Ma soltanto a Torino il centro destra gioca per vincere
di Luigi Cortese
Se Fassino non vincerà al primo turno è molto probabile che sarà lei ad andare al ballottaggio. E allora si vedrà quali saranno le seconde preferenze degli elettori del centrodestra. Andranno a votare? E chi voteranno tra il sindaco uscente e la giovane sfidante?”.
Le sorti di Torino sono nelle mani degli elettori di centrodestra, un popolo, quello post berlusconiano, in piena crisi che potrebbe trovare tutto il suo peso soltanto al secondo turno, vista la voglia di dare un cambio alla guida della città da sempre feudo della sinistra, questo sarebbe realizzabile convogliando i voti sulla candidata del M5S.
Nel suo articolo D’Alimonte parla di questa tornata elettorale dandole “un peso politico che va aldilà dei numeri e della posta in gioco”. La Appendino, non è una perfetta sconosciuta, come altri candidati pentastellati, e, soprattutto, vanta, oltre all’esperienza di consigliere comunale, anche, visto il peso imprenditoriale del padre Domenico in qualità di vicepresidente esecutivo di “Prima Industrie” che vede come presidente Gianfranco Carbonato attuale guida di Confindustria Piemonte, l’appartenenza ad ambienti imprenditoriali e culturali cittadini, ai quali il centrodestra cittadino si è rapportato negli anni e che ora lamenta di essere stato escluso.
Detto questo bisogna ricordare come lo stesso centrodestra sia in uno stato di coma vigile, trovandosi oggi frantumato in ben tre pezzi, la coalizione FI - Lega - FdI, il rassemblement di Roberto Rosso e la destra radicale, e come la stessa “probabile” designazione di Osvaldo Napoli, imposta direttamente da Arcore ed accettata da Salvini, possa fomentare questo malcontento facendo si che qualcuno possa indicare un voto di protesta. Una situazione quella del centrodestra veramente disastrosa, divisi in tronconi auto-referenziati che non riescono ad esprimere un idea valida, quasi ad andare a avvalorare la tesi di Airaudo che ha espresso il timore di una manovra per favorire Fassino, ovvero candidare Napoli per far passare Fassino, una cosa che risulta indigesta a chi chiede una scelta di rottura, magari puntando su una candidatura civica e di peso, come quella del Notaio Alberto Morano
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