Ad Orvieto nasce la "nuova destra" di Alemanno e Storace
(G.p) Sabato 9 e domenica 10 aprile ad Orvieto si è tenuta la conferenza nazionale "Verso una costituente per la Destra" organizzata da Azione Nazionale nuovo contenitore politico costituito dai cosiddetti quarantenni, sconfitti all'ultima assemblea della Fondazione An per pochi, che crede nella necessità di un rinnovamento della destra italiana, appiattita su posizione salviniane e lepeniste, e da la Destra, raggruppamento politico che fa capo all'ex ministro della salute del governo Berlusconi III Francesco Storace. Di questa due giorni ad Orvieto, ci offre un interessante contributo il collega Antonio Rapisarda con un articolo pubblicato su Il Tempo, storico quotidiano romano.
«Non è la somma di due soggetti, Azione Nazionale e La Destra, ma qualcosa di più ampio. Qualcosa che sia degno di almeno un decimo di ciò che hanno fatto i nostri padri», ci assicura Gianni Alemanno appena sceso dal palco dopo l’abbraccio con Francesco Storace. Non il partito degli ex, «ma un movimento attento a quella destra sommersa e diffusa, al mondo delle categorie massacrate da Renzi, ai soggetti sotto attacco come la famiglia. E, a differenza di altri, saremo un partito che riunirà i suoi organi assembleari per ogni decisione».
Dalla prima giornata della convention di Orvieto – dopo l’inno di Mameli cantato composto da tutti i presenti e un video sulla storia della destra per protagonisti e momenti che ha commosso più di qualcuno - arriva già il prossimo appuntamento di Azione Nazionale e de La Destra: il congresso di fondazione del nuovo partito in autunno, «attraverso una Costituente per una destra plurale, aperta a tutte le forze politiche, i movimenti, le associazioni e le aggregazioni civiche espressione del territorio che si ritrovano nei valori e nei progetti politici della più vasta area nazionale e popolare», come si legge nel documento politico «Di nuovo una grande Destra» con i dieci punti – dal «New Deal» italiano alle primarie per legge - che fanno da cornice al nuovo movimento. Non è un caso, spiegano, che a richiamare il mondo che fu aennino a raccolta siano i due soggetti che hanno dato rispettivamente l’avvio (La Destra è la prima nel 2007, quando An stava per confluire nel Pdl) e l’ultimo stadio della diaspora (dato che Azione nazionale è nata proprio dopo la sconfitta della mozione dei quarantenni all’assemblea della Fondazione An). È un punto di coniugazione, certo.
Ma è la rifondazione, tanto agognata, di An? «È la ripresa della tradizione di An ma proiettata al futuro – spiega ancora Alemanno a Il Tempo – ma con una nuova classe dirigente che non nascerà nel vuoto ma deve avere un contenitore per esprimersi». Per questo motivo il passaggio intermedio sarà la formazione di un comitato promotore che cercherà di aggregare altre realtà, «per la creazione di una destra più ampia possibile». Dal Palazzo del Capitano del popolo di Orvieto assicurano – nonostante le recenti punzecchiature - che nessuna preclusione vi è nei confronti di Fratelli d’Italia ma una cosa, si ribadisce nelle stanze, è chiara: «Nessuno deve essere escluso. Basta con i veti e con la politica dei vertici al chiuso».
Nell’anticamera del grande salone rinascimentale è Roberto Menia, uno degli altri animatori di Azione Nazionale, a spiegare gli interlocutori possibili: «Da Raffaele Fitto a Francesco Storace: è questo il perimetro sul quale intendiamo muoverci e promuoverci». Di fatto anche l’ex ministro del governo Berlusconi sarà invitato - come quello spezzone non indifferente di Forza Italia che proviene da destra – a dialogare col comitato promotore. L’appuntamento è dopo le amministrative, il primo banco di prova del rassemblement, dove, assicurano i maggiorenti dei due movimenti, «verranno fatte scelte chiare e nette». Proprio di questo parlerà oggi, chiudendo la kermesse, Francesco Storace che ieri ha indicato chi sono per lui i veri avversari: «Da Giachetti e Raggi non arriva uno straccio di buona idea per la città. Ci vuole una controffensiva di politica seria e di destra». Ossia una svolta sul programma per capire come si possono affrontare le emergenze e, soprattutto, con chi.
