Sindaca della Lega celebra unioni civili. Salvini vuole espellerla
(G.p)Maria Scardellato, sindaco di Oderzo, in provincia di Treviso, ha celebrato una unione civile tra Pasquale ed Andrea, compagni da 11 anni ed ora rischia l'espulsione dal partito. La sindaca è finita nel mirino dei dirigenti del Carroccio ed il caso è finito anche sulla scrivania del felpato Matteo Salvini come ci racconta, con un interessante articolo, Carloantonio Solimene, pubblicato da Il Tempo, storico quotidiano romano.
Sindaca della Lega celebra una unione civile e ora rischia l'espulsione dal partito. E' successo a Oderzo, in provincia di Treviso, dove Maria Scardellato, eletta lo scorso giugno, ha firmato il documento che certifica l'unione tra Pasquale e Andrea, compagni da 11 anni.
La sindaca, finita nel mirino dei dirigenti del Carroccio, si è difesa dalle colonne del Corriere Veneto. "Non ho fatto nulla di male - ha detto - è un contratto previsto per legge. Sono contraria alle adozioni delle coppie omosessuali e lo dico con convinzione, ma da sindaca ho applicato la legge".
Il caso è finito anche sulla scrivania del leader nazionale Matteo Salvini. «Se la sindaca scientemente si è prestata a questo giochino sicuramente ha poco a che fare con la Lega» ha tuonato il segretario federale della Lega intervistato da Radio Capital. «La nostra linea di principio - ha continuato Salvini - è che, nel rispetto delle scelte di vita di tutti, il matrimonio è quello tra uomo e donna, questa è la linea che in totale libertà abbiamo condiviso all'unanimità. Penso che il comune di Oderzo abbia tanti problemi senza tirarsi dentro anche queste polemiche però andiamo a verificare che cosa è successo, se c'è stato qualche fraintendimento o meno». Alla domanda su una possibile espulsione Salvini risponde che "sicuramente il primo cittadino non è in linea con quello che fanno tutti i sindaci della Lega e del movimento che delegano ad altri la scelta di applicare una legge sbagliata. È pieno di dipendenti del comune e gente che si entusiasma per queste cose, potevano occuparsene loro».
Nelle scorse settimane era salito alla ribalta della cronaca un episodio esattamente all'opposto di questo, con il 33enne sindaco leghista di Gallarate, in provincia di Varese, Andrea Cassani, che si era rifiutato di celebrare una unione civile tra due omosessuali, scelta condivisa da tutti gli esponenti della sua Giunta e rivendicata dal primo cittadino in diverse interviste: "Se questo governo, non eletto da nessuno, con un Parlamento illegittimo, ha deciso di approvare la Cirinnà, ne prendo atto ma è un mio diritto non celebrare le unioni civili. Dove iniziano i miei diritti, finiscono quelli degli altri" aveva detto al Fatto Quotidiano.
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