Il gioielliere libico di religione ebraica Mordechai Fadlun è sequestrato in casa con la famiglia, l’8 ottobre 1979. I banditi – ad agire sono almeno in sei – si recano una prima volta con le chiavi nel deposito di Santa Maria Maggiore ma non riescono ad entrare, tornano per riprendersi il titolare e questa volta aprono la cassaforte. Non riescono a portarsi via tutto e rinunciano a un miliardo di bottino, asportando centocinquanta chili di oro e preziosi per un valore di 4 miliardi. Al riciclaggio dell’oro provvede Gilberto Cavallini, utilizzando il suo giro di ricettatori della malavita veneta. Con l’ingente quota personale il leader della banda, Egidio Giuliani rinforza la struttura logistica acquistando, oltre a una stampante offset per falsificare i documenti, un’agenzia pubblicitaria (Adp) la cui gestione è affidata a una società composta dai soggetti che ruotano intorno a Colantoni, braccio destro di Giuliani. LEGGI TUTTO:
8 ottobre 1979: la banda Giuliani rapina un gioielliere libico
8 ottobre 1979: la banda Giuliani rapina un gioielliere libico
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