Noi con Salvini, cantonata a Palermo: “I migranti sparano”. Ma l’arrestato è italiano e la vittima del Gambia
(G.p) Un cittadino del Gambia, di anni 20, Yusupha Susso è in coma, per un colpo di pistola. Le telecamere, presenti nella zona dove è successo il brutto episodio di cronaca nera, hanno ripreso con la pistola in mano il pregiudicato palermitano Emanuele Rubino, di anni 28. La squadra mobile parla di aggressione senza motivo, ma prima che si chiarisse il quadro di questa brutta situazione, Francesco Vozza, segretario cittadino di Noi con Salvini, costola centromeridionale della Lega Nord per l'indipendenza della Padania, per strumentalizzare politicamente l'accaduto ha incolpato gli stranieri. Poi non contento di aver preso fischi per fiaschi si è rifiutato di chiedere scusa.
Il Fatto Quotidiano, a questa clamorosa cantonata padana dedica un interessante articolo, a firma del collega Luigi Pipitone, che pubblichiamo per intero.
Peccato che a “darsele di santa ragione” a Palermo non siano né profughi e nemmeno i migranti, dato che i tre ragazzi del Gambia coinvolti loro malgrado nella rissa sono evidenti parti lese dello scontro a colpi di pistola. A scatenare il Far West per le vie del centro storico palermitano è stata, invece, una gang d’italianissimi malavitosi.I tre gambiani, arrivati a Palermo nel 2013 e ospiti di un centro di accoglienza, stavano passeggiando per le vie intorno a Ballarò, quartiere storico al centro della città, quando Susso è stato urtato da due giovani palermitani in sella ad uno scooter.
La colpa del giovane africano? Aver chiesto ai due motociclisti di fare più attenzione. Da lì sarebbe nato un diverbio, degenerato poi in rissa con altri giovani della zona arrivati a dare manforte ai due motociclisti. Tra questi anche il ventottenne pregiudicato Emanuele Rubino, ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona mentre compare estraendo una pistola: spara mirando alla testa di Susso e poi si dilegua a bordo di una motocicletta. “Non c’è nessun movente di tipo razziale dietro l’aggressione ma solo la volontà da parte di un soggetto di imporre il suo dominio sul territorio”, ha spiegato Rodolfo Ruperti, il capo della squadra mobile che in meno di 24 ore ha risolto il caso, fermando Rubino, accusato di tentato omicidio. “Più che di un tentato omicidio – prosegue Ruperti – si può parlare di un omicidio mancato. L’unica colpa della vittima è di aver reagito, al contrario degli altri due sue connazionali, a un’aggressione scattata senza alcun motivo”.
Intanto, però, si continuano a moltiplicare i commenti sul profilo di Vozza: c’è chi auspica “i forni” per i poveri ragazzi del Gambia, chi spera che si “ammazzino tra loro”, ma anche chi chiede le scuse del leghista palermitano. Che, però, non accenna ad alcun passo indietro, neanche quando la vicenda è stata definitivamente chiarita. Prima modifica il suo post (che ora parla di rissa tra migranti “a cui partecipano anche dei palermitani”), poi si rifiuta di chiedere scusa. “I sinistri – scrive – sostenitori di Orlando, vorrebbero che mi scusassi con loro, perché sarei razzista, fascista, leghista. Poveretti, hanno bisogno di cure e d’affetto!”. Nel frattempo Yusupha Susso, di professione interprete in prefettura e studente all’istituto alberghiero, è ricoverato in coma farmacologico all’ospedale civico di Palermo: è vivo per miracolo dato che il proiettile esploso dalla pistola di Rubino gli ha attraversato il cranio da una parte all’altra.
Intanto, però, si continuano a moltiplicare i commenti sul profilo di Vozza: c’è chi auspica “i forni” per i poveri ragazzi del Gambia, chi spera che si “ammazzino tra loro”, ma anche chi chiede le scuse del leghista palermitano. Che, però, non accenna ad alcun passo indietro, neanche quando la vicenda è stata definitivamente chiarita. Prima modifica il suo post (che ora parla di rissa tra migranti “a cui partecipano anche dei palermitani”), poi si rifiuta di chiedere scusa. “I sinistri – scrive – sostenitori di Orlando, vorrebbero che mi scusassi con loro, perché sarei razzista, fascista, leghista. Poveretti, hanno bisogno di cure e d’affetto!”. Nel frattempo Yusupha Susso, di professione interprete in prefettura e studente all’istituto alberghiero, è ricoverato in coma farmacologico all’ospedale civico di Palermo: è vivo per miracolo dato che il proiettile esploso dalla pistola di Rubino gli ha attraversato il cranio da una parte all’altra.
.... una cantonata in più o in meno non fà differenza!
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