Renzi ad Avellino: striscioni e cori fuori il teatro Gesualdo e la singolare protesta di Azione Nazionale
(G.p)Il premier nonché leader del Partito Democratico Matteo Renzi, ed il sindaco di Napoli il rivoluzionario arancione Luigi De Magistris hanno siglato in Prefettura, questa mattina, il Patto per Napoli, l'intesa che prevede lo sblocco di 308 milioni di euro da destinare alle opere pubbliche della città.
Dopo aver firmato il Patto per Napoli ed aver partecipato ad un forum organizzato da Il Mattino il premier Renzi si è recato in visita ad Avellino, città dalla quale mancava da 4 anni. Infatti era il 26 settembre del 2012 quando l'allora sindaco di Firenze fece tappa in città nell'ambito delle elezioni primarie avvenute in Italia per individuare il leader della coalizione di centro sinistra, in vista delle successive politiche del 2013.
Ad Avellino, Matteo Renzi ha spiegato le ragioni del Si al referendum costituzionale del 4 dicembre al Teatro Gesualdo dove ha trovato un nutrito gruppo di contestatori che lo hanno omaggiato di slogan e striscioni per ribadire il loro no al referendum di dicembre. Dai No Triv, all'unione degli studenti, passando per il Comitato Mo Basta in difesa della Valle del Sabato, fino a Rifondazione Comunista.
Singolare la contestazione effettuata da Azione Nazionale, che ha affisso uno striscione di protesta dal terrazzo di un palazzo che affaccia su piazza Castello, a pochi metri dal Teatro Gesualdo.
Lo striscione recita testuali parole: no all'Europa delle banche, non alla invasione dei migranti, no al governo dei Poteri Forti.
Ettore De Concilis, responsabile provinciale di Azione Nazionale, già consigliere provinciale di Alleanza Nazionale e del Popolo della Libertà dalla sua pagina facebook spiega i motivi di questa protesta.
Ed eccolo qua, Renzi ad Avellino, una città blindata da migliaia di uomini delle FFOO che hanno impedito finanche ai residenti della zona di piazza Castello di entrare o uscire da casa.
Abbiamo inteso dare un segnale simbolico di protesta con il nostro striscione, così come anche altre realtà politiche o associative hanno fatto in strada. Il gioco delle democrazia è anche questo: c'è chi governa e c'è chi contesta. Speriamo che ci sia sempre la libertà di protestare, di criticare, di opporsi al Potere.
Speriamo che ci sarà sempre, per noi, il diritto di scegliersi i rappresentanti in parlamento, il diritto di esercitare la Sovranità, il diritto di essere governati da un ceto politico legittimato da un consenso libero ed autentico.
Cose normali, insomma.
Il diritto a vivere in un Paese dove il Governo rendiconta al Parlamento, per esempio. Invece ora abbiamo un Governo che rendiconta alla Bce, all'Unione Europea, alla NATO, agli USA.
Il diritto a vivere in un Paese dove la solidarietà sia avvertita e praticata, certamente. Invece oggi, in nome di una pelosa solidarietà di tornaconto, il Governo lascia entrare centinaia di migliaia di stranieri mettendo al collasso le nostre politiche di welfare, di previdenza, di sicurezza.
Il diritto a interpretare il futuro come una opportunità e non come un problema. Il diritto a vedere riconosciuta e tutelata la famiglia naturale, l'identità e la Fede di un popolo, la sua vocazione e il suo talento.
Il diritto ad un lavoro dignitoso e stabile per tutti, il diritto ad una società ordinata e collaborativa, il diritto di sentirsi una comunità nazionale.
E per questo, il 4 dicembre, di sicuro, #iovotono.
Dopo aver firmato il Patto per Napoli ed aver partecipato ad un forum organizzato da Il Mattino il premier Renzi si è recato in visita ad Avellino, città dalla quale mancava da 4 anni. Infatti era il 26 settembre del 2012 quando l'allora sindaco di Firenze fece tappa in città nell'ambito delle elezioni primarie avvenute in Italia per individuare il leader della coalizione di centro sinistra, in vista delle successive politiche del 2013.
Ad Avellino, Matteo Renzi ha spiegato le ragioni del Si al referendum costituzionale del 4 dicembre al Teatro Gesualdo dove ha trovato un nutrito gruppo di contestatori che lo hanno omaggiato di slogan e striscioni per ribadire il loro no al referendum di dicembre. Dai No Triv, all'unione degli studenti, passando per il Comitato Mo Basta in difesa della Valle del Sabato, fino a Rifondazione Comunista.
Singolare la contestazione effettuata da Azione Nazionale, che ha affisso uno striscione di protesta dal terrazzo di un palazzo che affaccia su piazza Castello, a pochi metri dal Teatro Gesualdo.
Lo striscione recita testuali parole: no all'Europa delle banche, non alla invasione dei migranti, no al governo dei Poteri Forti.
Ettore De Concilis, responsabile provinciale di Azione Nazionale, già consigliere provinciale di Alleanza Nazionale e del Popolo della Libertà dalla sua pagina facebook spiega i motivi di questa protesta.
Ed eccolo qua, Renzi ad Avellino, una città blindata da migliaia di uomini delle FFOO che hanno impedito finanche ai residenti della zona di piazza Castello di entrare o uscire da casa.
Abbiamo inteso dare un segnale simbolico di protesta con il nostro striscione, così come anche altre realtà politiche o associative hanno fatto in strada. Il gioco delle democrazia è anche questo: c'è chi governa e c'è chi contesta. Speriamo che ci sia sempre la libertà di protestare, di criticare, di opporsi al Potere.
Speriamo che ci sarà sempre, per noi, il diritto di scegliersi i rappresentanti in parlamento, il diritto di esercitare la Sovranità, il diritto di essere governati da un ceto politico legittimato da un consenso libero ed autentico.
Cose normali, insomma.
Il diritto a vivere in un Paese dove il Governo rendiconta al Parlamento, per esempio. Invece ora abbiamo un Governo che rendiconta alla Bce, all'Unione Europea, alla NATO, agli USA.
Il diritto a vivere in un Paese dove la solidarietà sia avvertita e praticata, certamente. Invece oggi, in nome di una pelosa solidarietà di tornaconto, il Governo lascia entrare centinaia di migliaia di stranieri mettendo al collasso le nostre politiche di welfare, di previdenza, di sicurezza.
Il diritto a interpretare il futuro come una opportunità e non come un problema. Il diritto a vedere riconosciuta e tutelata la famiglia naturale, l'identità e la Fede di un popolo, la sua vocazione e il suo talento.
Il diritto ad un lavoro dignitoso e stabile per tutti, il diritto ad una società ordinata e collaborativa, il diritto di sentirsi una comunità nazionale.
E per questo, il 4 dicembre, di sicuro, #iovotono.
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