«Non è la somma di due soggetti, Azione Nazionale e La Destra, ma qualcosa di più ampio. Qualcosa che sia degno di almeno un decimo di ciò che hanno fatto i nostri padri», ci assicura Gianni Alemanno appena sceso dal palco dopo l’abbraccio con Francesco Storace. Non il partito degli ex, «ma un movimento attento a quella destra sommersa e diffusa, al mondo delle categorie massacrate da Renzi, ai soggetti sotto attacco come la famiglia. E, a differenza di altri, saremo un partito che riunirà i suoi organi assembleari per ogni decisione».
Dalla prima giornata della convention di Orvieto – dopo l’inno di Mameli cantato composto da tutti i presenti e un video sulla storia della destra per protagonisti e momenti che ha commosso più di qualcuno - arriva già il prossimo appuntamento di Azione Nazionale e de La Destra: il congresso di fondazione del nuovo partito in autunno, «attraverso una Costituente per una destra plurale, aperta a tutte le forze politiche, i movimenti, le associazioni e le aggregazioni civiche espressione del territorio che si ritrovano nei valori e nei progetti politici della più vasta area nazionale e popolare», come si legge nel documento politico «Di nuovo una grande Destra» con i dieci punti – dal «New Deal» italiano alle primarie per legge - che fanno da cornice al nuovo movimento. Non è un caso, spiegano, che a richiamare il mondo che fu aennino a raccolta siano i due soggetti che hanno dato rispettivamente l’avvio (La Destra è la prima nel 2007, quando An stava per confluire nel Pdl) e l’ultimo stadio della diaspora (dato che Azione nazionale è nata proprio dopo la sconfitta della mozione dei quarantenni all’assemblea della Fondazione An). È un punto di coniugazione, certo.
Ma è la rifondazione, tanto agognata, di An? «È la ripresa della tradizione di An ma proiettata al futuro – spiega ancora Alemanno a Il Tempo – ma con una nuova classe dirigente che non nascerà nel vuoto ma deve avere un contenitore per esprimersi». Per questo motivo il passaggio intermedio sarà la formazione di un comitato promotore che cercherà di aggregare altre realtà, «per la creazione di una destra più ampia possibile». Dal Palazzo del Capitano del popolo di Orvieto assicurano – nonostante le recenti punzecchiature - che nessuna preclusione vi è nei confronti di Fratelli d’Italia ma una cosa, si ribadisce nelle stanze, è chiara: «Nessuno deve essere escluso. Basta con i veti e con la politica dei vertici al chiuso».
Nell’anticamera del grande salone rinascimentale è Roberto Menia, uno degli altri animatori di Azione Nazionale, a spiegare gli interlocutori possibili: «Da Raffaele Fitto a Francesco Storace: è questo il perimetro sul quale intendiamo muoverci e promuoverci». Di fatto anche l’ex ministro del governo Berlusconi sarà invitato - come quello spezzone non indifferente di Forza Italia che proviene da destra – a dialogare col comitato promotore. L’appuntamento è dopo le amministrative, il primo banco di prova del rassemblement, dove, assicurano i maggiorenti dei due movimenti, «verranno fatte scelte chiare e nette». Proprio di questo parlerà oggi, chiudendo la kermesse, Francesco Storace che ieri ha indicato chi sono per lui i veri avversari: «Da Giachetti e Raggi non arriva uno straccio di buona idea per la città. Ci vuole una controffensiva di politica seria e di destra». Ossia una svolta sul programma per capire come si possono affrontare le emergenze e, soprattutto, con chi.
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