Salvini: «Pulizia etnica contro gli immigrati»
(G.p)Un avviso di sfratto al premier Renzi da consegnare il 12 novembre a Firenze e una nuova Opa ostile, nei confronti di Stefano Parisi sul centrodestra ed una promessa, in caso di ritorno al governo, una pulizia etnica dagli immigrati messa in atto dalle forze dell'ordine.
Da Ponte di Legno, storica quinta dei raduni leghisti, Matteo Salvini rompe la tregua ferragostana della politica e lancia la doppia tripla sfida. Ma la notizia, forse, si trova in un dettaglio: il leader del Carroccio non indossa la tradizionale felpa con dedica, ma una maglietta della Polizia con tanto di mostrine come ci racconta il quotidiano comunista Il Manifesto con un interessante articolo che proponiamo per intero.
Al posto della solita felpa ha indossato una maglietta della polizia con tanto di mostrine. Il tutto per lanciare messaggi che con le forze dell’ordine hanno davvero poco a che fare. Come promettere, una volta al governo, una «pulizia etnica» dagli immigrati messa in atto proprio da polizia e carabinieri. Oppure invocare una manifestazione per il 12 novembre a Firenze «per dare lo sfratto a Renzi». Parole, slogan ma soprattutto abbigliamento quello sfoggiato da Matteo Salvini domenica a Ponte di Legno (frasi ripetute anche ieri su Facebook), che non sono andate giù alle forze dell’ordine, quelle vere, che avvertono il segretario della Lega: «Giù le mani dalla nostra divisa». «E’ «gravissimo indossare la nostra maglia per invocare addirittura una pulizia etnica che ci riporta indietro a una delle pagine più oscure e dolorose del nostro paese», è il commento di Lorena La Spina, segretaria dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. Giudizio analogo a quello espresso dal segretario del Silp-Cgil Daniele Tassone, che definisce quello di Salvini un gesto «inqualificabile quanto inaccettabile».
Di certo non ha fatto sentire la nostalgia di Umberto Bossi e dei comizi infuocati di Pontida il Matteo Salvini che domenica si è presentato al consueto raduno ferragostano di Ponte di Legno. Di motivi per parlare di politica, quella vera, del resto non n’erano. Anzi. Nonostante il sorpasso su Forza Italia i sondaggi danno il Carroccio inchiodato su un 13% che lo tiene lontano anni luce sia da Pd che dal M5S. Senza parlare del pessimo risultato ottenuto alle amministrative (anche dalla lista «Noi per Salvini) che ancora brucia. Per provare a galvanizzare i suoi a Salvini non resta quindi che giocare come al solito con la pancia del movimento.
Cosa che prova a fare anche con la musica. Archiviato il «Va pensiero», a fare da colonna sonora della manifestazione ecco «C’è chi dice no» di Vasco Rossi (e chissà che ne pensa il Vasco nazionale). «Non dobbiamo più avere paura di niente e di nessun», attacca. I primo a finire nel mirino è Matteo Renzi. «Il 12 novembre andremo tutti a liberare Firenze, casa sua. sarà al spallata finale», promette. Ma ce n’è per tutti. Per gli immigrati: «In ogni regione andremo a prenderci uno degli alberghi in cui bivaccano i profughi e lo ridaremo agli italiani».
Per Alfano, che insulta come al solito. Per «la sinistra di Capalbio, quella che ha il portafoglio gonfio e che è esempio del peggior razzismo». Per la Chiesa e per quei sacerdoti «che si sono dimenticati i veri principi della fede. Io rimpiango Benedetto XVI». Senza dimenticare gli ex alleati. «Parisi chi?», chiede riferendosi all’uomo indicato da Berlusconi per resuscitare il centrodestra. «Mi chiedono e citano questo nome… in un primo momento pensavo fosse un giocatore del Milan, poi ho capito. Cosa vuole fare però non l’ho ancora capito».
Migranti e Renzi restano però gli obiettivi preferiti. Sui primi c’è poco da dire: «Quando saremo al governo – promette Salvini – «daremo mano libera ai carabinieri e alla polizia per ripulire le città. Sarà una sorta di pulizia etnica controllata e finanziata come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l’oppressione dei clandestini», dice con indosso la maglietta della polizia. Al fianco del segretario della Lega si schiera solo il sindacato autonomo Sap, mentre tutte le altre sigle degli agenti prendono le distanze e condannano. «E’ da denuncia, rinunci all’immunità», dice il segretario del Siulp, il primo sindacato degli uomini in divisa, Felice Romano. «Il fatto che sia un parlamentare non può autorizzarlo a indossare impunemente la nostra divisa. Ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti, anche da lui».
E’ affidata un tweet la replica di Salvini a chi lo attacca: «Fatemi capire – scrive il segretario del Carroccio – chiedere regole, ordine e rispetto sarebbe delirante? Chiedere che clandestini e centri sociali no sfascino tutto è delirante? C’è chi sta con Renzi e Alfano, io sto con chi ci difende». E sempre a proposito del premier ribadisce l’appuntamento di novembre a Firenze. «Vediamo: se saremo in pochi avrà ragione Renzi e avanti con l’immigrazione, le tasse, con le buone scuole che licenziano migliaia di insegnati, avanti con le riforme sbagliate».
Attaccato come al solito dal leader del Carroccio, il Ncd affida la sua difesa a Fabrizio Cicchitto: «Con la demagogia di Salvini e Calderoli non si va da nessun a parte», dice il parlamentare. «Anzi si peggiora la situazione sia sostenendo che l’islamismo deve diventare reato, sia con la ben nota esibizione di magliette che creò non pochi guai qualche anno fa. Che la Lega trovi ragione ad attaccare Alfano su questo è semplicemente grottesco».
