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Casapound Lanciano il patto finisce in Parlamento

L'ingresso in consiglio comunale, in caso di vittoria del candidato centrista D'Errico di un esponente del movimento Casa Pound ha assunto i contorni di un caso di rilevanza nazionale, come sapientemente ci racconta la collega  Daria De Laurentiis sulle colonne del quotidiano Il Centro



Assume i contorni di un caso nazionale il probabile ingresso in consiglio comunale, in caso di vittoria della coalizione di centrodestra, di un esponente del movimento Casapound. Dopo l’intervento dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) e di dodici associazioni cittadine, il caso arriva in Parlamento con l’interrogazione a firma dei parlamentari abruzzesi Maria Amato, Antonio Castricone, Vittoria D’Incecco, Gianluca Fusilli, Tommaso Ginoble, Stefania Pezzopane e Gianni Melilla. I deputati fanno appello alle massime cariche dello Stato, alla presidente della CameraLaura Boldrini e al presidente del Senato, Pietro Grasso, ricordando le parole del presidente della Repubblica, Luigi Einaudi che il 25 settembre del 1952 decorava, con medaglia d’oro, la città di Lanciano, al valor militare con questa motivazione: “Forte città dell’Abruzzo di nobili tradizioni patriottiche e guerriere, insofferente di servaggio, reagiva ai soprusi della soldataglia tedesca con l’azione armata dei suoi figli migliori. L’intera popolazione, costretta ad assistere in piazza al martirio di un cittadino, valoroso combattente legato a un albero, accecato e trucidato per ammonimento ai civili, sorgeva in armi. Combattevano i cittadini per molte ore, subendo perdite e infliggendone di ben più gravi e, per aver ragione della resistenza, il nemico doveva impegnare numerosi battaglioni, mezzi corazzati, artiglierie”.
«In quella Lanciano», evidenziano i parlamentari, «quella della medaglia d’oro dei Martiri ottobrini, della resistenza coraggiosa di una intera città, la destra moderata di Errico D’Amico stringe una alleanza con l’altra destra, quella più nera, con i “bravi ragazzi” del saluto romano: un’alleanza che può portare Casapound in consiglio comunale. Non ce li porta il popolo, ce li porta l’opportunismo e il calcolo di chi volendo vincere a tutti i costi, rinnega la storia. Facciamo appello all’orgoglio dei lancianesi per la loro storia, per sentire ancora oggi, viva, la gloria di quella medaglia d’oro, non eroismo di pochi, ma Resistenza di popolo. Diciamo no con lo stessa energia, con lo stesso cuore, con cui, ad ogni volta che Le Pen parla alla pancia xenofoba, la Francia ricorda la sua storia e dice no. Voler vincere è profondamente diverso dal voler vincere a qualsiasi costo e con qualsiasi alleanza, calpestando medaglie, memoria e martiri». E sulla questione intervengono anche i segretari del Pd,Chiara Zappalorto (Pd Chieti) e Marco Rapino (Pd Abruzzo): «D’Amico ha dimenticato la storia della sua città», scrivono. «Questo i cittadini devono saperlo, devono sapere che l’accordo che porta la sua firma è stato realizzato sulla spartizione delle poltrone e non su una visione programmatica per la città».
A sostegno di D’Amico si leva la difesa del presidente delle Acli frentane,Alfonso Frattura: «Le Acli Frentane concordano con le formazioni politiche lancianesi compattate su un programma politico che mette al centro la rinascita culturale, sociale e politica di Lanciano», scrive Frattura. «Le critiche velleitarie sui valori che hanno visto la nascita della Repubblica

sono strumentali e fini a se stesse. Il candidato D’Amico è cresciuto con i valori della Costituzione nata dalla Resistenza alle dittature. Porta e porterà con sè questi valori in ogni momento e onorerà la Costituzione, i Marrtiri lancianesi e la Medaglia d’oro».

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