(G.p) Due partiti, diversi ma figli della stessa storia, hanno organizzato due feste "Tricolore" a pochi chilometri di distanza.
A Mirabello, in provincia di Reggio Emilia, dal giorno 8 al giorno 11 vi è la Festa Tricolore organizzata da Vittorio Lodi con ospite d'onore Gianfranco Fini che questa sera spiegherà le ragioni del No al referendum costituzionale, mentre a Ferrara ci sarà un'altra festa tricolore organizzata da Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale alla presenza di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, segno evidente di come sia ancora viva e vegete l'interminabile diaspora dell'italica destra post missina come ci racconta, dalle colonne de Il Tempo, il collega Antonio Rapisarda con un interessante articolo che pubblichiamo per intero.
Due «Feste tricolore» a pochi chilometri di distanza organizzate da due partiti diversi e divisi ma figli della stessa storia. L’interminabile diaspora della destra si manifesta anche così: con lo sdoppiamento di un appuntamento che - nei tempi che furono - riusciva a far convogliare nella «rossissima» Emilia migliaia di missini di ogni estrazione per condividere a Mirabello le giornate della «Festa tricolore», organizzata dall’instancabile volontario Vittorio Lodi. Per intenderci, fu proprio da questa piccola cittadina che Giorgio Almirante, nell’edizione 1987, indicò Gianfranco Fini come suo erede. Mirabello, dunque, è sempre stato l’appuntamento di apertura ufficiale della stagione politica per la destra del Msi e di An: un contraltare in scala rispetto al gigantesco apparato delle Feste de L’Unità ma pur sempre un evento utile per misurare umori e speranze di quella che era la comunità degli «esuli in patria». Oggi? Da qualche anno a questa parte - dopo un periodo di «stanchezza» che ne aveva messo in ombra la valenza - è diventata la festa delle declinazioni politiche di Gianfranco Fini: prima con il breve e sventurato periodo di Futuro e libertà (fu qui che l’allora presidente della Camera tenne il duro discorso contro il governo Berlusconi che determinò la rottura insanabile), poi come ritrovo dei finiani dispersi, da questa edizione invece Mirabello è inserita nel network di Azione Nazionale. Per qualche anno - dal 2011 - addirittura si organizzarono due «Mirabello» in staffetta e, ovviamente, in aperta polemica: una finiana, l’altra, ribattezzata Festa della libertà, con gli ex An rimasti nel Pdl. E se - dopo la traumatica scissione nel Pdl tra Berlusconi e Fini - la kermesse non ha portato fortuna all’allora presidente della Camera, lo stesso si può dire per chi scelse di seguire il Cavaliere. Fu proprio a Mirabello, ad esempio, che si tenne la prima uscita di Angelino Alfano come segretario del Pdl: da lì a poco il segretario sarebbe stato stroncato da quel «non ha il quid» di Berlusconi col quale è iniziata la frattura col mondo che lo aveva acclamato come nuovo leader. Insomma, la festa di Mirabello da qualche tempo a questa parte evidenzia per lo più lo stato dell’arte di quella che una volta, pur nelle divisioni, era una comunità: ossia l’atomizzazione di un mondo. Non c’è altra spiegazione nemmeno davanti a quello che sta avvenendo da ieri in questo fazzoletto di terra strappato nell’immaginario al Pci: nel capoluogo di Ferrara, infatti, a pochi km dal centro agricolo dove è in corso la 35ª edizione dell’happening, è in svolgimento un’altra «Festa tricolore» organizzata però da Fratelli d’Italia. Già, a quella di Mirabello si è aggiunta un’altra tre giorni, stavolta animata dall’ex senatore del Pdl Alberto Balboni, per anni sodale proprio del patron Vittorio Lodi e oggi esponente di FdI: stesso nome, stesso brand e, a quanto pare, pure stesso obiettivo polemico, il governo Renzi col referendum costituzionale. Se a Mirabello si stanno alternando diversi ex An (da Gianni Alemanno a Giuseppe Scopelliti) con Gianfranco Fini atteso oggi come ospite d’onore, a Ferrara sono in programma incontri incentrati anch’essi sul no al referendum ai quali parteciperanno, tra gli altri, Ignazio La Russa, mentre
Giorgia Meloni rimarrà a Roma dato il nono mese di gravidanza. Per Balboni però la «coincidenza» di nome, date e temi è, appunto, solo una coincidenza: «Perché l’abbiamo chiamata come la storica festa di Mirabello? L’ho organizzata per trent’anni, quindi forse mi è rimasta in testa come nome. In realtà il tricolore è di tutti». Già, la forza dell’abitudine...
Nessun commento: