(G.p)Tra i tanti spunti interessanti che ci hanno offerto le elezioni comunali per la scelta del sindaco di Roma e dei consiglieri comunali c' era anche uno strano derby, quello delle sorelle Mussolini.
Il ciclone Alessandra, europarlamentare di Forza Italia e candidata con il partito dell'ex premier di Arcore a sostegno del candidato civico Marchini e Rachele, alla sua prima esperienza politica, candidata nella lista civica con Giorgia Meloni sindaco.
A vincere, per numero di preferenze è stata Alessandra che ha conquistato 1492 preferenze contro le 657 di Rachele ma ad essere eletta è stata Rachele per il miglior risultato conseguito dalla coalizione in cui era stata candidata.
Il collega Antonio Rapisarda, dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, con un interessante articolo, ci racconta questo strano derby in casa Mussolini.
Il «derby delle Mussolini» a Roma? A sorpresa se l’è aggiudicato Rachele, l’outsider, contro la più celebre Alessandra. Era stato ribattezzato così uno scontro politico che più in famiglia non si poteva, dato che a sfidarsi in due liste contrapposte per il Consiglio comunale di Roma sono state due sorelle nate da Romano, figlio di Benito Mussolini (e da due suoi diversi matrimoni). Una, Alessandra, è tra i politici italiani più conosciuti, candidata con Forza Italia come capolista con l’obiettivo di rafforzare lì la «quota destra». L’altra, Rachele, alla sua prima esperienza pubblica dopo tanta militanza dietro le quinte, presentata come esponente civica nella coalizione guidata da Meloni. Sulla carta non avrebbe dovuto esserci partita e invece a spuntarla è stata Rachele che con i suoi 657 voti per la lista «Con Giorgia» sarà tra i nuovi 48 consiglieri comunali (non sono bastati, invece, i 1492 voti di Alessandra per entrare). Un traguardo, questo, che lei per prima non aveva messo in conto. «Ci ho messo il massimo impegno ma non credevo certo di essere eletta – racconta Rachele a Il Tempo – né, addirittura, pensavo di poter essere io la Mussolini a entrare invece di mia sorella che è una politica navigata. Per me era già stato importante il bagaglio di esperienza e di umanità raccolto in questa campagna elettorale». Per raggiungere quest’obiettivo, racconta, ha dovuto faticare e, ovviamente, all’inizio c’era pure chi la confondeva con la sorella più famosa. Quanto al cognome, poi, «non sono ipocrita, qualcuno fermandomi, come due signore al mercato, mi ha manifestato stima e rispetto per la storia della mia famiglia. Ma più spesso mi è capitato, non solo in politica, di essere discriminata a prescindere per il cognome che porto». La domanda, a questo punto, è come ci sarà rimasta Alessandra. Rachele questo non lo sa. «Non ci sentiamo da un po’. È mia sorella e le auguro sempre ogni bene. Diciamo però che abbiamo due caratteri diversi: lei è famosa per la vivacità e l’irruenza, mentre io ho un carattere più mite, anche se quando è necessario so tirare fuori le unghie». In Consiglio ce ne sarà bisogno. «Già, porterò le richieste che mi sono giunte dalle periferie. Luoghi che conosco perché anche io vivo in una di quelle zone praticamente abbandonate». Insomma, se Alessandra è stata la prima Mussolini a rientrare in Parlamento, tocca a Rachele adesso essere la prima Mussolini all’Assemblea capitolina: «Già – sorride -. Almeno una cosa l’ho fatta prima io
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