Da Ponte di Legno, storica quinta dei raduni leghisti, Matteo Salvini rompe la tregua ferragostana della politica e lancia la doppia tripla sfida. Ma la notizia, forse, si trova in un dettaglio: il leader del Carroccio non indossa la tradizionale felpa con dedica, ma una maglietta della Polizia con tanto di mostrine come ci racconta il quotidiano comunista Il Manifesto con un interessante articolo che proponiamo per intero.
Al posto della solita felpa ha indossato una maglietta della polizia con tanto di mostrine. Il tutto per lanciare messaggi che con le forze dell’ordine hanno davvero poco a che fare. Come promettere, una volta al governo, una «pulizia etnica» dagli immigrati messa in atto proprio da polizia e carabinieri. Oppure invocare una manifestazione per il 12 novembre a Firenze «per dare lo sfratto a Renzi». Parole, slogan ma soprattutto abbigliamento quello sfoggiato da Matteo Salvini domenica a Ponte di Legno (frasi ripetute anche ieri su Facebook), che non sono andate giù alle forze dell’ordine, quelle vere, che avvertono il segretario della Lega: «Giù le mani dalla nostra divisa». «E’ «gravissimo indossare la nostra maglia per invocare addirittura una pulizia etnica che ci riporta indietro a una delle pagine più oscure e dolorose del nostro paese», è il commento di Lorena La Spina, segretaria dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. Giudizio analogo a quello espresso dal segretario del Silp-Cgil Daniele Tassone, che definisce quello di Salvini un gesto «inqualificabile quanto inaccettabile».
Di certo non ha fatto sentire la nostalgia di Umberto Bossi e dei comizi infuocati di Pontida il Matteo Salvini che domenica si è presentato al consueto raduno ferragostano di Ponte di Legno. Di motivi per parlare di politica, quella vera, del resto non n’erano. Anzi. Nonostante il sorpasso su Forza Italia i sondaggi danno il Carroccio inchiodato su un 13% che lo tiene lontano anni luce sia da Pd che dal M5S. Senza parlare del pessimo risultato ottenuto alle amministrative (anche dalla lista «Noi per Salvini) che ancora brucia. Per provare a galvanizzare i suoi a Salvini non resta quindi che giocare come al solito con la pancia del movimento.
Cosa che prova a fare anche con la musica. Archiviato il «Va pensiero», a fare da colonna sonora della manifestazione ecco «C’è chi dice no» di Vasco Rossi (e chissà che ne pensa il Vasco nazionale). «Non dobbiamo più avere paura di niente e di nessun», attacca. I primo a finire nel mirino è Matteo Renzi. «Il 12 novembre andremo tutti a liberare Firenze, casa sua. sarà al spallata finale», promette. Ma ce n’è per tutti. Per gli immigrati: «In ogni regione andremo a prenderci uno degli alberghi in cui bivaccano i profughi e lo ridaremo agli italiani».
Per Alfano, che insulta come al solito. Per «la sinistra di Capalbio, quella che ha il portafoglio gonfio e che è esempio del peggior razzismo». Per la Chiesa e per quei sacerdoti «che si sono dimenticati i veri principi della fede. Io rimpiango Benedetto XVI». Senza dimenticare gli ex alleati. «Parisi chi?», chiede riferendosi all’uomo indicato da Berlusconi per resuscitare il centrodestra. «Mi chiedono e citano questo nome… in un primo momento pensavo fosse un giocatore del Milan, poi ho capito. Cosa vuole fare però non l’ho ancora capito».
Migranti e Renzi restano però gli obiettivi preferiti. Sui primi c’è poco da dire: «Quando saremo al governo – promette Salvini – «daremo mano libera ai carabinieri e alla polizia per ripulire le città. Sarà una sorta di pulizia etnica controllata e finanziata come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l’oppressione dei clandestini», dice con indosso la maglietta della polizia. Al fianco del segretario della Lega si schiera solo il sindacato autonomo Sap, mentre tutte le altre sigle degli agenti prendono le distanze e condannano. «E’ da denuncia, rinunci all’immunità», dice il segretario del Siulp, il primo sindacato degli uomini in divisa, Felice Romano. «Il fatto che sia un parlamentare non può autorizzarlo a indossare impunemente la nostra divisa. Ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti, anche da lui».
E’ affidata un tweet la replica di Salvini a chi lo attacca: «Fatemi capire – scrive il segretario del Carroccio – chiedere regole, ordine e rispetto sarebbe delirante? Chiedere che clandestini e centri sociali no sfascino tutto è delirante? C’è chi sta con Renzi e Alfano, io sto con chi ci difende». E sempre a proposito del premier ribadisce l’appuntamento di novembre a Firenze. «Vediamo: se saremo in pochi avrà ragione Renzi e avanti con l’immigrazione, le tasse, con le buone scuole che licenziano migliaia di insegnati, avanti con le riforme sbagliate».
Attaccato come al solito dal leader del Carroccio, il Ncd affida la sua difesa a Fabrizio Cicchitto: «Con la demagogia di Salvini e Calderoli non si va da nessun a parte», dice il parlamentare. «Anzi si peggiora la situazione sia sostenendo che l’islamismo deve diventare reato, sia con la ben nota esibizione di magliette che creò non pochi guai qualche anno fa. Che la Lega trovi ragione ad attaccare Alfano su questo è semplicemente grottesco».
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