Giorgia Meloni: "Istituiamo il reato di integralismo islamico"
(G.p)Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale, in una lettera pubblicata dal quotidiano Libero, dopo l'atroce massacro avvenuto in Bangladesh costato la vita a 20 persone, tra cui nove cittadini italiani, trucidati in nome di Allah perché non conoscevano il Corano, lancia un proposta : l'istituzione di un nuovo reato quello di integralismo islamico.
Lettera che pubblichiamo per intero
L'atroce massacro in Bangladesh confuta tutte le tesi care ai paladini del politicamente corretto in tema di terrorismo islamico e dimostra, in modo inequivocabile, che la causa del fenomeno è da ricercare nella diffusione di teorie radicali da parte dell'Arabia Saudita e del Qatar.
Come ha sottolineato anche il direttore Vittorio Feltri nel suo editoriale, i carnefici di Dacca sono giovani di famiglie facoltose che hanno studiato in college e università prestigiosi. Cade dunque la teoria del disagio sociale e dell'ignoranza. I fatti sono accaduti in una terra che risente ben poco di quanto accade in Medio Oriente, cade la tesi che il terrorismo è un atto di «reazione alla aggressione occidentale». Venti persone, tra cui nove nostri concittadini e un bimbo ancora non nato, sono stati trucidati in nome di Allah, perché non conoscevano il Corano. Diventa difficile per chiunque continuare a sostenere che «la religione non c'entra».
Bisogna guardare in faccia la realtà. La causa di quanto sta accadendo è la diffusione del fondamentalismo islamico. Noi occidentali siamo ormai troppo secolarizzati e nichilisti per ammettere che alla base del comportamento degli individui possa esserci una ideologia o una convinzione religiosa. Eppure dovremmo ricordarci che in nome della religione e delle ideologie ci siamo massacrati per secoli. Cosa c'è dietro il fanatismo islamico? C'è «semplicemente» una specifica ideologia rafforzata da una base religiosa. Una miscela pericolosissima e con una forza straordinaria.
Bisogna partire dai «cattivi maestri» che teorizzano l'integralismo, dal salafismo e dal wahabismo divenuti maggioritari in Qatar e Arabia saudita. L'interpretazione della sharia in queste nazioni stabilisce che il Corano sia la legge dello Stato e prevede, per esempio, la pena di morte per apostasia (la conversione di un musulmano ad altra religione), la morte per omosessualità, adulterio, stregoneria che può essere inflitta anche per lapidazione o crocifissione. Sono ammesse la tortura e la mutilazione, non è riconosciuta la libertà religiosa, le donne non hanno alcun diritto. Supponiamo pure che Qatar e Arabia saudita non abbiano collegamenti con le organizzazioni terroristiche, è però innegabile che la dottrina che professano costituisce l' humus nel quale nasce e prospera il terrorismo. Per intenderci, i talebani, Al Qaeda, l'Isis sono tutte organizzazioni wahabite che da un punto di vista puramente teologico si differenziano ben poco dall'islam delle monarchie del Golfo. Questa interpretazione fondamentalista è diffusa in tutto il mondo attraverso le scuole coraniche, le università, le moschee finanziate in modo scientifico dall'Arabia Saudita e dal Qatar. Il web e i social media fanno il resto, diffondendo come un virus l' ideologia religiosa integralista tra i musulmani di tutte le latitudini.
Il buon senso, o perlomeno l'istinto di sopravvivenza, dovrebbero spingere gli Stati occidentali a vietare ogni forma di propaganda a chi teorizza il fondamentalismo, arrivando a interrompere ogni rapporto diplomatico ed economico in assenza di un cambio di rotta. Invece si parla sempre con grande timidezza di questi temi.
Una spiegazione ci arriva dagli Stati Uniti, ma è validissima anche in Europa e in Italia: è recentemente emerso che circa il 20% dei fondi della campagna presidenziale di Hillary Clinton provengono dall' Arabia Saudita e che anche il Qatar e il Kuwait hanno contribuito generosamente alla causa. Insomma, in Occidente ormai si può comprare anche il diritto a diffondere l'odio, a volte basta qualche buon contratto e qualche Rolex. Di fronte a tutto questo c'è chi, in Europa, ha proposto di istituire il reato di «islamofobia». A loro risponderemo senza esitazioni: chiediamo l'introduzione del reato di «integralismo islamico».
Nessun commento: