Le parole di Salvini su Ciampi sono legittime
(G.p)Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, ha presentato, nella giornata di martedì 20 settembre, un esposto alla Procura della Repubblica di Roma sulle affermazioni di Matteo Salvini nei confronti di Carlo Azeglio Ciampi, chiedendo di "verificare se l'aver definito "traditore" il Presidente emerito della Repubblica integri ipotesi di reato a carico dell'onorevole".
A difesa di Matteo Salvini, si schiera senza se e senza ma il quotidiano Libero con un articolo, a firma del collega Marco Gorra perché da garantisti autentici ritengono che le idee siano tutte legittime.
Articolo che pubblichiamo per intero.
Il vilipendio al presidente della Repubblica in carica ed in vita è sicuramente un'ipotesi di reato odiosa e che nell'ordinamento di un paese moderno dove si tengono nel dovuto conto i più elementari diritti costituzionali mai dovrebbero trovare cittadinanza.
Nonostante ciò, la fattispecie è viva e vegeta, miete vittime eccellenti e non (caso più fresco quello del leader de la Destra Francesco Storace, finito nei guai ed assolto per avere dato di "indegno" all'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano) e nessuno si sogna di abolirla. E non è nemmeno questo il guaio.
Il guaio è che, nei fatti, in Italia vige anche il reato di vilipendio al presidente della Repubblica non più in carica né in vita. Una specie di vilipendio postumo. Almeno, cosi pare pensarla il capogruppo al senato del Partito Democratico Luigi Zanda che dando nuovo significato alla domanda ma non hanno da lavorare? ieri si è recato in procura onde denunciare il leader della Lega Nord Matteo Salvini.
Costui aveva avuto l'ardire di salutare la scomparsa del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi cantando fuori dal coro degli orfani inconsolabili: politicamente parlando aveva detto il numero uno del Carroccio, Ciampi è uno dei traditori dell'Italia e degli italiani, come Napolitano, Prodi e Monti perché si porta sulla coscienza il disastro sulle spalle di 50 milioni di italiani.
Al di la del rispetto per la morta e del cordoglio umano, dunque per il leader padano, politicamente come per Napolitano, lo considero uno da processare come traditore.
Parole magari non delle più eleganti, ma nondimeno costituenti una- nemmeno cosi campata per aria-polemica squisitamente politica.
Parole che non vanno giù a quelli del Pd e a tutto il folto, come l'occasione richiede, coro delle prefiche di complemento.
I quali prendono un po' troppo sul serio la storia del de mortuis nihil nisi bonum ed annunciano le carte bollate a tutela dell'onorabilità del caro estinto. Che pare la classica boutade polemica destinata a durare lo spazio di un week end ma che ieri è clamorosamente passata alla fase due.
Cosi è lo stesso Zanda, a dare l'annuncio( mediante nota cui parla di sé in terza persona, quando si dice il basso profilo) di aver presentato l'esposto contro Salvini.
Nessuna legittimità, argomenta, può essere adottata riguardo a parole che hanno diffamato oltre alla dignità e la reputazione di Carlo Azeglio Ciampi, l'azione e il pensiero di figure istituzionali riconosciute per un rigoroso profilo etico.
Tutto chiaro, dunque, una volta che il Pd ha deciso chi è riconosciuto per il rigoroso profilo etico e chi no, al resto del mondo non resta che prendere nota di quanto stabilito al Nazareno e premurarsi di criticare solo chi il rigoroso profilo etico non ce l'ha.
Altrimenti, arriva la denuncia. Importa zero che, in democrazia, ciascuno sia libero di dir male di chi meglio crede( ovviamente nei limiti di legge); importa zero che le opinioni politiche espresse dai rappresentanti del popolo godano di un particolare status di protezione; importa zero, soprattutto, che nessuno possa chiedere al destinatario della critica se si ritenga offeso. Denunciate, denunciate, qualcosa resterà.
Il vilipendio al presidente della Repubblica in carica ed in vita è sicuramente un'ipotesi di reato odiosa e che nell'ordinamento di un paese moderno dove si tengono nel dovuto conto i più elementari diritti costituzionali mai dovrebbero trovare cittadinanza.
Nonostante ciò, la fattispecie è viva e vegeta, miete vittime eccellenti e non (caso più fresco quello del leader de la Destra Francesco Storace, finito nei guai ed assolto per avere dato di "indegno" all'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano) e nessuno si sogna di abolirla. E non è nemmeno questo il guaio.
Il guaio è che, nei fatti, in Italia vige anche il reato di vilipendio al presidente della Repubblica non più in carica né in vita. Una specie di vilipendio postumo. Almeno, cosi pare pensarla il capogruppo al senato del Partito Democratico Luigi Zanda che dando nuovo significato alla domanda ma non hanno da lavorare? ieri si è recato in procura onde denunciare il leader della Lega Nord Matteo Salvini.
Costui aveva avuto l'ardire di salutare la scomparsa del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi cantando fuori dal coro degli orfani inconsolabili: politicamente parlando aveva detto il numero uno del Carroccio, Ciampi è uno dei traditori dell'Italia e degli italiani, come Napolitano, Prodi e Monti perché si porta sulla coscienza il disastro sulle spalle di 50 milioni di italiani.
Al di la del rispetto per la morta e del cordoglio umano, dunque per il leader padano, politicamente come per Napolitano, lo considero uno da processare come traditore.
Parole magari non delle più eleganti, ma nondimeno costituenti una- nemmeno cosi campata per aria-polemica squisitamente politica.
Parole che non vanno giù a quelli del Pd e a tutto il folto, come l'occasione richiede, coro delle prefiche di complemento.
I quali prendono un po' troppo sul serio la storia del de mortuis nihil nisi bonum ed annunciano le carte bollate a tutela dell'onorabilità del caro estinto. Che pare la classica boutade polemica destinata a durare lo spazio di un week end ma che ieri è clamorosamente passata alla fase due.
Cosi è lo stesso Zanda, a dare l'annuncio( mediante nota cui parla di sé in terza persona, quando si dice il basso profilo) di aver presentato l'esposto contro Salvini.
Nessuna legittimità, argomenta, può essere adottata riguardo a parole che hanno diffamato oltre alla dignità e la reputazione di Carlo Azeglio Ciampi, l'azione e il pensiero di figure istituzionali riconosciute per un rigoroso profilo etico.
Tutto chiaro, dunque, una volta che il Pd ha deciso chi è riconosciuto per il rigoroso profilo etico e chi no, al resto del mondo non resta che prendere nota di quanto stabilito al Nazareno e premurarsi di criticare solo chi il rigoroso profilo etico non ce l'ha.
Altrimenti, arriva la denuncia. Importa zero che, in democrazia, ciascuno sia libero di dir male di chi meglio crede( ovviamente nei limiti di legge); importa zero che le opinioni politiche espresse dai rappresentanti del popolo godano di un particolare status di protezione; importa zero, soprattutto, che nessuno possa chiedere al destinatario della critica se si ritenga offeso. Denunciate, denunciate, qualcosa resterà.
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