito, tracciarono non il limite di un confine ma il grande spazio di un mare bordato da terre: il Mediterraneo.
Uno spazio circondato da popolazioni diverse tra loro per lingue, costumi, profumi, sapori, divinità. Il “Mare di mezzo” diventa allora non più ostacolo o barriera invalicabile ma al contrario un “luogo dell’Anima” che connette, veicola, trasmette merci e denari, parole e immagini, arti e mestieri e sembra includere divinità, paesaggi e natura. Viene alla mente Braudel: “Che cosa è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non è un paesaggio ma innumerevoli paesaggi. Non un mare ma un susseguirsi di mari … un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce complicandone e arricchendone la storia: bestie da soma, merci, idee, navi, religioni, modi di vivere”.
Solida la terra, compresa tra certi limina su cui si incidono come segno indelebili vie e percorsi. Fluido il mare, dove tutto scorre e in cui l’itinerario tra un punto e un altro va tracciato ogni volta di nuovo e la rotta è sempre da inventare. E il rapporto con il mare stimola il pensiero e produce conoscenza.
Enzo Maiorca discende da Ulisse. Limiti ricercati nelle profondità marine o nelle rotte inventate poco importa: limiti comunque da vincere e oltrepassare. Limiti sopratutto interiori. A Siracusa nasce il logos del pensiero Occidentale trattando gli elementi fisici come concetti. La grandezza della civiltà greca e mediterranea non è altro che il frutto di questa complicità creativa tra uomini e ambiente naturale che altrove hanno rapporti di aperta e definitiva ostilità. Forse è perché qui gli uomini,per la prima volta, non hanno dovuto spendere tutte le loro energie per sopravvivere e sono così riusciti a sperimentare forme superiori di convivenza, più aperte alla reciproca curiosità, alla stabile negoziazione commerciale, alla diplomazia e agli scambi culturali: la rete della tradizione cosmopolita che collega le diverse sponde del nostro mare rappresenta il nucleo fondativo di un preciso carattere,di una vera “ragione mediterranea”.
Enzo Maiorca è stato e resta il custode del Mare. E da custode ha trasmesso la sua esperienza alle figlie Rossana e Patrizia: radici profonde e identità non chiuse ma caratterizzate da un atteggiamento esistenziale e spirituale che parla di avventura, coraggio, rispetto della natura, amore. Per questo Enzo Maiorca, silenzioso e solitario eroe greco, e’situato in uno spazio metafisico posto idealmente a Nord di una Idea – la Grecia – e a Sud di un amore – quell’Italia da lui tanto amata. Osservandolo passeggiare assorto e attento con la inseparabile Maria tra le stradine d’Ortigia, con quel suo aspetto da Viaggiatore attento e curioso, ci appariva come portatore di un ri-guardo straordinario e permanente per la sua Città. Ri-guardo come rispetto e come volontà di tornare incessantemente a guardarla per scoprire ogni giorno nuove cose su una stratificazione culturale unica al mondo.
Enzo Maiorca in questi ultimi anni , dopo la follia industriale contro la quale ha sempre combattuto, guardava con soddisfazione a una nuova consapevolezza culturale che sembra iniziare a diffondersi anche tra i giovani. Con nuova speranza per il recupero di spazi, monumenti, paesaggi urbani e naturali che tra tante contraddizioni ancora presenti aveva portato all’ingresso di Siracusa nella W.H.L. Unesco.
Ma Enzo ci lascia in eredità anche tante battaglie da condurre fino alla vittoria. Enzo Maiorca è un Greco d’Occidente: mi piace pensare che nel suo cuore e nel suo sguardo solare, nella aristocratica figura segnata ma mai piegata da mille avventure e segnata da un dolore indicibile , conserverà sempre e rappresenterà per sempre l’orgoglio di una identità a lungo ricercata anche negli abissi e gradualmente ritrovata dalla sua gente. Mi piace pensare che dall’alto sorriderà, con l’adorata Rossana.
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