Comunali di Roma: Salvini punta su trasformisti e usato sicuro
(G.p) Dal risultato delle elezioni comunali nel centro e nel sud del paese dipenderà molto sul percorso per dare alla Lega Nord un radicamento nazionale. Al centro ed al sud del paese nelle liste della Lega Nord e di Noi con Salvini ci saranno persone quasi tutte nuove, lontane dalla vecchia politica del passato. Lo ha affermato, in questi giorni, il felpato Matteo Salvini, leader indiscusso del Carroccio.
Il quasi però lo salva in corner, come dimostra il collega Pietro De Leo, con un interessante articolo, pubblicato su il Tempo, storico quotidiano di Roma, in cui elenca casi di trasformisti ed eterni candidati pronti a correre oggi, dopo aver militato in diversi partiti, nelle file del Carroccio.
Articolo che rilanciamo volentieri e per intero.
Dal risultato alle comunali di Roma dipenderà molto sul percorso per dare al Carroccio un radicamento nazionale. «Noi avremo in lista, come candidati di Lega e Noi con Salvini, persone quasi del tutto nuove ed esterne e lontane da ciò che è successo in passato». A dirlo è stato Matteo Salvini, l’altro giorno. Il «quasi» lo salva in corner. Perché i primi nomi che trapelano dei possibili candidati parlano di personalità con curriculum fatto di esperienze politiche sul territorio romano. Spicca Enrico Cavallari, che fu assessore al Personale con Alemanno. All’epoca alcuni giornali polemizzarono perché aveva chiamato al suo fianco, come capo segreteria, incarico fiduciario a tempo determinato, il fratello della moglie, l’ex deputata Pdl vicina a Marcello Dell’Utri, Barbara Mannucci, oggi nel coordinamento romano di Salvini.
Per Cavallari, ora, si potrebbe configurare la corsa ad una presidenza di Municipio.
Non è poi un volto esattamente nuovo anche la capolista di Salvini a Roma Irene Pivetti. Giovane presidente leghista della Camera nel ’94, lasciò il partito in polemica con Bossi. Negli anni fu assessore a Berceto (Parma) e poi a Reggio Calabria. Ha anche affrontato una prova elettorale nel Lazio: alle regionali del 2013, come capolista dei Cristiano Popolari di Mario Baccini. Sarà della partita anche Andrea Baccarelli, un passato nel Pdl. Nel 2013 si candidò alla presidenza dell’VIIII Municipio e fu sconfitto al ballottaggio da Andrea Catarci, di Sel. Adesso vuole riprovarci ricandidandosi per lo stesso ruolo. Viene dall’esperienza municipale anche Sara De Angelis: ai tempi di Alemanno guidava il II. Nel 2013 si ricandidò alla presidenza ma fu sconfitta. Nella scissione del partito berlusconiano scelse Ncd per poi passare con il Carroccio ad aprile 2015. Anche lei dovrebbe correre per il Consiglio comunale. E ieri, in una nota congiunta con la deputata Barbara Saltamartini, ha dato il benvenuto nella Lega di Francesco De Salazar, uscente in II municipio, un passato in Pdl, FI, La Destra, FdI, lista Marchini.
Non è poi un volto esattamente nuovo anche la capolista di Salvini a Roma Irene Pivetti. Giovane presidente leghista della Camera nel ’94, lasciò il partito in polemica con Bossi. Negli anni fu assessore a Berceto (Parma) e poi a Reggio Calabria. Ha anche affrontato una prova elettorale nel Lazio: alle regionali del 2013, come capolista dei Cristiano Popolari di Mario Baccini. Sarà della partita anche Andrea Baccarelli, un passato nel Pdl. Nel 2013 si candidò alla presidenza dell’VIIII Municipio e fu sconfitto al ballottaggio da Andrea Catarci, di Sel. Adesso vuole riprovarci ricandidandosi per lo stesso ruolo. Viene dall’esperienza municipale anche Sara De Angelis: ai tempi di Alemanno guidava il II. Nel 2013 si ricandidò alla presidenza ma fu sconfitta. Nella scissione del partito berlusconiano scelse Ncd per poi passare con il Carroccio ad aprile 2015. Anche lei dovrebbe correre per il Consiglio comunale. E ieri, in una nota congiunta con la deputata Barbara Saltamartini, ha dato il benvenuto nella Lega di Francesco De Salazar, uscente in II municipio, un passato in Pdl, FI, La Destra, FdI, lista Marchini.
Nel 2013 fu famoso per una polemica, vista la sua doppia candidatura, in II, come consigliere di FdI e in XII, come presidente per la lista di Alfio Marchini. Scattato in entrambi, optò per il II, dove ottenne 472 preferenze e rimase al suo posto, motivando un vuoto normativo che rendeva legittima la sua elezione (il Tribunale gli diede ragione). Stakanovista in aula e movimentista fuori, i suoi temi forti sono la sicurezza e la lotta al degrado.
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