Casapound, Di Stefano: “Bene Salvini, possiamo riprendere dialogo interrotto ma dovrebbe frantumare la Lega"
Intervista che pubblichiamo per intero.
Bene Salvini” e se manterrà la parola declinata in progetto “noi possiamo riprendere il dialogo interrotto e un percorso insieme, ma per far questo Salvini dovrebbe frantumare la Lega perché Zaia e Maroni non la pensano come lui…”. Analisi netta che Simone Di Stefano, portavoce nazionale di CasaPound mette sul piatto politico dopo il messaggio del leader del Carroccio a Parisi e Fi. Nell’intervista con Intelligonews spiega anche il ‘gioco’ di Berlusconi sul referendum costituzionale.
Salvini dice a Fi e a Parisi che si alleerà solo con chi vuole sganciarsi dalla “gabbia” Ue. Se questo si concretizzasse, si riaprono i giochi con CasaPound oppure avete chiuso le porte per sempre al leader della Lega?
"Beh, quando ieri ho visto Maroni, Zaia e Toti la prima cosa che mi è saltata in testa è stata che queste belle parole sull’immigrazione nessuno in Europa le farà mai mettere in pratica. Quindi sono contento che Salvini oggi stigmatizzi e dica esattamente questo perché nessuno può pensare di fare ciò che c’è da fare sull’immigrazione rimanendo in Europa. Ovviamente apprezzo le parole di Salvini ma per realizzare quello che dice lui, ovvero per stare lontano dagli alleati che vogliono restare in Europa vuol dire frantumare la Lega perché Zaia e Maroni la pensano a quanto pare in maniera diametralmente opposta, viste le dichiarazioni delle ultime ore".
Ma se la linea di Salvini nelle prossime settimane dovesse concretizzarsi, con CasaPound come si mette? Ci potrebbe essere un riavvicinamento? Con quali presupposti?
"Certo, possiamo riprendere il dialogo da dove si era interrotto. Se questa è la linea, ovvero fuori dal centrodestra, non c’è nessun problema a riprendere un percorso insieme. Il presupposto è lo sganciamento dall’Unione europea e dall’euro, basta quello per essere liberi e poter fare tante cose, tra le quali la Flat tax di cui parla Salvini. La piattaforma base è sempre quella: basta immigrazione, no euro, no Europa e prima gli italiani".
Che tipo di carenze ha secondo lei il progetto di Parisi?
"Non vedo che differenze ci possano essere tra il progetto di Parisi e quello di Renzi: alla fine è un cercare di stare tutti insieme per non scontentare l’Ue".
A proposito di Fi, Marcello Pera sostiene che in fondo Berlusconi sul referendum costituzionale manifesta un no più di bandiera che reale e che, indirettamente, sarebbe quasi propenso per il sì. Condivide questa lettura?
"Penso che sotto sotto, nelle alte sfere di Fi, molti facciano questo gioco, ovvero dicano un no di convenienza ma poi sostanzialmente rispondono a quella vecchia logica di Berlusconi che ha detto più volte e cioè se questo governo Renzi ha bisogno noi siamo pronti ad aiutarlo per amore e unità nazionale. Questa è la filosofia del Nazareno che sta sotto alle manovre di Fi ed ecco perché con Fi non si può fare nulla e, secondo me, non bisogna neanche parlare".
In tre parole di cosa ha bisogno secondo lei la destra per rinascere?
"Sovranista, ovvero essere liberi dall’Ue, seguire i movimenti in Austria, Germania, Francia. Le parole-chiave sono tre che stanno in un unico concetto: basta Unione europea. Su questo dovrebbe fondarsi il nuovo progetto politico".
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