Treviso: il prete lefebvriano difende l'SS Erich Priebke in aula
di Serena Gasparoni
Lo conoscevo personalmente: Erich Priebke non era un criminale di guerra. Ed è vero: volevo dargli una degna sepoltura, commemorarlo». Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano, ex responsabile della Fraternità sacerdotale San Pio X del nordest Italia ha parlato così ieri mattina in aula. Seduto al banco dei testimoni ha risposto alle incalzanti domande dell’avvocato della difesa, Giuseppe Romano.
La vicenda approdata ieri in tribunale è quella relativa a un blitz contro la sede dei Lefebvriani , il 19 ottobre del 2013. Proprio per quella sera Floriano Abrahamowicz aveva annunciato una messa di commemorazione per il capitano delle SS Erich Priebke.
Alla sbarra è finito ieri un gruppo di giovani, tutti accusati di essere i responsabili del blitz ripreso quel giorno dalle telecamere. Era scattato alle 13.40 circa: in base alla ricostruzione degli inquirenti i ragazzi sarebbero arrivati a bordo di auto parcheggiate davanti al centro commerciale Castellana. Sarebbero entrati in via Nenni a piedi, con i volti semi coperti e avrebbero scritto a lettere cubitali «nazista di merda» sui muretti dell’abitazione, lanciando poi uova e piccoli sacchetti di vernice contro finestre e porte. Due minuti scarsi, poi il fuggi fuggi generale e corsa alle auto. I presunti responsabili avevano poi filmato e fotografato il colpo (aprendo ad hoc un blog «Fuori Abrahamowicz dal nostro territorio») senza sapere di essere a loro volta filmati da una telecamera posizionata nei pressi della cappella dei lefebvriani. Le immagini avevano permesso alla polizia di inquadrare uno per uno gli autori dell’azione dimostrativa.
Ad allertare le forze dell’ordine erano stati i proprietari dell’abitazione che ospitava la cappella di Abrahamowicz dopo aver sentito i colpi delle uova e delle pallottole di vernice che si schiantavano contro le finestre di casa. Ad assistere al blitz anche un camionista, sentito ieri sul banco dei testimoni. A processo sono finiti: Paride Daniele, Fabio Tomaselli, Lorenzo Brigida, Sergio Di Meola, Simone Sommariva, Sergio Zulian, Carlo Geromel, Raffaella Senegaglia, Ruggero Sorci e Alessandro Mattiuzzo.
Oltre a ribadire le teorie negazioniste che all’epoca lo fecero balzare agli onori della cronache e che gli erano valse l’espulsione dalla Fraternità San Pio X, Abramowicz ieri ha dichiarato, «I partigiani sono ignoranti che lottano per una setta comunista».
Il procedimento ieri mattina è stato rinviato al prossimo 15 luglio. Il giudice monocratico ha chiesto di poter visionare il video che avrebbe permesso agli uomini della Digos l’individuazione e il riconoscimento dei soggetti coinvolti nel blitz e finiti a processo con l’accusa di imbrattamento aggravato.
(Fonte La Tribuna di Treviso)
Lo conoscevo personalmente: Erich Priebke non era un criminale di guerra. Ed è vero: volevo dargli una degna sepoltura, commemorarlo». Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano, ex responsabile della Fraternità sacerdotale San Pio X del nordest Italia ha parlato così ieri mattina in aula. Seduto al banco dei testimoni ha risposto alle incalzanti domande dell’avvocato della difesa, Giuseppe Romano.
La vicenda approdata ieri in tribunale è quella relativa a un blitz contro la sede dei Lefebvriani , il 19 ottobre del 2013. Proprio per quella sera Floriano Abrahamowicz aveva annunciato una messa di commemorazione per il capitano delle SS Erich Priebke.
Alla sbarra è finito ieri un gruppo di giovani, tutti accusati di essere i responsabili del blitz ripreso quel giorno dalle telecamere. Era scattato alle 13.40 circa: in base alla ricostruzione degli inquirenti i ragazzi sarebbero arrivati a bordo di auto parcheggiate davanti al centro commerciale Castellana. Sarebbero entrati in via Nenni a piedi, con i volti semi coperti e avrebbero scritto a lettere cubitali «nazista di merda» sui muretti dell’abitazione, lanciando poi uova e piccoli sacchetti di vernice contro finestre e porte. Due minuti scarsi, poi il fuggi fuggi generale e corsa alle auto. I presunti responsabili avevano poi filmato e fotografato il colpo (aprendo ad hoc un blog «Fuori Abrahamowicz dal nostro territorio») senza sapere di essere a loro volta filmati da una telecamera posizionata nei pressi della cappella dei lefebvriani. Le immagini avevano permesso alla polizia di inquadrare uno per uno gli autori dell’azione dimostrativa.
Ad allertare le forze dell’ordine erano stati i proprietari dell’abitazione che ospitava la cappella di Abrahamowicz dopo aver sentito i colpi delle uova e delle pallottole di vernice che si schiantavano contro le finestre di casa. Ad assistere al blitz anche un camionista, sentito ieri sul banco dei testimoni. A processo sono finiti: Paride Daniele, Fabio Tomaselli, Lorenzo Brigida, Sergio Di Meola, Simone Sommariva, Sergio Zulian, Carlo Geromel, Raffaella Senegaglia, Ruggero Sorci e Alessandro Mattiuzzo.
Oltre a ribadire le teorie negazioniste che all’epoca lo fecero balzare agli onori della cronache e che gli erano valse l’espulsione dalla Fraternità San Pio X, Abramowicz ieri ha dichiarato, «I partigiani sono ignoranti che lottano per una setta comunista».
Il procedimento ieri mattina è stato rinviato al prossimo 15 luglio. Il giudice monocratico ha chiesto di poter visionare il video che avrebbe permesso agli uomini della Digos l’individuazione e il riconoscimento dei soggetti coinvolti nel blitz e finiti a processo con l’accusa di imbrattamento aggravato.
(Fonte La Tribuna di Treviso)
Lui un Grande.
RispondiEliminaLoro, feccia.